Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

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mercoledì 24 febbraio 2010

Nicola Di Girolamo (PDL) in carcere


Il senatore e le 'ndrine
Ida Rotano, 23 febbraio 2010, 17:07
Il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo ha avuto una richiesta di custodia cautelare in carcere nell'ambito di una vasta inchiesta sul riciclaggio internazionale che ha interessato 56 persone. L'accusa per il parlamentare è grave: associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio transanazionale. Di Girolamo sarebbe è anche accusato di aver violato la normativa sulle elezioni con una specifica aggravante mafiosa
Una villa lussuosa ad Antibes, in Francia, era una delle basi operative dalla "struttura transnazionale" dedita al riciclaggio, secondo gli inquirenti della Procura di Roma. Nell'ambito dell'indagine sono stati coinvolti il senatore Nicola Paolo Di Girolamo e il fondatore di Fastweb, ex amministratore delegato, Silvio Scaglia (l'imprenditore in questo momento si trova all'estero per lavoro, si è subito dichiarato "estraneo a qualunque addebito" e ha dato mandato ai suoi legali di concordare un interrogatorio nel più breve tempo possibile per chiarire la sua posizione), oltre all'attuale Ad di Fastweb Stefano Parisi, accusato di associazione per delinquere e dichiarazione infedele mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Nella sontuosa magione transalpina era di stanza, in genere, Gennaro Mokbel. Lui è l'imprenditore da cui sono partite le indagini, "l'anello di collegamento" tra le società di telecomunicazioni, che fatturavano in modo falso, e gli interessi di esponenti della 'Ndrangheta.
Mokbel, dopo essere stato segretario regionale del Movimento Federalista ha dato vita a una nuova piattaforma politica denominata Partito Federalista - si ricostruisce nella nota diffusa dagli inquirenti - ha sostenuto la candidatura di Nicola Paolo Di Girolamo, suo stretto collaboratore, "già utilizzato per la costituzione delle società internazionali di comodo funzionali al riciclaggio". Nel corso dell'ultima campagna elettorale, nelle indagini sono stati documentati incontri, riunioni, ad Isola Capo Rizzuto, oltre a Di Girolamo e Mokbel, hanno partecipato Fabrizio Arena, della omonima cosca e Franco Pugliese, già sottoposto alla sorveglianza speciale di polizia.Da fonti di agenzia apprendiamo inoltre che Mokbel, in età giovanile, fu legato ad ambienti dell'estrema destra. In casa sua, ad esempio, fu arrestato Antonio D'Inzillo, il killer del boss della Magliana, Enrico De Pedis.
La storia per cui Il senatore del Pdl è chiamato in causa adesso è di altra natura. Secondo gli investigatori Pugliese avrebbe incaricato una persona di sua fiducia affinché si mettesse a disposizione di un emissario del gruppo Mokbel per sovrintendere nel distretto di Stoccarda alla fasi finali della propaganda e alla materiale compilazione delle schede elettorali recuperate dagli emigrati italiani.Sempre secondo gli investigatori, il sodalizio era riuscito ad appropriarsi di un cospicuo numero di schede elettorali di quel distretto, sulle quali aveva fraudolentemente espresso la preferenza per Di Girolamo, inviandole successivamente al competente Consolato italiano. Dopo la sua elezione, la procura ha avviato un procedimento parallelo per verificare la regolarità delle operazioni di voto e il possesso del requisito indispensabile della residenza in Belgio da parte del neo senatore.
E così è emerso che il nome del candidato era stato manoscritto da un gruppo ristretto di persone, come individuato da una consulenza del Ros dei carabinieri. Non solo, ma all'indirizzo belga indicato nel modulo di accettazione della candidatura, il parlamentare non risultava avere alcuna residenza. Ecco perché il 7 giugno del 2008 il Gip ha emesso nei confronti di Di Girolamo una misura cautelare, con contestuale richiesta di autorizzazione all'arresto alla Giunta elezioni. Ma all'epoca il Pdl in Aula si mise ‘per traverso' e votò contro l'autorizzazione, tanto che il Senato, un anno fa, ha deliberato di rinviare gli atti alla Giunta affinché la prosecuzione dell'attività di verifica fosse subordinata all'esito del processo, una volta passato in giudicato.
Quindi, quella disposta dal gip Aldo Morgigni è nei confronti del senatore una seconda misura cautelare in carcere, non eseguibile. Roba da record: due richieste di arresto in meno di due anni. L'inchiesta del Ros riguarda il riciclaggio e l'accusa per il parlamentare è grave: associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio transanazionale. Di Girolamo sarebbe stato inserito a pieno titolo in una 'rete' che tra il 2003 e il 2006 avrebbe riciclato in Europa oltre 2 miliardi di euro. Il suo ruolo, secondo l'accusa, sarebbe proprio quello di interfaccia per il riciclaggio tra diversi Paesi europei.Di Girolamo è anche accusato di aver violato la normativa sulle elezioni con una specifica aggravante mafiosa. Ad intervenire nell'elezione di Di Girolamo, secondo i magistrati, sarebbe stata la famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto. Esponenti delle 'ndrine in Germania avrebbero 'rastrellato' tra gli immigrati di Stoccarda le schede in bianco per poi siglarle con l'indicazione di voto a favore dell'esponente del Pdl.
La colossale operazione di riciclaggio è stata realizzata con la complicità di alti funzionari ed amministratori di primarie società di telecomunicazioni, attraverso società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore, controllate dall'organizzazione indagata. Da parte sua, il portavoce dell'ex ad di Fastweb ha reso noto che "Scaglia si trova al momento all'estero per lavoro" e "ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi e chiarire tutti i profili della vicenda. Riafferma comunque la sua estraneità a qualunque reato".Anche l'ad di Fastweb Stefano Parisi, insieme a due dirigenti della società, è indagato dalla magistratura. A renderlo noto è la stessa Fastweb, precisando che i fatti contestati nell'inchiesta risalgono al biennio 2005-2006 e "riguardano una presunta evasione Iva, relativa ad attività di alcuni gestori di servizi a pagamento che si sono avvalsi della rete di Fastweb e di altri operatori di telecomunicazioni italiani". Fatti, precisa Fastweb, "rispetto ai quali la società si ritiene estranea e parte lesa". Anche i 38 milioni di euro contestati, sottolinea l'azienda telefonica, sono una cifra "non significativa rispetto all'ammontare dei crediti Iva accumulati da Fastweb sin dalla fondazione. A fronte degli ingenti investimenti effettuati, Fastweb ha accumulato crediti Iva per oltre 800 milioni, che sono stati regolarmente analizzati e passati a rimborso dall'Agenzia delle Entrate". La società telefonica spiega inoltre che "è stata avanzata nei confronti di Fastweb spa e Telecom Italia Sparkle spa una richiesta di misura interdittiva dell'esercizio dell'attività che sarà valutata dal giudice martedì 2 marzo". Ad ogni modo, sottolinea la nota, "l'azienda garantisce la continuità dell'attività ai clienti e ai 3.500 dipendenti e alle oltre 8.000 persone che lavorano per Fastweb".
Sulla richiesta di arresto per Di Girolamo, è intervenuto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Stiamo davanti a un caso eclatante - ha osservato -, mi sembra che se ne sia occupato anche il procuratore nazionale Antimafia". "Andrà valutato con tutto il rispetto e la cautela necessari" dal Senato e tutto ciò, ha puntualizzato Gasparri, dimostra "che nessuno è intoccabile, non c'è impedimento a nessuna indagine".

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