Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

giovedì 30 settembre 2010

Federazione della sinistra. Claudo Grassi.

Appunti
settembre 30th, Fonte
E’ andata come avevamo previsto. Berlusconi ha ottenuto la fiducia, ma non è autosufficiente. La coalizione che ha vinto le elezioni nel 2008 non c’è più e la rottura tra Berlusconi e Fini non è rimarginabile. La situazione, tuttavia, è ambivalente.
Da un lato, appunto, la maggioranza che ha vinto le elezioni nel 2008 non c’è più e non è pensabile che si ricomponga, dall’altro lato né Berlusconi né Fini hanno interesse a “staccare la spina”.
Il primo non solo perché ha paura di perdere al Senato e, quindi, di non riuscire ad avere uno scudo per i suoi guai giudiziari; ma anche perché, in quel caso, sfumerebbe la possibilità di diventare Presidente della Repubblica.
Il secondo perché non ha ancora un partito pronto e, soprattutto, perché non è chiara la sua collocazione (terzo polo con Casini e Rutelli? chi sarebbe il leader? con quale progetto comune?).

Realisticamente si può ritenere che la situazione non precipiti immediatamente, ma che il prossimo anno, in primavera, potrebbero esserci elezioni anticipate. Questa ipotesi è la più accreditata negli ambienti politici, sia di centro destra sia di centro sinistra.
Significativa è la presa di distanze dal Governo della Confindustria. L’attacco della Marcegaglia e le parole pesantissime di Montezemolo contro la Lega (“non vi hanno mandato a Roma per salvare Brancher e Cosentino”) indicano un distacco dei “poteri forti” dall’asse Berlusconi – Bossi.Sull’altro lato dello schieramento politico la situazione non è per nulla migliore. Nel Pd, nel momento di massima crisi del centro-destra, Veltroni ha aperto uno scontro frontale con Bersani raccogliendo, in calce ad un documento che propone una linea completamente alternativa, le firme di 76 parlamentari. Il suo consenso è stato assai meno rilevante nella riunione della direzione, ma ormai la frittata è fatta. Se la destra è divisa l’opposizione non è certamente messa meglio. Questo è il concetto che è passato nell’opinione pubblica. Di Pietro mena colpi in tutte le direzioni poiché percepisce che il suo bacino elettorale, costruito contro Berlusconi, può essere insidiato da Fini e da Grillo.
La Woodstock di Cesena è stata un indubbio successo politico. Penso che non ci sia nulla di più stupido che sottovalutare quanto Beppe Grillo sta costruendo o, peggio, leggerlo con le categorie del populismo o dell’antipolitica. Si tratta di un movimento con tratti di sinistra, al punto che, al di là delle battute “furbe” del comico genovese (“non siamo né di destra né di sinistra, ma siamo in basso e siamo in alto”), i contenuti che cavalca sono inequivocabili: acqua pubblica, no al nucleare, no agli inceneritori, via dall’Afghanistan, “gli operai sono i nuovi partigiani perché ogni giorno non sanno se tornano a casa”.
Gli stessi ospiti e cantanti parlano alla sinistra: da Dario Fo a Daniele Silvestri, per fare due esempi.La manifestazione si è svolta in modo ecocompatibile e ha avuto come tratto distintivo una massiccia presenza di giovani. Sono quelli che, pur avendo voglia di impegnarsi su contenuti di sinistra, non vengono più alle nostre iniziative. Pur non arrivando alle conclusioni di Beppe Grillo sui partiti – che sconfinano come diciamo da tempo in un pericoloso qualunquismo - noi dobbiamo seriamente interrogarci sulle nostre inadeguatezze politiche e organizzative. Per esempio l’arretratezza che abbiamo nel capire l’importanza del ruolo della rete è drammatica. Mentre c’è un mondo e una intera generazione che si informa e fa politica con questi strumenti, noi stiamo ancora discutendo se sia giusto utilizzarla!!!
Da questo punto di vista siamo preistorici.Mentre avviene tutto questo, mentre i media parlano della casa di Montecarlo e di Tulliani, la crisi economica continua a colpire duro. Dopo Marchionne – con i fatti di Pomigliano, Melfi e Termini Imerese – abbiamo avuto la disdetta del contratto nazionale da parte di Federmeccanica. Adesso è la volta di Fincantieri che vuole liberarsi di migliaia di lavoratori. Inoltre continuano ad essere resi pubblici dati drammatici: dopo l’aumento delle ore di cassa integrazione straordinaria, l’Istat ci ha detto che c’è una intera generazione tagliata fuori dalla possibilità di lavorare (30 per cento di disoccupati tra i giovani) e i salari si sono ridotti di 5453 euro all’anno negli ultimi 10 anni.
Un arretramento enorme. A fronte di questa situazione il Governo prima ha varato una manovra iniqua e di classe, che ha peggiorato ancora di più la situazione e, oggi, in preda alle sue divisioni, non ha fatto assolutamente nulla. Purtroppo anche i sindacati, ad eccezione della Fiom, della Cgil e dei sindacati di base non hanno saputo mettere in campo una reazione adeguata alla gravità della situazione.
Tuttavia questo del lavoro resta il terreno decisivo se si vogliono realmente sconfiggere non solo le destre ma anche le politiche di destra. Da questo punto di vista è fondamentale l’appuntamento del 16 ottobre: il primo vero atto di opposizione non solo contro le politiche di Berlusconi, ma anche della Confindustria e dei Marchionne di turno.
Dobbiamo essere in tanti. Lavoriamoci.In questo contesto il percorso che abbiamo avviato credo sia positivo e, nel contesto dato, non abbia alternative. Parlo della proposta politica di alleanza democratica, cioè di un fronte composto da Pd, Idv, Sel, Fds e Verdi, che abbia come obiettivo quello di sconfiggere Berlusconi alle prossime elezioni. Queste forze devono cominciare a vedersi per concordare alcuni punti attorno ai quali dare sostanza alla alleanza. Difesa della costituzione, misure per il lavoro e contro la precarietà, conflitto di interesse, intervento sulla scuola con le risorse recuperate dall’evasione fiscale e dalla tassazione delle rendite finanziarie, con i soldi delle grandi opere interventi di risanamento ambientale.
Quindi una alleanza non solo contro qualcosa, ma anche per fare qualcosa. Soprattutto una alleanza che deve stare unita per evitare uno scenario che io giudico gravissimo: è noto che se Berlusconi e Bossi dovessero rivincere le lezioni, la partita si sposterebbe sulla Presidenza della Repubblica e avere un Presidente che considera la Costituzione “un residuo sovietico”, “un impaccio” e la Magistratura “un covo di sovversivi” non è molto rassicurante. Dobbiamo evitarlo a tutti i costi.Tra pochi giorni inizia il percorso congressuale della Federazione della Sinistra.
Nel precedente post ho detto delle mie perplessità sul regolamento, in particolare, in relazione all’elezione dei delegati e delle delegate, con la soluzione delle quote prestabilite. E’ mancato il coraggio di fare del processo federativo un momento di partecipazione vera e quindi di maggiore integrazione tra i vari soggetti che danno vita alla Federazione. Tuttavia il passo avanti è importante e va valorizzato. A 12 anni dalla rottura di Rifondazione e dalla nascita del Pdci ci si rimette assieme coinvolgendo in questo processo anche altre forze e movimenti che hanno con noi un comune denominatore: costruire un polo di sinistra autonomo dal centro sinistra, che possa diventare quella “sponda politica” che, per semplificare, faccia proprie le ragioni della manifestazione del 16 ottobre.Tutto questo va fatto con il massimo dell’apertura.
Sono sempre più convinto che il prevalere di logiche settarie e di tutela di piccoli gruppi sia mortale per la ricostruzione di un partito comunista e di una sinistra di alternativa degni di questo nome. Mi domando come sia possibile che tutti coloro i quali, in questi anni, sono stati protagonisti di continue scissioni a sinistra e di costruzioni di microformazioni non si interroghino sul loro fallimento e sul disastro che hanno provocato. Il risultato pratico di tutto questo è che non ci sono mai stati in Italia così tanti partiti comunisti e, contemporaneamente, i comunisti non hanno mai contato così poco. Forse bisogna inaugurare una nuova stagione: cercare le ragioni che ci uniscono prima di quelle che ci dividono. Meno personalismi e più modestia. Credo sia essenziale per riconquistare un minimo di credibilità tra i nostri referenti.
In questo schema io vedo il rapporto che dobbiamo avere con Sel e con Vendola. Un rapporto onesto tra due progetti (quello della FdS e quello di SeL) oggi diversi, ma che possono convergere su molte iniziative comuni.
Dobbiamo lavorarci dando continuità all’appello unitario lanciato prima dell’estate (http://www.unitasinistra.org/), al tavolo sul lavoro promosso congiuntamente (che ha già messo in cantiere iniziative unitarie sul collegato lavoro, la legislazione europea, l’attacco al contratto, Pomigliano), ai comitati per l’acqua e alla costruzione comune di una grande partecipazione per il 16 ottobre.

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