Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

martedì 5 febbraio 2013

La Terra non si governa con l'economia

Le leggi di natura prevalgono sulle leggi dell'uomo
appelloglobalchange
La necessità di raggiungere un’efficace salvaguardia dei beni planetari è urgente. Via via che procediamo nell’Antropocene, rischiamo di spingere il Sistema Terra su una traiettoria che condurrà a condizioni più ostili dalle quali non sarà facile rientrare.
STEFFEN W., et. al, Ambio, 2011
La crisi economica iniziata nel 2008 sottende molti altri segnali di fragilità connessi con:
esaurimento delle risorse petrolifere e minerarie di facile estrazione
riscaldamento globale, eventi climatici estremi
pressione insostenibile sulle risorse naturali, foreste, suolo coltivabile, pesca oceanica
instabilità della produzione alimentare globale
aumento popolazione (oggi 7 miliardi, 9 nel 2050)
perdita di biodiversità - desertificazione
distruzione di suolo fertile
aumento del livello oceanico e acidificazione delle acque
squilibri nel ciclo dell’azoto e del fosforo
accumulo di rifiuti tossici e inquinamento persistente dell’aria, delle acque e dei suoli con conseguenze sanitarie per l’Uomo e altre specie viventi
difficoltà approvvigionamento acqua potabile in molte regioni del mondo
La comunità scientifica internazionale negli ultimi vent’anni ha compiuto enormi progressi nell’analizzare questi elementi.
Milioni* di articoli rigorosi, avallati da accademie scientifiche internazionali, una su tutte l’International Council for Science, nonché numerosi programmi di ricerca nazionali e internazionali, mostrano la criticità della situazione globale e l’urgente necessità di un cambio di paradigma.
Il dominio culturale delle vecchie idee della crescita economica materiale, dell’aumento del Prodotto Interno Lordo delle Nazioni, della competitività e dell’accrescimento dei consumi persiste nei programmi dei governi come unica via d’uscita di questa crisi epocale. Queste strade sono irrealizzabili a causa dei limiti fisici planetari. Una regola di natura vuole che ad ogni crescita corrisponda una decrescita. La crescita economica, con i paradigmi attuali, segna la decrescita della naturalità del pianeta. I costi economici di queste scelte sono immani e le risorse finanziarie degli stati sono insufficienti a sostenerli.
L’analisi dei problemi inerenti alla realtà fisica del mondo viene continuamente rimossa o minimizzata, rendendo vano l’enorme accumulo di sapere scientifico che potrebbe contribuire alla soluzione di problemi tuttavia sempre più complessi e irreversibili al trascorrere del tempo.
Chiediamo pertanto al mondo dell’informazione di rompere la cortina di indifferenza che impedisce un approfondito dibattito sulla più grande sfida della storia dell’Umanità: la sostenibilità ambientale, estremamente marginale nelle politiche nazionali degli ultimi 20 anni e ad oggi assente dalla campagna elettorale in corso.
Non si dia per scontato che il pensiero unico degli economisti ortodossi sia corretto per definizione. Si apra un confronto rigoroso e documentato con tutte le discipline che riguardano i fattori fondamentali che consentono la vita sulla Terra – i flussi di energia e di materia – e non soltanto i flussi di denaro che rappresentano una sovrastruttura culturale dell’Umanità ormai completamente disconnessa dalla realtà fisico-chimica-biologica.
E’ quest’ultimo complesso di leggi naturali che governa insindacabilmente il pianeta da 4,5 miliardi di anni: non è disponibile a negoziati e non attende le lente decisioni umane.

(*) Si ottiene con una semplice ricerca web di articoli scientifici sul tema Global Change.

Bibliografia essenziale:
PAUL R. EHRLICH, ANNE H. EHRLICH, 2013 - Can a collapse of global civilization be avoided? Proceedings of The Royal Society B, 280, 1754, http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/280/1754/20122845.abstract.html?cpetoc

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