Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

mercoledì 16 giugno 2010

Se questo e' un operaio.


Se questo e un operaio
Alfonso Gianni, 15 giugno 2010, 15:57
Fonte: Aprileonline

C'e piu di una ragione per non lasciare sola la Fiom nella battaglia di Pomigliano. Sara decisiva la capacita di mobilitazione a livello europeo. La ristrutturazione del settore auto e un problema mondiale che investe con particolare forza l'Europa. Il ricatto "o lavori come dico io o sposto lo stabilimento in un altro paese" diventera una costante se non si costringe subito il padronato a un sostanziale arretramento. Non sta a me dirlo, ma sperarlo si: ci vorrebbe uno sciopero europeo, non solo quello nazionale che la Fiom ha gia deciso per il prossimo 25 giugno e alla cui riuscita siamo tutti impegnati nelle rispettive responsabilita

La partita che si gioca a Pomigliano d'Arco e davvero grossa. Tanto che per il
padronato, quanto per il sindacato vincerla sara decisivo o quantomeno
condizionera i rapporti di forza sociali dei prossimi anni. Purtroppo non si
parte alla pari. Da un lato vi e la Fiom e la Cgil, dall'altro diversi altri.
Marchionne infatti non e solo. La sua ricetta, quella di applicare una versione
esasperata della competitivita, e quella che si sta affermando nel quadro
internazionale ed europeo come soluzione per un'uscita dalla crisi. Il
capitalismo vuole perpetuare se stesso da un lato riducendo lo Stato a pagatore
in ultima istanza, colui che, tappando i buchi del sistema bancario, trasforma
il debito privato in debito pubblico che poi scarica sulle spalle dei cittadini,
delle generazioni presenti e future; dall'altro rilanciando gli spiriti animali
dell'impresa spinta a una competitivita esasperata.
A Pomigliano infatti si ricorre al famigerato Wcm (world class manufacturing),
cioe un sistema che vorrebbe rendere produttivo ogni secondo di vita
dell'operaio. Nello stesso tempo ci si vuole garantire in anticipo che gli
scioperi non blocchino la nuova organizzazione del lavoro e che gli operai siano
costretti a recuperare le eventuali riduzioni della fornitura derivanti
dall'indotto. In sostanza si chiede ai lavoratori e al sindacato di rinunciare
in anticipo all'esercizio del conflitto che, come si sa, non e solo l'ubi
consistam di un'organizzazione sindacale, ma anche un principio che la nostra
Costituzione espressamente tutela.
Nello stesso tempo il governo insiste nel pretendere l'approvazione dal
parlamento del collegato al lavoro, nel quale si prevede che il lavoratore debba
scegliere anticipatamente di rinunciare alla tutela dei propri diritti tramite
ricorso al giudice e di rivolgersi invece a un arbitro che puo decidere a
prescindere da leggi e contratti. Anche qui siamo di fronte alla violazione
dell' articolo 24 della nostra Costituzione che stabilisce il diritto per tutti
di ricorrere al giudice per la soddisfazione delle proprie ragioni.
Completa l'opera il piu recente attacco all'articolo 41 della Carta
costituzionale, quello che pone limiti all'esercizio della proprieta privata e
dell'impresa stessa. Si tratta di un articolo che appartiene a quella parte
della Costituzione che non e mai stata interamente applicata nel nostro paese,
proprio perche i rapporti di forza reali si sono rivelati arretrati rispetto
allo stesso dettato costituzionale. Quindi la modifica di quell'articolo ha piu
un valore ideologico che reale. Ma proprio per questo il governo non intende
lasciare perdere.
L'intento e quello di allineare il nostro dettato costituzionale ai trattati
europei che postulano l'assoluta liberta dell'impresa sul mercato. Tremonti ha
definito tutto questo "economia sociale di mercato". In realta persino la
retorica sulla responsabilita sociale dell'impresa e sulle norme europee che la
regolano viene in questo modo messa definitivamente in soffitta.
C'e quindi piu di una ragione per non lasciare sola la Fiom in questa battaglia.
Sara decisiva la capacita di mobilitazione a livello europeo. La
ristrutturazione del settore auto e un problema mondiale che investe con
particolare forza l'Europa. Il ricatto "o lavori come dico io o sposto lo
stabilimento in un altro paese" diventera una costante se non si costringe
subito il padronato a un sostanziale arretramento. Non sta a me dirlo, ma
sperarlo si: ci vorrebbe uno sciopero europeo, non solo quello nazionale che la
Fiom ha gia deciso per il prossimo 25 giugno e alla cui riuscita siamo tutti
impegnati nelle rispettive responsabilita. Ci vorrebbe una capacita
completamente diversa di reagire alla crisi: non attraverso il binomio
distruzione dello stato sociale (o di cio che resta del medesimo)/assoluta
centralita e mano libera dell'impresa, ma il suo contrario. Ossia l'orientamento
di un intervento pubblico per la trasformazione dei comparti industriali che
agiscono nel campo della mobilita, verso produzioni socialmente e ambientalmente
utili e compatibili. Bisognerebbe spezzare il disegno autoritario che un tempo
dalla fabbrica si era allargato alla societa e che ora da questa ritorna nella
fabbrica per una resa dei conti definitiva con il sindacato che pratica il
conflitto, ovvero la sua ragione sociale.
E' decisivo quindi che la democrazia entri nei luoghi di lavoro, e a questo mira
la proposta di legge di iniziativa popolare su cui la Fiom ha gia raggiunto
quasi un milione di firme. Il che significa impedire che i lavoratori siano
posti di fronte al ricatto, alla totale mancanza di alternativa fra una
prospettiva che li vede senza piu lo stabilimento di Pomigliano o senza i piu
elementari diritti. Questa e una battaglia di democrazia e di civilta. Lo
ricordiamo anche a chi e giustamente in prima fila contro le leggi che
imbavagliano l'informazione.
Dopo avere letto il testo che si vorrebbe la Fiom firmasse, e la sintesi
ragionata che ne ha fatto Luciano Gallino su un importante quotidiano,
riflettendo sulla condizione lavorativa in cui si vorrebbero costringere i
lavoratori di Pomigliano, ci si potrebbe domandare - con una terribile
parafrasi - "se questo e un operaio".

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