Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

martedì 15 febbraio 2011

Da oggi si può guardare e andare solo avanti


Fonte LiberoIt
Da oggi si può guardare e andare solo avanti. Dovunque si sia manifestato "se non ora, quando", ma in primo luogo nelle coscienze della gente normale, si può dire che ha vinto mia madre, mia moglie, mia figlia, mia nipote e la mia collega di lavoro. Si, perché da questo giorno esse sono più libere e più uguali. Più uguali a loro stesse e non al come le si dipinge da una certa raccontazione. Non disposte a vendersi ma a battersi
Ancora una volta, chi fa di tutto per tenere sottomesso qualcuno, quel qualcuno reagisce e mette in luce la sua forza. A dire "non ci sto" cominciano ad essere tanti nel mondo. Forse, chissà, è cominciata la guerra dei poveri: Poveri di potere; di denaro di diritti ma non di dignità e di voglia di cambiare. La Tunisia, l'Albania, l'Egitto, l'Algeria e chissà quanti altri. Sono le situazioni disagiate al limite che si ribellano a chi le vuole arretrate. Ora bisogna non fermarsi. L'Italia vive un dramma non solo sociale ma civile e culturale.
Tempo fa, con le cosiddette "vecchie ideologie del 900", certe nefandezze non erano tollerate. Si, c'era certo chi rafforzava il proprio potere con l'aiuto della criminalità organizzata e con il clientelismo. Ma una volta scoperto, non veniva osannato e invidiato. In pochi sono riusciti a farla franca e sono riusciti a portare i loro vizi fino a noi. Non tutte le eredità ci portano felicità purtroppo. La "modernità" ci fa correre il rischio di farci cadere nel passato più profondo. La metà del cielo, le donne; chi "si alza presto al mattino", perde ogni giorno e ogni ora, una parte cospicua del proprio benessere e della visione chiara del proprio futuro. Le manifestazioni delle donne hanno dato un segno distintivo, forse unico: la "trasversalità" politica, religiosa, etnica, nonché di genere per la presenza di molti uomini, hanno detto che c'è una realtà diversa dai conflitti che dominano e animano il confronto politico in Italia che, giustamente, Napolitano ha indicato come causa della fine della legislatura. Il confronto si può fare anche così, alla luce del sole, sulla nostra condizione reale. C'è un modo giusto di essere diversi, ma insieme a difendere diritto e dignità. Anche questo hanno detto le donne di "Se non ora, quando"..

Ora basta con la paura. Basta con le titubanze e le manovrine da vecchi navigatori, abituati agli strumenti di orientamento della navigazione "fatta in casa", senza sentire chi sta fuori all'aria aperta e sente i profumi ma anche i fetori del tempo.
La politica che non intende rappresentare solo se stessa, non si fermi al "brave", reiterando gli encomi delle lotte della società civile, per poi disperderli e perdersi nelle abituali logiche degli accordicchi verticistici. La giornata del 13 febbraio ha dato un contributo decisivo alla costruzione del programma di governo alternativo al centrodestra. Già lo aveva fatto il Palasharp il 5 febbraio di Bonsanti, Eco, Saviano, Zagrebelsky ecc. i quali hanno dimostrato che, per governare bene l'Italia, basta fare il contrario di ciò che fanno ora Berlusconi e soci. Certo non è tutto ma è un bel po'. E hanno detto bene. Andiamo a "sentire il popolo". Facciamolo con una voce forte per chiedere che questo Parlamento vada in ferie. Non ci crediamo più a chi si mette in vetrina per il miglior offerente. Un Parlamento che non è in grado di far uscire Berlusconi dalla barricata Palazzo Chigi e non è più idoneo a rappresentare gli italiani.
Non ricordiamoci solo dei centocinquantanni dell'Unità d'Italia (giusto e doveroso farlo). Ricordiamoci dei giorni di lotta del Popolo Viola; degli studenti; dei precari; degli schiavi di Rosarno; dei metalmeccanici e ora, delle donne. Sono date che spostano le lancette dell'orologio in avanti. Non fermiamole.

Queste cose le scrive un uomo. Uno come tanti che, nel loro modo di vivere, non hanno sempre capito a sufficienza che, quando perde qualcosa la donna, e chiunque viva un disagio, la perdi anche tu. Io non voglio più perdere: Dico grazie, lotto e sostengo chi, prima del 5 e il 13 febbraio, lo ha fatto anche per me.

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