Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

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lunedì 28 febbraio 2011

E dopo la Libia... è l'ora di The Kingdom?

Scritto da Debora Billi. Fonte: Petrolio
E' il pensiero che fa tremare i polsi a mezzo mondo. Dopo Tunisia, Egitto, Yemen, Bahrein e Libia... perché non potrebbe succedere anche in Arabia Saudita? In fin dei conti, si tratta di una monarchia assoluta di sapore medioevale, con un re talmente vecchio che al suo confronto Mubarak, Gheddafi e persino Berlusconi sembrano giovani leoni. L'Arabia non brilla per democrazia, diritti umani, libertà religiosa, di stampa e di pensiero; frustano la gente e giustiziano gli apostati coi tribunali coranici, insomma è un Paese da cui si può comprare petrolio senza essere rimproverati ma senza alcuna plausibile ragione. E' una dittatura bella e buona e probabilmente assai peggiore delle altre dittature rovesciate in questi giorni.
Se in Arabia Saudita dovesse succedere quel che sta accadendo in Libia il mondo sarebbe nei guai in brevissimo tempo. Il mondo intero, e non soltanto qualche amico del giaguaro.
Qual è la situazione della popolazione laggiù, allora? Intanto, visto che ne siete appassionati, ecco i dati demografici:
Inquietante, nevvero? Soprattutto considerando che la mortalità è bassissima.
Il petrolio rappresenta il 75% del bilancio, e il 90% delle esportazioni. I proventi petroliferi, oltre a servire per il mantenimento delle migliaia di prìncipi e cortigiani, vengono da sempre ridistribuiti alla popolazione. Questo ha determinato una situazione parassitaria, in cui i giovani sauditi hanno vissuto senza lavorare e l'economia è andata avanti grazie alla manodopera straniera (schiavizzata oltre ogni dire). L'aumento della popolazione oggi vede una disoccupazione a due cifre. Non c'è lavoro, e soprattutto "non si usa" assumere sauditi, come se fosse disdicevole lavorare.
E l'Export Land Model, che non ci delude mai? A pieni giri anche qui, anche se ovviamente siamo lontani da un consumo interno che supera le esportazioni. Un report di CBC World Market indica che il 40% degli aumenti di produzione vengono assorbiti dalla domanda interna, e un recentissimo articolo Bloomberg ci racconta che le esportazioni petrolifere sono per la prima volta diminuite nel mese di Dicembre anche se la produzione è aumentata. Entro il 2012, The Kingdom userà 1 milione e 200 mila barili al giorno solo per il proprio fabbisogno di energia elettrica, superiore del 30% al totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti!
Per quanto riguarda l'indipendenza alimentare, ecco un altro illuminante grafico.
Come potete vedere, anche se il grafico è di qualche anno fa (la popolazione nel frattempo è raddoppiata e il deserto non si è rinverdito), l'Arabia Saudita è tra i Paesi che maggiormente dipendono dall'estero per il nutrimento della popolazione, il che è comprensibile dato il territorio. Come abbiamo visto per l'Egitto, questa è una situazione assai precaria per qualsiasi Paese.
Il reddito medio dei Sauditi non è basso, e solo leggermente migliore di quello dei libici: 14.000$ contro 12.000$ l'anno. I libici non sono infatti quegli straccioni ridotti alla fame nera che noi crediamo, e godono anch'essi dei proventi del petrolio.
Cosa succederà allora in Arabia Saudita? Intanto, il re è tornato precipitosamente a casa dopo un'assenza di oltre tre mesi a curarsi in Marocco. Poi si è affrettato ad annunciare 37 miliardi di stanziamenti in aiuti alla popolazione, sotto forma di aumento degli stipendi, finanziamento per l'abitazione e welfare. Ha anche liberato 250 prigionieri politici.
Sembra che la (timida) opposizione gli abbia risposto che il Paese ha bisogno di riforme, e non di elargizioni. E che abbia fissato "il giorno della rabbia" per i sauditi all'11 Marzo. Mancano quasi venti giorni: riuscirà il re a sopire lo scontento, o diventerà l'ennesimo "grande vecchio" a finire down the drain tirandosi dietro, stavolta, il mondo intero?

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