Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

martedì 2 agosto 2011

Elaborare il lutto europeista e azzerare la UE

di Marino Badiale e Fabrizio Tringali – Fonte: Megachip.
In una recente intervista rilasciata a Megachip, lo storico Franco Cardini tocca uno degli argomenti più importanti e spinosi che l'attualità ci impone: il rapporto con l'Unione Europea. Cardini è un europeista convinto e determinato. Dalle sue risposte si evince la convinzione che gli Stati europei possano conquistare una piena autonomia politica, economica e militare dalle potenze esterne solo tramite qualche forma di unione. Noi condividiamo questo auspicio e questa convinzione, per questo abbiamo voluto scrivere queste righe di commento agli spunti di riflessione offerti dallo storico fiorentino. Abbiamo già indicato le ragioni per le quali riteniamo che l'unica strada per costruire sul serio una alleanza con le caratteristiche di autonomia indicate da Cardini, cioè “libera dalla NATO e dalle multinazionali”, sia passare per l'uscita dall'Euro e la formulazione di una nuova proposta di alleanza rivolta a tutti i Paesi potenzialmente interessati, centrata su basi opposte a quelle dell'attuale UE:
democrazia, partecipazione, pace e decrescita, in luogo di tecnocrati, banche e multinazionali, imperialismo e crescita del PIL [vedi: Badiale-Tringali "Liberiamoci dall'Euro, per un'altra Europa" ].
Condividiamo con Cardini l'idea che per costruire una Europa effettivamente libera, indipendente e unita, occorra “un sogno coraggioso, al limite della follia”. Dunque riteniamo che non si spaventerà se sosteniamo che sia necessario azzerare l'attuale Unione Europea, perché essa non può essere trasformata nell' “Europa dei popoli” che desideriamo. Tra le molte ragioni che impediscono di credere nella possibilità di riformare l'attuale UE, abbiamo indicato l'assenza del soggetto sociale in grado di farsi promotore di questo cambiamento.

Manca cioè un vero e proprio “popolo europeo” che abbia coscienza di sé e pretenda di avere voce in capitolo nelle questioni che riguardano l'unità superstatale. E non esistono soggetti sociali che abbiano legami e rapporti tali da poter far pensare alla nascita di un solido movimento europeo, in grado non solo di opporsi alle scelte terribili che la UE sta imponendo, ma anche capace di indicare in modo chiaro e condiviso le fondamenta di un'Europa alternativa.

Anche a Cardini non sfugge questo elemento determinante, infatti egli giustamente indica che “occorre ripartire da zero con un obiettivo: la creazione di un autentico patriottismo europeo”.

Il fatto che questo patriottismo oggi non esista, e vada creato, è prova evidente che allo stato attuale non esiste un popolo europeo.

Ora, il problema sta nel fatto che creare un patriottismo europeo implica che i popoli possano legarsi, anche sentimentalmente, oltre che per ragioni materiali, alle Istituzioni Europee. Il che appare quantomeno improbabile nella fase attuale, soprattutto per i popoli di quei paesi che si trovano maggiormente in difficoltà economiche, come la Grecia (ma anche il Portogallo, la Spagna e l'Italia), e che si vedono progressivamente spogliati della sovranità nazionale proprio dalle Istituzioni della UE, che impongono scelte durissime in termini di tagli alle politiche sociali e privatizzazioni.

Come costruire il “patriottismo europeo” mentre l'Europa si rende odiosa? Se vogliamo davvero che i popoli europei aprano un percorso di integrazione, essi devono essere liberati dal giogo dalle attuali istituzioni europee.

È necessario che gli europeisti convinti elaborino il lutto: l'Europa non è quella che hanno sperato. Quella che si è realizzata è l'opposto di un'unione dei popoli, libera ed indipendente. E se resta in piedi non si riformerà. Dunque ribadiamo con forza la nostra tesi: per costruire un'Europa dei popoli, libera dai condizionamenti della finanza mondiale e delle potenze straniere, il primo fondamentale obiettivo è dichiarare il fallimento dell'attuale UE, ed uscire dall'euro. Senza questo passaggio fondamentale, “l'Europa del popoli” non è realizzabile.

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