Al Corriere della Sera il Nobel indiano critica l’Europa e l’austerità e  afferma: senza l’unità politica l’Ue non si salverà
 

«L’euro è stata un’idea orribile, lo penso da tempo. Un  errore che ha messo l’economia europea sulla strada sbagliata. L’Europa era nata  con lo scopo di unire il continente, ha finito per dividerlo. I greci contro i  tedeschi imperialisti, i tedeschi contro i greci fannulloni. Io vedo molto  nazionalismo in Europa, non in Asia». Queste le parole al 
Corriere della  Sera del premio Nobel indiano per l’economia Amartya Sen.
 
POCA UNITÀ.  Sen, che è anche filosofo e insegna ad  Harvard e a Oxford, sostiene che «una moneta unica non è un buon modo per  iniziare a unire l’Europa» se prima non si raggiunge un’unità più profonda. «Quando tra i diversi Paesi hai differenziali di crescita e di produttività – continua – servono aggiustamenti dei tassi di cambio. Non potendo farli, si è  dovuto seguire la via degli aggiustamenti nell’economia, cioè più  disoccupazione, la rottura dei sindacati, il taglio dei servizi sociali».
AUSTERITÀ COME VELENO. Le critiche del premio Nobel  sono tutte per l’austerità: «L’Europa ha impiegato anni a costruire lo Stato  sociale. Ora rischia di distruggerlo. (…) 
L’Europa  ha bisogno di riforme: pensioni, tempo di lavoro, eccetera. E quelle vanno  fatte, soprattutto in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Ma non hanno  niente a che fare con l’austerità, con tagli indiscriminati. È come se avessi  bisogno di aspirina ma il medico decide di darmela solo abbinata a una dose di  veleno: o quella o niente. 
No, le  riforme si fanno meglio senza austerità, le due cose vanno separate». 
 
Nessun commento:
Posta un commento