Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

giovedì 19 maggio 2011

Si salvi chi può: Washington è più pericolosa di Atene.



di Maria R. Calderoni
su Liberazione del 18/05/2011 - Fonte: esserecomunisti
Obama come Bush: aiuti alle imprese e alle banche in crisi.
L'orologio della Grande Paura. Provate a cliccare sul sito www.usdebtclock.org (orologio del debito Usa) e vi prenderà un colpo. Davanti a voi appare una specie di lavagna e lì dentro un invisibile tic tac fa scorrere sotto i vostri occhi, secondo per secondo e in tempo reale, l'intero debito pubblico americano, suddiviso in altrettanto paurosissimi quadranti debitamente titolati e conteggiati. Debito nazionale Usa. Debito per ogni singolo cittadino. Debito per ogni singolo contribuente. Deficit federale. Deficit stato per stato. Deficit import-export con la Cina. E così via via, voce per voce, con i rispettivi totali che si aggiornano appunto sotto i vostri occhi. Non senza qualche brivido.

L'Orologio del Debito Americano batte infatti secondi, minuti, ore, giorni tutti da cardiopalmo, pericolo rosso.

Lancette inarrestabili che danno un aumento giornaliero di oltre 5 miliardi di dollari, una voragine. Numeri da capogiro. Oggi come oggi il debito pubblico federale è di 14 mila 300 miliardi di dollari (a cui si devono però aggiungere, dicono gli esperti, altri 7mila miliardi di dollari di "buchi" pubblici dello Stato, delle contee e delle municipalità, vale a dire un debito che, tutto sommato, tocca oggi qualcosa come 21mila miliardi di dollari, provate a immaginarlo se vi riesce).Sulla base di quell'Orologio, hanno fatto i conti. Quel debito lì aumenta di 12 punti annui, e già oggi arriva al 130% del Pil; avanti di questo passo - hanno fatto i conti - il debito pubblico Usa salirà a 350 punti del Pil entro 20 anni (durante la Grande Crisi del 1929 toccò il 303...). Si chiamerebbe catastrofe.

A lanciare l'allarme è lo stesso Fmi che, nell'ultimo, recentissimo "Fiscal Monitor", sottolinea come gli Usa, appunto, sono l'unico paese avanzato che, insieme al Giappone, presentano nel 2011 un aumento del deficit pubblico. Oggi come oggi - hanno fatto i conti - ogni cittadino americano, uomo donna bambino neonato che sia, ha sul groppone 46 mila dollari di debito pubblico, per di più in crescita minuto per minuto. Hanno fatto i conti: continuando di questo passo, fra un anno il puro debito pubblico a stelle e strisce toccherà i 16mila miliardi di dollari, vale a dire circa «8 volte la somma di tutti i debiti europei».

Lo ha detto mica uno qualsiasi, bensì il signor Ben Bernanke in persona, il presidente della Federal Reserve, la Banca centrale americana: «In assenza di ulteriori azioni politiche, il bilancio federale si incanalerà a un livello insostenibile». Profeta in patria. In un solo anno, 2010-2011, la crescita del debito pubblico, sempre in percentuale sul pil, è passata dal 93,4 al 96,8 (era il 56,6 nel 2001). Una escalation galoppante, oltre 40 punti in più in soli 10 anni: applicando ad essi i parametri europei - dicono i soliti esperti - si arriva già oggi a un debito non intorno al 130, bensì intorno al 150% del pil.

Pil o non pil, i numeri dell'Orologio parlano chiaro. Dai 5.000 miliardi di debito del 1996 si è passati agli attuali 14 mila miliardi e rotti, con una forte accelerazione fra il 2002 e il 2007. Cioé sotto la presidenza Bush. Cioé grazie alla sua politica di interventi militari, appunto molto adatti a fare schizzare il debito.E non è nemmeno il periodo peggiore. Infatti con l'avvento di Barack Obama - secondo la stessa elaborazione - «la situazione letteralmente precipita e sembra diventare incontrollabile. Il debito Usa passa da 10.000 a 11.000 miliardi in soli 167 giorni, ossia si accresce di quasi 6 miliardi al giorno fra gli ultimi 3 mesi della presidenza Bush ed i primi dell'era Obama».

Il motivo c'è. Anche Obama ha proseguito la politica Bush di forti aiuti alle imprese e alle banche in crisi, nonché di ancora più forti spese militari per le varie operazioni in atto(quella ultima in terra pachistana per l'uccisione di Osama è una delle tante, dalla Colombia alla Corea dl Sud). Fatto sta che, proprio sotto Obama, «il debito statunitense si accresce di 4,8 miliardi al giorno», dollaro più dollaro meno. Si salvi chi può, gli Usa minacciano l'economia globale molto, molto più della Grecia, dicono gli esperti. I quali non mancano di sottolineare con aperta preoccupazione, che, sino ad oggi, i drastici correttivi necessari per raddrizzare la gigantesca falla di Zio Sam, non sono apparsi né sono all'orizzonte, né prima né adesso con Obama. E c'è chi - come Gideon Rachman, commentatore del Financial Times e lo storico inglese Niall Ferguson - parla apertamente di «declino inevitabile della potenza Usa». E c'è chi traduce "God save America" in "speriamo che la Cina non porti via dal Tesoro Usa gli 800 miliardi di dollari di cui è creditrice"...

Fine dell'era del dollaro? Fine del sogno americano? E appunto a proposito di Cina, c'è chi ha già fatto anche altri conti: tenendo buoni gli attuali tassi di sviluppo annuo delle due potenze, il sorpasso del Pil cinese su quello americano, intorno a quota 20 trilioni di dollari, avverrà nel 2019. Al massimo nel 2022.Titolo di Panorama, gennaio 2011: «Il default Usa? Non è un'ipotesi da fantaeconomia».

Nessun commento:

Posta un commento

Blog curato da ...

Blog curato da ...
Mob. 0039 3248181172 - adakilismanis@gmail.com - akilis@otenet.gr
free counters