Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

domenica 20 maggio 2012

Siamo pronti a un Governo di unità nazionale

 di Paolo Becchi - byoblu -
  Nel 1851 Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone, riuscì a prendere il potere in Francia con un “colpo di Stato” preparato evocando il ricordo di un fantasma, di uno spettro, quello dello zio imperatore dei francesi. Napoléon le Petit, lo apostroferà allora Victor Hugo. Carlo Marx, da parte sua, ne descriverà l’ascesa nel celebre pamphlet politico Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, nel cui esordio egli ricordava che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano per, così dire, due volte: «la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa». Napoleone fu la tragedia che portò a compimento la Rivoluzione francese e l’ordine borghese; Luigi Bonaparte la parodia, la farsesca imitazione anacronistica del primo.

Accade oggi qualcosa di analogo in Italia. Si allestiscono i preparativi per le elezioni del 2013, serpeggia da più parti l’ipotesi – sempre più probabile – di una riconferma di Mario Monti a capo di un Esecutivo di “solidarietà nazionale”. Riconferma che, tuttavia, ha bisogno di una formula di legittimazione forte, decisa, che giustifichi la linea politica che questo Governo segue e continuerà a seguire: rimanere ad ogni costo in Europa e nella zona Euro. E, come insegnava ancora Marx, nei momenti “decisivi”, nel momento in cui è in gioco il futuro di un popolo, è invece il suo passato a ritornare. Si prendono a prestito i nomi, le formule, i costumi, per poter rappresentare nuove decisioni politiche sotto vesti più rassicuranti, a cui siamo già abituati, in quanto appartengono ai nostri ricordi.

Così al Governo che sta decidendo e deciderà le sorti dell’Italia in Europa, pare essersi offerta un’occasione da non perdere: quella del fantasma, dello spettro di un antico nemico, che credevamo sconfitto da trent’anni, il terrorismo. La stagione terroristica, gli anni di piombo, furono davvero una tragedia nazionale, una “lunga notte” della repubblica, un incubo di sangue e paura piombato addosso alle istituzioni ed ai cittadini di questo Paese. Trent’anni dopo, i giornali, improvvisamente, ci hanno “informato” che è tornato il panico ed il terrore: una sigla ha sparato ad un dirigente Ansaldo, anteprima e preludio di nuovi giorni di violenza, allo “stragismo”, che fa la sua prova generale a Brindisi, dove una bomba ha ucciso una ragazzina davanti ad una scuola. Pista mafiosa e pista terroristica ricominciano a confondersi. Si annuncia la mobilitazione dell’esercito. Iniziamo a ricordare, a spaventarci di nuovo. Inizia, nel contempo, la ripetizione della storia: da tragedia a farsa. La “lunga notte” è finita da molto tempo, ed ora qualcuno ci impone di riaddormentarci.

Eppure la tentazione è forte: il terrorismo è uno spettro che porta legittimazione, giustificazione dell’autorità. Consente di imporre restrizioni della libertà, politiche di “austerità”, di repressione e di controllo, senza che si manifesti opposizione o dissenso. È la formula storicamente più usata, il vecchio pezzo di teatro che porta in scena lo “stato d’eccezione”, di necessità, di emergenza. È la formula che consentirebbe la costruzione di una “coesione nazionale”, preludio al tipo di Governo che si progetta per il 2013. È la formula che consentirebbe di lasciare per l’Europa “valvole di sfogo” neutrali, prive di ogni rilevanza politica. La strategia potrebbe funzionare: far avanzare apparenti ma innocui “antagonisti” sulla scena pubblica, impedendo così il formarsi di una autentica forza sociale e politica di opposizione all’Euro ed all’Europa. Impedire, in altri termini, una tendenza – non “terroristica”, ma pericolosa per il potere – che si sta annunciando in Europa: l’alleanza tra movimenti sociali radicali di estrema sinistra ed estrema destra, in chiave antieuropeista.


Lo spettro del terrorismo appare allora funzionale a scongiurare l’unica vera ed autentica minaccia esistente per l’Europa dei banchieri. Si fanno dunque i preparativi per uno “stato d’eccezione”, per un Governo legittimato dalla “solidarietà nazionale” e dalla criminalizzazione dei movimenti sociali e politici che predicano l’uscita dall’Euro. Ed ecco che il fantasma è rimesso in circolazione.

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