Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!
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giovedì 24 maggio 2012

LA SVOLTA (?)

Strasburgo, sì alla Tobin tax -lettera43 -

Proposta approvata: 487 a favore.

L'Unione europea ha compiuto un altro, decisivo passo verso l'applicazione della Tobin tax. E ha lanciato un messaggio importante al vertice Ue di Bruxelles.
Il parlamento di Strasburgo ha approvato la mattina del 23 maggio la proposta per l'introduzione dell'imposta comunitaria sulle transazioni finanziarie (la storia della Tobin tax).
Hanno dato parere favorevole 487 votanti; 152 quelli contrari e 46 gli astenuti. Ora la parola passa al Consiglio Ue, pronto a riunirsi nel pomeriggio.
MESSAGGIO AL VERTICE UE. La relazione, firmata dall'eurodeputata greca Anni Podimata, modifica la proposta di direttiva presentata dalla Commissione, chiedendo ai 27 di adottare la tassa sulle transazioni finanziarie possibilmente su tutto il territorio comunitario in modo da evitare distorsioni al mercato interno.
«È una coincidenza molto felice», ha detto Podimata. «Il Parlamento Ue invia un messaggio politico molto forte al vertice, ma se non ci sarà accordo a livello Ue, dobbiamo comunque andare avanti».
«ORA UN ACCORDO MONDIALE». Strasburgo, inoltre, ha chiesto che la Ue «guidi gli sforzi tesi alla conclusione di un accordo a livello mondiale». In attesa di questa intesa globale, il parlamento ha proposto che le aliquote europee siano «abbastanza contenute per minimizzare i rischi di delocalizzazione».
L'entità della tassa sarebbe dello 0,02% da applicare a tutte le transazioni finanziare e Strasburgo ritiene fondamentale che «la pressione fiscale sia relativamente maggiore per le operazioni più speculative e più destabilizzanti da un punto di vista finanziario».
FINO A 57 MILIARDI DI GETTITO. Secondo le valutazioni di impatto, la tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe raccogliere fino a circa 57 miliardi di euro che, secondo il parlamento Ue, andrebbero utilizzati per «contribuire al risanamento fiscale al fine di stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro».
Vengono inoltre indicate politiche specifiche, come l'aiuto allo sviluppo e la lotta al cambiamento climatico. La relatrice Podimata ha ricordato prima del voto che già nove paesi Ue prevedono un qualche tipo di imposta sulle transazioni finanziarie.

mercoledì 14 marzo 2012

Tassa sulle Transazioni Finanziarie al bivio tra consenso europeo o compromesso europeo .

- zerozerocinque -
La tassa sulle transazioni finanziarie è stata ieri al centro del dibattito del Consiglio Europeo dei Ministri dell’Economia e delle Finanze (Ecofin). Su sollecitazione di 9 Stati Membri, tra cui anche l’Italia, la Presidenza danese ha accolto la richiesta di accelerare il dibattito sulla proposta di direttiva europea sulla TTF, definendo internamente all’Ecofin e ai suoi gruppi di lavoro un percorso di approfondimento tecnico che possa portare entro giugno 2012 al raggiungimento di un più ampio consenso politico europeo che e quindi all’introduzione della direttiva o all’adozione di soluzioni alternative.

Il dibattito trasmesso pubblicamente in video streaming ha dato una panoramica interessante sulle posizioni assunte dagli Stati Membri. Nonostante vi sia un ampio riconoscimento sulla necessità di regolare il settore finanziario attualmente detassato e di imporre misure che possano al contempo ridare stabilità ai mercati e trasmettere un chiaro segnale ai cittadini europei sulla volontà dei Governi di far contribuire equamente il settore finanziario ai costi generati dalla crisi, il raggiungimento di un consenso europeo a 27 sembra ancora lontano per l’ostruzionismo posto da alcuni Stati Membri particolarmente sensibili agli interessi delle proprie lobby finanziarie che additano la TTF come una misura che inciderebbe negativamente sulla crescita e l’occupazione in Europa e che provocherebbe la fuga di capitali verso altre piazze di affari in cui tale tassa non verrebbe imposta. Argomentazioni su cui la stessa Commissione ha già fornito analisi che ne smontano la fondatezza e che verranno ulteriormente approfondite grazie ad ulteriori contributi tecnici che gli esperti della CE stanno predisponendo e che secondo quanto riferito dal Commissario Semeta, verranno presentati al prossimo working party o nella riunione informale dell’Ecofin. Segnaliamo inoltre un recente rapporto degli economisti Stephany Griffith-Jones e Avinash Persaud presentato al PE volto a dimostrare che l’effetto netto della TTF sul PIL sarà positivo (dando risalto alla riduzione della probabilità di crisi future), smontando quindi del tutto le preoccupazioni relative ad una riduzione della crescita e ad un calo occupazionale.

giovedì 1 marzo 2012

La Campagna 005 scrive al Presidente Monti

- zerozerocinque -
Pubblichiamo la lettera inviata nei giorni scorsi al Presidente Monti in vista dei prossimi vertici europei, Consiglio Europeo del 1° marzo ed ECOFIN del 13 marzo.

Roma, 24 febbraio 2012
Egregio Presidente
del Consiglio dei Ministri
Sen. Mario Monti

p.c.
Prof. Vittorio Grilli
Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze

OGGETTO: Consiglio Europeo del 1°marzo e Tassa sulle Transazioni Finanziarie

Presidente Monti,

Le scriviamo in vista del prossimo vertice europeo del 1°marzo, per chiederLe di tornare a sostenere con forza in seno al Consiglio l’avanzamento delle discussioni sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF).

Abbiamo apprezzato l’adesione dell’Italia alla lettera recentemente inviata alla Presidenza Danese da nove Stati Membri dell’Unione Europea per accelerare il processo di introduzione di una TTF. Crediamo che tale volontà politica sia sostenuta fra l’altro da un crescente consenso dell’opinione pubblica italiana ed europea. In Italia, già nel 2002, venne presentata una proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione della Tobin Tax. Oggi in Europa, oltre il 61% dei cittadini è favorevole alla TTF che potrebbe, in minima parte, compensare l’iniqua situazione per cui i cittadini si trovano a dover pagare i costi di una crisi che non hanno causato, mentre il settore finanziario è esente da qualsiasi forma di risarcimento. La FTT è percepita da una parte crescente dell’opinione pubblica europea come una giusta misura per controbilanciare le pesanti misure di austerità adottate in tutta Europa e per finanziare i beni pubblici globali.

La questione dirimente è ora data sia dal livello di applicazione sia dall’estensione di tale tassa a tutti i prodotti finanziari con una maggiore attenzione a quelli più speculativi. Fin dal Suo insediamento a capo del Governo, Lei ha più volte espresso una posizione favorevole all'introduzione della TTF purché su scala europea. A fronte delle resistenze di alcuni Paesi europei riteniamo tuttavia che sia arrivato il momento di spendersi con coraggio e strategicamente in nome del bene comune. Per questo Le chiediamo di fare in modo che l'Italia si adoperi per introdurre la TTF ricercando una soluzione che veda il consenso del più ampio numero di Stati europei possibile, senza sottostare ad intollerabili posizioni di veto.

In occasione del prossimo Consiglio Europeo chiediamo all’Italia di rinnovare un chiaro sostegno alla TTF sottolineando l’urgenza di questa misura sia per rispondere agli obiettivi di regolamentazione della finanza, sia per reperire risorse da destinare per metà ad obiettivi di sviluppo sociale negli Stati Membri, e per metà alla lotta alla povertà nel mondo e al contrasto ai cambiamenti climatici.

Una Sua rinnovata dichiarazione in tal senso aumenterebbe le probabilità di porre in agenda la TTF al prossimo vertice dell’ECOFIN del 13 marzo. Si tratta di una condizione determinante affinché una decisione sull’introduzione di questa tassa a livello di Unione Europea, di Eurozona o di coalizione di Stati sia assunta al più tardi entro il Consiglio Europeo di giugno.

Ci auguriamo, Presidente, che Lei voglia accogliere la nostra richiesta, con la stessa sollecitudine e determinazione che ha dimostrato in molte altre recenti circostanze. Restiamo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.

Cordialmente,
Andrea Baranes
Portavoce della Campagna ZeroZeroCinque

lunedì 9 gennaio 2012

Emiliano Brancaccio. Tobin Tax.



di Emiliano Brancaccio.
Quando Keynes (1936) e Tobin (1972) proposero, rispettivamente, un’imposta sulle transazioni finanziarie e un’imposta sulle transazioni valutarie, il loro scopo prioritario era quello di fissare un’aliquota sufficientemente elevata in modo da scoraggiare le transazioni. Il proposito principale, infatti, non era quello di ricavare gettito dagli scambi di titoli o di valuta. Al contrario, l’intento era di scoraggiare quegli scambi. In particolare, Keynes mirava a render costose le transazioni al fine di ridimensionare il ruolo della Borsa. Tobin puntava a rendere onerosi i movimenti internazionali di capitale in modo da ripristinare almeno in parte la sovranità dei singoli paesi sulla politica monetaria.

L’imposta di cui si parla oggi, invece, viene concepita con un’aliquota bassa, che cioè non scoraggi le transazioni. Il motivo è semplice: si vuole ottenere gettito fiscale dagli scambi, per cui questi non devono essere disincentivati. Apparentemente, tirare fuori un po’ di soldi dagli operatori finanziari sembra una mossa giusta e radicale, degna della tassa talvolta ribattezzata “Robin Hood”. Ma la verità è che, in tal modo, la vecchia e oggettivamente interessante proposta dei due maestri del pensiero economico viene ridotta alla stregua di un piccolo pedaggio: si dice infatti agli operatori finanziari che essi sono assolutamente liberi di scorazzare sulle autostrade dei mercati internazionali, purché ad ogni passaggio paghino un modestissimo obolo…

Naturalmente, l’adozione di una imposta sulle transazioni finanziarie potrebbe comunque esser salutata con favore, se non altro perché magari, in seguito, lo strumento potrebbe essere riorientato sui suoi veri obiettivi originari.

E’ chiaro però che considerare questa imposta - specialmente la sua attuale versione - come una “panacea” è semplicemente ridicolo. La polemica corrente intorno alla “imposta pedaggio autostradale” è dunque in gran parte fatta di fumo, e ci distrae soltanto dai problemi urgenti che incombono sulle nostre teste.

Emiliano Brancaccio*

* estensore della proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione di una imposta sulle transazioni valutarie, avanzata dalla associazione ATTAC e depositata in Parlamento nel 2002 con 180.000 firme di sostegno.

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