Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

lunedì 30 agosto 2010

Cervelli in fuga, la Grecia come l’Italia.

Prezzo della Crisi del 30-08-2010 Fonte: Controlacrisi
30/08/2010
di Fabio Sebastiani
Stiamo come in Grecia e non lo sapevamo. Stessa faccia stessa razza, dice un detto antico. E magari fosse così.
La realtà è che siamo uguali per il modo in cui stronchiamo le giovani speranze. Un anno fa una accurata indagine svolta presso le università italiane rivelava che due studenti su tre sono pronti a lasciare il Bel Paese per cercare lavoro all’estero.
Oggi esattamente lo stesso risultato arriva dalla Grecia: la stragrande maggioranza dei neolaureati e dei laureandi greci è pronta a lasciare il paese per cercare un lavoro all'estero e ritiene che le misure adottate per superare la crisi economica non tengano conto dei loro problemi.
Il sondaggio, pubblicato dal quotidiano socialista To Vima, è stato realizzato dalla società Kappa su un vasto campione di 5.442 giovani trai 22 e i 35 anni che hanno completato o stanno completando gli studi universitari.
Secondo l'inchiesta il 45% di coloro che si dicono favorevoli a trasferirsi all'estero stanno già adoprandosi in tal senso e il 66% sono motivati dalla ricerca di un lavoro che in Grecia non hanno trovato o ritengono di non poter trovare. Una parte (13%) intende invece proseguire gli studi all'estero.
Oltre l'86% degli intervistati ritiene che le soluzioni proposte per far uscire la Grecia dalla crisi continuano ad ignorare le loro necessità, ed esprimono pochissima fiducia nel governo e nei partiti politici. Più o meno lo stesso protocollo era stato utilizzato nel 2009 per “tastare il polso” ai laureandi italiani.
«Cercherà un posto al l’estero nei prossimi 12-18 mesi?», era la domanda: il 30,2 per cento rispose che sì, si stava cercando un lavoro in un altro Paese, un altro 33 per cento ci stava pensando se riamente. Solo il 36,8 per cento aveva giurato di voler restare sicuramente entro le “mura domestiche”.
C’è da precisare che, secondo i ricercatori dell’Ipsos e del Cnel, il Consiglio nazionale per l’eco nomia e il lavoro si tratta di intenzioni che solo nel 4 per cento dei casi, così come è accaduto nel 2007, si sono concretizzate davvero in un posto di lavoro.
È vero, comunque che in valore assoluto, 11.700 dottori, il numero è triplicato rispetto al 1999. Inoltre, se due aspiranti dottori su tre tengono pronto il passaporto, il 75 per cento degli universitari (e addirit tura l’85 per cento degli studenti all’ul timo anno delle superiori) sostiene che l’Italia non offre abbastanza op­portunità di lavoro.
Tra i difetti del nostro Paese che li spingono a fuggire, indicano la tendenza delle nostre aziende a privilegiare i contratti a termine e il precariato, la difficoltà di essere assunti senza esperienza, la diffusione delle raccomandazioni, mentre la crisi economica si piazza solo agli ultimi posti.

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