Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

mercoledì 4 maggio 2011

Battaglia ad Annozero. Analisi di due menzogne.



Pubblicato il 29 aprile 2011 da Daniele Muriano

Ieri, giovedì 28 aprile 2011, ho assistito alla trasmissione di Annozero dall’inizio alla fine.
Tra gli ospiti c’era Franco Battaglia, editorialista del Giornale, noto sostenitore del nucleare civile e del governo Berlusconi (le prefazioni delle sue ultime due pubblicazioni portano la firma, l’una di Renato Brunetta, l’altra di Silvio Berlusconi; qui il curriculum di Franco Battaglia).
Si è parlato del nucleare civile, del disastro giapponese, dell’incidente di Chernobyl e, quindi, della sicurezza delle centrali nucleari.

Metodo. Riporterò alcuni enunciati del professor Battaglia e considererò il valore di verità di ciascuno di essi. Mi interessa capire insomma se il professor Battaglia dice il vero o dice il falso.

Piccola premessa. Nel dibattito di Annozero il professor Battaglia figurava in veste di scienziato. Perciò il valore di verità delle sue affermazioni riguarda le fonti scientifiche, che possono confermare o smentire le parole dello scienziato. Non si tratta qui di vagliare le credenze del professor Battaglia, ma il suo sapere scientifico: cioè reso valido dalla comunità degli scienziati. Ci interessano dunque gli enunciati assertivi: “la mela è verde”, “il tavolo è quadrato”, “l’incidente di Chernobyl non ha causato morti”.
Ebbene, il professor Battaglia è un anello della catena deferenziale della comunità scientifica: cioè le sue parole devono essere compatibili con quelle di alcuni membri della comunità scientifica e trovare quindi una conferma. In poche parole, per verificare il valore di verità delle parole di Battaglia controlliamo le fonti da lui citate direttamente e i saperi impliciti nel discorso.

Seconda e ultima premessa. Non possiamo accertare la verità delle affermazioni di Battaglia in senso stretto, trattandosi di affermazioni scientifiche. Ricordo infatti che le affermazioni scientifiche non sono vere in senso logico e definitivo. No, le affermazioni scientifiche sono sempre probabili. E sono sempre probabili poiché la principale caratteristica del metodo scientifico e quella della fallibilità. Per questo, così nella formulazione di Karl Popper, le scienze si distinguono dalle non-scienze perché producono affermazioni falsificabili. (Vedi Wikipedia). Insomma: nessuno può dire con certezza assoluta gli effetti da esposizione a radiazioni ionizzanti, come in questo caso; si possono esprimere delle probabilità basate su fatti, statistiche e proiezioni.


Cominciamo:

1)

“I fatti del Giappone e i fatti di Chernobyl dimostrano che il nucleare è la tecnologia di produzione elettrica più sicura che c’è.” (Non è una citazione isolata dal contesto: come si evince dall’ascolto dell’intervento, è la tesi del professor Battaglia).

Allora, le tecnologie di produzione elettrica sono le seguenti:

– Da combustibili fossili (Idrocarburi e carbon fossile)
– Da combustibili rinnovabili, come il biogas, la biomassa, gli RSU o gli scarti di legname
– Nucleare
– Solare
– Eolica
– Idrica (idroelettrica, maree, moto ondoso, a “osmosi”)
– Geotermica

L’affermazione del professor Battaglia è vera se, ad esempio, i danni e i rischi provocati dalla produzione di energia solare e di energia eolica sono superiori a quelli causati dall’energia nucleare. Se i danni e i rischi provocati dalla produzione di energia solare e di energia eolica sono minori di quelli relativi al nucleare, allora Battaglia dice il falso.
Allora consideriamo la lista degli incidenti, piccoli e grandi, legati all’energia nucleare. Qui. Sono più di cento, alcuni solo potenzialmente disastrosi – come l’incendio nella centrale di Kruemmel in Germania, il 28 giugno 2007 – altri invece disastrosi nei fatti, come quello di Chernobyl.

La produzione di energia attraverso il sole e il vento non è causa di rifiuti tossici. L’incendio o la manomissione delle strutture non è causa di disastri ambientali. Questa tecnologia non è considerata pericolosa da alcun scienziato: stando a google, in nessun libro e in nessun documento elettronico si sostiene che le energie rinnovabili sono pericolose, né esiste traccia di pubblicazioni quotidiane o periodiche a stampa in cui si sostiene una cosa del genere.

Pertanto l’affermazione (cioè la tesi) del professor Battaglia “I fatti del Giappone e i fatti di Chernobyl dimostrano che il nucleare è la tecnologia di produzione elettrica più sicura che c’è” è falsa.
Se riteniamo valido il suo curriculum, dobbiamo supporre che il professore sia competente in materia. In questo caso, il professor Battaglia ha mentito. In caso contrario, non possiamo considerare il professor Battaglia competente in materia.


2)

Durante la trasmissione di Annozero il professor Battaglia dice:

“Chernobyl è una colossale mistificazione mediatica. Se si chiede quante morti ha causato quell’evento disastroso di Chernobyl alla popolazione in questi venticinque anni, io non ho timore di rispondere: zero”. Nel corso del ragionamento poi però si contraddice: qualche secondo dopo “31 è il numero di morti immediate” e alla fine del ragionamento: “l’incidente di Chernobyl ha causato 50 morti”.
Queste, secondo il professor Battaglia, le morti immediate provocate dall’incidente. Subito poi cita a sostegno il rapporto UNSCEAR. Secondo questo comitato scientifico delle Nazioni Unite, a parere del professor Battaglia:
“Non si è osservato l’aumento di alcuna radiopatologia: non leucemie, non tumori solidi, non effetti genotossici, non malformazioni”.

Il rapporto UNSCEAR è disponibile in rete, qui. Consta di cinque documenti ufficiali (scaricabili in PDF), redatti in diversi anni, dal 1988 al 2008. Nella stessa pagina c’è un riepilogo e un sunto dei risultati degli studi di UNSCEAR. E dunque, su quella pagina del sito del comitato scientifico, sotto il titolo Health effects, si legge (traduzione mia, il testo originale è in calce al post ¹):

“Per gli ultimi due decenni, l’attenzione si è focalizzata sullo studio dell’associazione tra l’esposizione causata dai radionuclidi rilasciati dall’incidente di Chernobyl e gli effetti tardivi, in particolare del cancro alla tiroide nei bambini. Per la tiroide le dosi ricevute nei primi mesi dopo l’incidente sono state particolarmente elevate in coloro che erano bambini e adolescenti al tempo in Bielorussia, Ucraina e nelle regioni russe più colpite e che hanno bevuto il latte con elevati livelli di iodio radioattivo. Fino al 2005, oltre 6.000 casi di cancro alla tiroide sono stati diagnosticati in questo gruppo, ed è molto probabile che una gran parte di questi tumori della tiroide sia attribuibile allo iodio radioattivo inalato. Si prevede che l’aumento dell’incidenza del cancro della tiroide a causa di Chernobyl continuerà per molti anni ancora, anche se l’aumento a lungo termine è difficile da quantificare con precisione.

Tra gli operai russi addetti alle riparazioni, esposti a dosi più alte, sta emergendo la prova di un certo aumento dei casi di leucemia. Tuttavia, sulla base di altri studi, l’incidenza annuale della leucemia indotta da radiazioni dovrebbe scendere in pochi decenni dopo l’esposizione. Inoltre, recenti studi sugli operai addetti alle riparazioni indicano che l’opacità del cristallino dell’occhio potrebbe essere causata da dosi di radiazioni anche piuttosto basse.

Tra i 106 pazienti sopravvissuti alle malattie da radiazioni, per arrivare a una completa normalizzazione della salute ci son voluti diversi anni. Molti di questi pazienti hanno riportato una cataratta indotta da radiazioni nei primi anni dall’incidente.”


Riassumiamo: il professor Battaglia dice che, secondo il rapporto UNSCEAR, non si è osservato l’aumento di queste patologie: leucemie e tumori solidi. Il professor Battaglia dice il falso.
Se riteniamo valido il suo curriculum, dobbiamo supporre che il professore sia competente in materia. In questo caso, il professor Battaglia ha mentito. In caso contrario, non possiamo considerare il professor Battaglia competente in materia.

Approfondimenti. La verità di UNSCEAR è senz’altro la più rassicurante nel panorama degli studi sul disastro di Chernobyl. Non esistono altri studi scientifici proiettivi altrettanto “ottimisti”. Ad esempio, uno studio recente di Greenpeace dà una stima che arriva sino a 6.000.000 di morti nel corso di 70 anni. (Si trova qui.) Ma, si dirà, Greenpeace è una associazione ambientalista. Ebbene, ci sono risultati più rassicuranti rispetto alla stima di Greenpeace, ma allarmanti rispetto a quella di UNSCEAR.
Insomma, si potrebbe dire che, nella partita delle morti, UNSCEAR giochi al ribasso. Ecco i riferimenti a altri studi autorevoli, come quello della New York Academy of Sciences, qui. Il rapporto di WHO invece è qui.

Sulle leucemie: lo studio tedesco. Infine, nel corso della trasmissione di Annozero, è stata citata un’indagine portata a termine in Germania. Si tratta di uno dei pochi studi epidemiologici fatti sulla popolazione che risiede nei dintorni delle centrali nucleari (5 km). Sono centrali nucleari regolarmente funzionanti, che non hanno avuto guasti, perdite o incidenti. Cioè: sono centrali nucleari “sicure”. E poiché il nucleare viene definito “pulito”, non dovrebbe portare conseguenze sanitarie di nessun tipo.
Dai dati emerge un incremento notevole delle leucemie nei bambini: più del 60% rispetto alla media europea. In pratica i bambini che risiedono intorno a quelle centrali nucleari hanno il 60% di possibilità in più di contrarre tale patologia. Lo studio è stato condotto da BFS ed è disponibile qui.


[Prosegue in "2. Un emblema del berlusconismo (o... La «truffa» del fotovoltaico", qui.]


Note

¹ “For the last two decades, attention has been focused on investigating the association between exposure caused by radionuclides released in the Chernobyl accident and late effects, in particular thyroid cancer in children. Doses to the thyroid received in the first few months after the accident were particularly high in those who were children and adolescents at the time in Belarus, Ukraine and the most affected Russian regions and drank milk with high levels of radioactive iodine. By 2005, more than 6,000 thyroid cancer cases had been diagnosed in this group, and it is most likely that a large fraction of these thyroid cancers is attributable to radioiodine intake. It is expected that the increase in thyroid cancer incidence due to the Chernobyl accident will continue for many more years, although the long-term increase is difficult to quantify precisely.

Among Russian recovery operation workers with higher doses there is emerging evidence of some increase in the incidence of leukaemia. However, based on other studies, the annual incidence of radiation-induced leukaemia would be expected to fall within a few decades after exposure. In addition, recent studies of the recovery operation workers indicate that opacities of the eye lens might be caused by relatively low radiation doses.

Among the 106 patients surviving radiation sickness, complete normalization of health took several years. Many of those patients developed clinically significant radiation-induced cataracts in the first few years after the accident.”

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