La Dichiarazione Finale della Conferenza dei Popoli sul Cambiamento Climatico e i Diritti della Madre Terra.
Fonte Controlacrisiorg.
Pubblichiamo questo importantissimo documento che comincia a girare in Italia da qualche mese, sperando che venga diffuso il più possibile e fatto proprio dalle organizzazioni ed associazioni italiane. 35.000 cittadini del mondo hanno partecipato, tra il 20 e il 25 aprile, alla Prima Conferenza dei Popoli sul cambiamento climatico, a Cochabamba in Bolivia.
Riportiamo la Dichiarazione finale della Conferenza su controlacrisi.org perchè pensiamo che il terreno della crisi; economica, ambientale, democratica, alimentare, richieda un approccio completamente nuovo alla sinistra anticapitalista ed ai movimenti.
Il terreno che è stato tracciato a Cochabamba parla di un anticapitalismo nuovo e radicale, che difende i beni comuni, il terreno tracciato a Cochabamba ci parla di un rapporto non gerarchico e dialettico tra movimenti sociali e governi, come quello venezuelano e boliviano che hanno firmato l'appello.
Il terreno tracciato a Cochabamba ci parla di un possibile percorso per riflettere su di una società che demercifica i beni comuni ed elabora un'altro modello produttivo, energetico, ecologico, alimentare.
Soprattutto Cochabamba ci dice che il punto oggi non è quello di uscire dalla crisi del capitalismo, ma di uscire dal capitalismo in crisi.
Fonte Controlacrisiorg.
Pubblichiamo questo importantissimo documento che comincia a girare in Italia da qualche mese, sperando che venga diffuso il più possibile e fatto proprio dalle organizzazioni ed associazioni italiane. 35.000 cittadini del mondo hanno partecipato, tra il 20 e il 25 aprile, alla Prima Conferenza dei Popoli sul cambiamento climatico, a Cochabamba in Bolivia.
Riportiamo la Dichiarazione finale della Conferenza su controlacrisi.org perchè pensiamo che il terreno della crisi; economica, ambientale, democratica, alimentare, richieda un approccio completamente nuovo alla sinistra anticapitalista ed ai movimenti.
Il terreno che è stato tracciato a Cochabamba parla di un anticapitalismo nuovo e radicale, che difende i beni comuni, il terreno tracciato a Cochabamba ci parla di un rapporto non gerarchico e dialettico tra movimenti sociali e governi, come quello venezuelano e boliviano che hanno firmato l'appello.
Il terreno tracciato a Cochabamba ci parla di un possibile percorso per riflettere su di una società che demercifica i beni comuni ed elabora un'altro modello produttivo, energetico, ecologico, alimentare.
Soprattutto Cochabamba ci dice che il punto oggi non è quello di uscire dalla crisi del capitalismo, ma di uscire dal capitalismo in crisi.