Da
megachip.info Scritto da Giulietto Chiesa Mercoledì 30 Giugno
Questo articolo comparirà su «La Voce delle Voci» - luglio 2010.
Di Pomigliano dovremo parlare a lungo. Anzi, più che parlarne, su questa trincea dovremo combattere.
Perché questo è l’inizio di unasvolta epocale, in cui chi comanda cerca di imporre le sue nuoveregole alla società intera.Regole di una nuova guerra di classe.Regole di un potere che traballa, senza prospettive e destino, ma cheper questo diventa feroce e pronto a tutto.
Noi, che stiamo dalla parte di chi subisce la violenza, abbiamo perduto. Se ti costringono, con la pistola alla tempia, a sceglieretra il vivere e il morire, l’esito è scontato.
Ma a Pomigliano l’esito non è stato così scontato.
Se si misura l’enormità del ricatto e dell’offesa inferta ai lavoratori; se si misura il tradimento di quasi tutte le centrali sindacali; se si misura l’assenza, l’insulso balbettamento del PD, quando non i decibel scomposti dei peana innalzati a Marchionne daimaggiordomi torinesi Fassino e Chiamparino; se si misura la praticamente unanime azione del mainstream televisivo e giornalisticoa sostegno del padrone e/o del governo: se si misura tutto questo, allora il risultato ottenuto dalla caparbia resistenza della FIOM assume dimensioni straordinarie.