da Fenosofia - Fonte: orgogliooperaio
Per parlare del problema scuola, che si presenterà inevitabilmente dopo la pausa estiva (sinceramente mi sarei aspettato ben altro di una pausa estiva visto il momento, ma si sa che pretendo troppo) con il suo carico di riti compulsivi di carattere infantile, bisogna partire dall'articolo allucinante di Franco Berardi detto Bifo.
L'articolo naturalmente è uscito su Il Manifesto e voleva essere un'apologia dei fatti di Londra. Per spiegare “la grande rivolta”dei protagonisti delle giornate londinesi, Bifo parla di una “generazione cognitiva precaria [che] comincia la sua rivolta afferrando quel che occorre senza chiedere permesso”. L'imbecillità per Bifo è scambiata per “cognizione”. Infatti la “generazione cognitiva” ha ignorato le librerie si è impadronita degli oggetti simbolo di una generazione rimbecillita per anni da intellettuali privi delle più elementari cognizioni. Per avere un quadro completo dei desideri, questa massa ha glissato pure sui generi alimentari oltre che le librerie, troppo cognitive per i loro gusti. Questa è la lettura che Bifo fa di una moltitudine gettata all'ammasso, tipico di una folla desiderante che “non deve chiedere il permesso per avere quel gli occorre”.
Saltare la fase iniziale, lo sforzo della comprensione dei testi, del sacrificio che comporta qualsiasi costruzione di una realtà possibile per abbattere il consumo di una realtà imposta, è questo il sentimento che accomuna un intellettuale uscito dalla fase desiderante del '68 e una masnada di cervelli vuoti che pretendono senza dover chiedere niente a nessuno.
Il danno che atteggiamenti del genere provocano su chi veramente si sacrifica alla costruzione del futuro, e non al semplice accaparramento dei beni, è la morsa poliziesca e la criminalizzazione di qualsiasi azione in forma politica. Perché coloro che finiranno nelle patrie galere non saranno questi scalmanati che non fanno paura agli stati criminali, ma coloro che studiano e agiscono per una politica al di fuori del sistema e sanno che non si improvvisa con il cervello vuoto desiderante di play station e locali cool.
Sono anni che assistiamo sgomenti a sinistre desideranti e destre cialtrone, entrambe forme di una politica delirante.
Il sapere e le armi sono le forme con cui si realizza il potere. Entrambe, come dovrebbe essere logico, sono racchiuse in poche mani. Le forme con cui si calano all'interno delle società sono le più diverse, ma sempre attraverso la rassicurazione di concetti e persone: democrazia, diritti umani, ordini religiosi, Ong, associazionismo caritatevole e via di questo passo.
Per parlare del problema scuola, che si presenterà inevitabilmente dopo la pausa estiva (sinceramente mi sarei aspettato ben altro di una pausa estiva visto il momento, ma si sa che pretendo troppo) con il suo carico di riti compulsivi di carattere infantile, bisogna partire dall'articolo allucinante di Franco Berardi detto Bifo.
L'articolo naturalmente è uscito su Il Manifesto e voleva essere un'apologia dei fatti di Londra. Per spiegare “la grande rivolta”dei protagonisti delle giornate londinesi, Bifo parla di una “generazione cognitiva precaria [che] comincia la sua rivolta afferrando quel che occorre senza chiedere permesso”. L'imbecillità per Bifo è scambiata per “cognizione”. Infatti la “generazione cognitiva” ha ignorato le librerie si è impadronita degli oggetti simbolo di una generazione rimbecillita per anni da intellettuali privi delle più elementari cognizioni. Per avere un quadro completo dei desideri, questa massa ha glissato pure sui generi alimentari oltre che le librerie, troppo cognitive per i loro gusti. Questa è la lettura che Bifo fa di una moltitudine gettata all'ammasso, tipico di una folla desiderante che “non deve chiedere il permesso per avere quel gli occorre”.
Saltare la fase iniziale, lo sforzo della comprensione dei testi, del sacrificio che comporta qualsiasi costruzione di una realtà possibile per abbattere il consumo di una realtà imposta, è questo il sentimento che accomuna un intellettuale uscito dalla fase desiderante del '68 e una masnada di cervelli vuoti che pretendono senza dover chiedere niente a nessuno.
Il danno che atteggiamenti del genere provocano su chi veramente si sacrifica alla costruzione del futuro, e non al semplice accaparramento dei beni, è la morsa poliziesca e la criminalizzazione di qualsiasi azione in forma politica. Perché coloro che finiranno nelle patrie galere non saranno questi scalmanati che non fanno paura agli stati criminali, ma coloro che studiano e agiscono per una politica al di fuori del sistema e sanno che non si improvvisa con il cervello vuoto desiderante di play station e locali cool.
Sono anni che assistiamo sgomenti a sinistre desideranti e destre cialtrone, entrambe forme di una politica delirante.
Il sapere e le armi sono le forme con cui si realizza il potere. Entrambe, come dovrebbe essere logico, sono racchiuse in poche mani. Le forme con cui si calano all'interno delle società sono le più diverse, ma sempre attraverso la rassicurazione di concetti e persone: democrazia, diritti umani, ordini religiosi, Ong, associazionismo caritatevole e via di questo passo.