Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...
(di classe) :-))
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...
(di classe) :-))
Francobolllo
Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.
Europa, SVEGLIA !!
sabato 27 novembre 2010
Approfondimenti.
L'effetto Berlusconi
Antonio Gnoli intervista Slavoj Žižek
Antonio Gnoli intervista Slavoj Žižek
Fonte: Sinistrainrete.
Si può analizzare un fenomeno mediatico, politico, culturale qual'è da quasi un ventennio Silvio Berlusconi, senza lasciarsi condizionare dal fastidio che l'«oggetto» in questione sovente provoca in chi lo analizza? Non è una forma di neutralità che si invoca, ma una connessione più attenta tra superficie e profondità: diciamo tra il volto-maschera, al quale ci ha abituati nelle sue molteplici apparizioni televisive, e l'anima-merce, nella quale albergano desideri, finzioni, progetti. Per molti italiani egli è l'uomo del sogno: figura temibile e consolatoria a un tempo, le cui parole, quando vengono pronunciate, hanno per lo più un carattere fuggitivo.
Si può analizzare un fenomeno mediatico, politico, culturale qual'è da quasi un ventennio Silvio Berlusconi, senza lasciarsi condizionare dal fastidio che l'«oggetto» in questione sovente provoca in chi lo analizza? Non è una forma di neutralità che si invoca, ma una connessione più attenta tra superficie e profondità: diciamo tra il volto-maschera, al quale ci ha abituati nelle sue molteplici apparizioni televisive, e l'anima-merce, nella quale albergano desideri, finzioni, progetti. Per molti italiani egli è l'uomo del sogno: figura temibile e consolatoria a un tempo, le cui parole, quando vengono pronunciate, hanno per lo più un carattere fuggitivo.
Nello schema generale del suo linguaggio rassicurante (legato all'idea del fare) le variazioni sono minime, e la mobilità è massima. Nel senso che Berlusconi tende a dire sempre le stesse cose, ma nel dirle - come accade nei sogni - le parole hanno un carattere volatile e lievemente ipnotico. Quel linguaggio diverte e rassicura coloro che ne sposano i contenuti. Egli incarna un potere «grottesco»: esilarante, minaccioso, imprevedibile, efficace.
Movimenti e politica: tra tetti e specchi.
Franco Astengo, in Paneacqua - 26 novembre 2010
La questione vera non può essere elusa: cosa c'è tra il volto delle ingiustizie moderne, giunto ormai nella coscienza di molti che non intendono arrendersi e la lotta quotidiana per affrontare la vita, le miserie, le contraddizioni dell'esistente? C'è il vuoto politico? Non c'è niente?
E se non c'è niente, se non c'è una forza politica reale che si organizza e si pensa ai livelli concreti delle contraddizioni sociali dell'oggi, se non c'è una grande visione e una proposta concreta di alternativa sociale e politica, che cosa succede?
Nello stesso giorno in cui un Ministro del Regime sorvolava la colonia afgana per lanciare volantini tricolori atteggiandosi all' "Orbo Veggente" e lasciandosi dietro la scia di una bolsa retorica fascista segno inequivocabile dell' "arretramento" dei tempi, la protesta universitaria (ricercatori e studenti) saliva sui tetti, mutuando una forma di lotta recentemente acquisita dalla classe operaia, e la "politica", per cercare visibilità e consenso, arrancava su improbabili scalette.
Nello stesso giorno in cui un Ministro del Regime sorvolava la colonia afgana per lanciare volantini tricolori atteggiandosi all' "Orbo Veggente" e lasciandosi dietro la scia di una bolsa retorica fascista segno inequivocabile dell' "arretramento" dei tempi, la protesta universitaria (ricercatori e studenti) saliva sui tetti, mutuando una forma di lotta recentemente acquisita dalla classe operaia, e la "politica", per cercare visibilità e consenso, arrancava su improbabili scalette.
venerdì 26 novembre 2010
Intervista all'economista Brancaccio: "La Germania è la vera colpevole, ora decida se vuole un'altra crisi."
Intervista ad Emiliano Brancaccio, docente economia politica Emiliano Brancaccio Università del Sannio.
Mentre Atene e tutta la Grecia bruciano, le Borse di tutto il mondo crollano, l’euro raggiunge un altro minimo storico (1,288 dollari) e gli investitori si buttano alla caccia dei bund tedeschi, spinti dalla paura di un contagio della crisi.
Come se non bastasse, dopo Atene anche Madrid e Lisbona rischiano grosso: l’agenzia di rating Moody’s ha messo sotto controllo per tre mesi, con rischio di declassarlo, il rating sul debito del Portogallo.
Per risalire alle cause di tutto ciò e per ipotizzare scenari futuri Liberazione ha intervistato Emiliano Brancaccio, docente di economia politica all’Università del Sannio.
D. Per prima cosa, come commenti quanto sta succedendo in Grecia al secondo giorno consecutivo di sciopero generale?
R. Credo che ci sia un problema: occorre individuare le responsabilità politiche di quello che sta avvenendo. Tanto più è grave quello che succede tanto più è urgente farlo.
giovedì 25 novembre 2010
Σε ρόλο παγκόσμιου χωροφύλακα το ΝΑΤΟ
ΤΟΥ ΠΑΝΟΥ ΤΡΙΓΑΖΗ* Fonte: ΑΥΓΗ
Νέο στρατηγικό δόγμα υιοθέτησε η Σύνοδος Κορυφής του ΝΑΤΟ (19-20.11.2010) στη Λισσαβώνα, με το οποίο επιδιώκεται η αναβάθμιση του επεμβατικού ρόλου της Ατλαντικής Συμμαχίας και η μετατροπή της σε «παγκόσμιο χωροφύλακα». Αντί της διάλυσής του, μετά τη λήξη του Ψυχρού Πολέμου και την κατάργηση του Συμφώνου της Βαρσοβίας, το ΝΑΤΟ επεκτάθηκε στην ανατολική Ευρώπη και στα Βαλκάνια. Έκανε τον βάρβαρο πόλεμο στη Γιουγκοσλαβία, το 1991, και συνεχίζει με τον πόλεμο στο Αφγανιστάν από το 2001. Λειτούργησε ως στρατιωτικός βραχίονας της μεταψυχροπολεμικής «νέας τάξης πραγμάτων» και της νεοφιλελεύθερης παγκοσμιοποίησης.
«Η Ευρώπη θα είναι πραγματικός εταίρος μας αν μας ακολουθήσει στη Μ. Ανατολή, στη Ρωσία και στην Κίνα», είπε προ μηνών ο Νίκολας Μπερνς ("Το Βήμα", 4.4.2010). Το νέο δόγμα βασίστηκε σε πρόταση Ομάδας Ειδικών υπό την πρώην ΥΠΕΞ των ΗΠΑ Μαντλίν Ολμπράιτ, που συγκροτήθηκε τον Απρίλιο του 2009, όπου προσδιορίζονται ως νέες «μη συμβατικές» απειλές η διασπορά των πυρηνικών και άλλων όπλων μαζικής καταστροφής, τα τρομοκρατικά κτυπήματα, οι επιθέσεις στον κυβερνοχώρο, η κλιματική αλλαγή, η παράνομη διακοπή κρίσιμων ενεργειακών ροών.
Νέο στρατηγικό δόγμα υιοθέτησε η Σύνοδος Κορυφής του ΝΑΤΟ (19-20.11.2010) στη Λισσαβώνα, με το οποίο επιδιώκεται η αναβάθμιση του επεμβατικού ρόλου της Ατλαντικής Συμμαχίας και η μετατροπή της σε «παγκόσμιο χωροφύλακα». Αντί της διάλυσής του, μετά τη λήξη του Ψυχρού Πολέμου και την κατάργηση του Συμφώνου της Βαρσοβίας, το ΝΑΤΟ επεκτάθηκε στην ανατολική Ευρώπη και στα Βαλκάνια. Έκανε τον βάρβαρο πόλεμο στη Γιουγκοσλαβία, το 1991, και συνεχίζει με τον πόλεμο στο Αφγανιστάν από το 2001. Λειτούργησε ως στρατιωτικός βραχίονας της μεταψυχροπολεμικής «νέας τάξης πραγμάτων» και της νεοφιλελεύθερης παγκοσμιοποίησης.
«Η Ευρώπη θα είναι πραγματικός εταίρος μας αν μας ακολουθήσει στη Μ. Ανατολή, στη Ρωσία και στην Κίνα», είπε προ μηνών ο Νίκολας Μπερνς ("Το Βήμα", 4.4.2010). Το νέο δόγμα βασίστηκε σε πρόταση Ομάδας Ειδικών υπό την πρώην ΥΠΕΞ των ΗΠΑ Μαντλίν Ολμπράιτ, που συγκροτήθηκε τον Απρίλιο του 2009, όπου προσδιορίζονται ως νέες «μη συμβατικές» απειλές η διασπορά των πυρηνικών και άλλων όπλων μαζικής καταστροφής, τα τρομοκρατικά κτυπήματα, οι επιθέσεις στον κυβερνοχώρο, η κλιματική αλλαγή, η παράνομη διακοπή κρίσιμων ενεργειακών ροών.
Crisi economica o crisi della democrazia?
Fonte: PeaceReporter
Islanda, Lettonia, Grecia e ora Irlanda, domani Portogallo e forse Spagna e Italia. Ogni crisi serve agli organismi internazionali per imporre agli Stati le loro ricette economiche neoliberiste e annullare ogni residua sovranità nazionale
Uno spettro si aggira per l'Europa: la paura del contagio della crisi economica, della bancarotta a catena degli Stati. Prima l'Islanda e la Lettonia, poi la Grecia. Ora è il turno dell'Irlanda, ma già si parla del Portogallo come prossimo della lista, e nuvole nere si addensano all'orizzonte anche per Spagna e Italia.
Pur cambiando le dimensioni economiche dei singoli casi, la dinamica è sempre la stessa. La stampa economica mainstream (che non brilla certo per indipendenza) e le agenzie di rating finanziario (emanazioni dirette dell'alta finanza) lanciano l'allarme sullo stato di salute dei bilanci di uno Stato, che improvvisamente si ritrova "sull'orlo del baratro" e costretto a chiedere aiuto all'Unione europea, al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale.
Uno spettro si aggira per l'Europa: la paura del contagio della crisi economica, della bancarotta a catena degli Stati. Prima l'Islanda e la Lettonia, poi la Grecia. Ora è il turno dell'Irlanda, ma già si parla del Portogallo come prossimo della lista, e nuvole nere si addensano all'orizzonte anche per Spagna e Italia.
Pur cambiando le dimensioni economiche dei singoli casi, la dinamica è sempre la stessa. La stampa economica mainstream (che non brilla certo per indipendenza) e le agenzie di rating finanziario (emanazioni dirette dell'alta finanza) lanciano l'allarme sullo stato di salute dei bilanci di uno Stato, che improvvisamente si ritrova "sull'orlo del baratro" e costretto a chiedere aiuto all'Unione europea, al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale.
mercoledì 24 novembre 2010
Il tramonto dell'Occidente.
di Beppe Grillo - Fonte QUI
La crisi delle banche irlandesi non è una novità, come non lo era quella della Grecia e come non lo saranno le crisi di Portogallo, Italia e Spagna. Questione di mesi.
Ogni volta ci si stupirà come di fronte a un improvviso temporale estivo. Ieri la Merkel ha dichiarato che la crisi è estremamente grave e l'euro è a rischio. E noi che non lo sapevamo...
I politici danno brutte notizie solo se costretti, attendono l'ultimo istante per evitarci delle sofferenze inutili. Discutere dell'Irlanda o, a inizio 2010, del default greco, equivale a concentrarsi sul foro di un catino bucato. Lo scolapasta è l'intero Occidente che sta fallendo sotto il peso del suo debito pubblico aumentato del 50% in media in vent'anni.
I Paesi emergenti, il cosiddetto BRIC: Brasile, Russia, India e Cina, hanno un debito pubblico contenuto e stanno comprando quello occidentale.
Se la Cina vendesse tutti i titoli di Stato americani che possiede, pari a 883,5 miliardi di dollari, gli Stati Uniti potrebbero fallire.Il mondo si sta spostando a Sud e a Est. Il PIL dei Paesi del BRIC sta per superare quello del G6 (Germania, Italia, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone).
Quando il Biscione aveva Falce & Martello.
di Cartapazio Bortollotti in ResetItalia.
Navigando in Rete si trovano sempre tante cose dimenticate. Da una foto su Google è ritornata a galla questa vecchia storia del 1988. Dalla foto alla storia, come ben sappiamo, in Rete è un istante. E’ un «vecchio» manifesto, che affianca il marchio Publitalia accanto alla bandiera rossa con falce e martello: è il manifesto della Progress Informacjia Reklama, Progresso Informazione Pubblicità, la partnership realizzata nel 1988 tra Berlusconi e la tv di Stato dell’Unione Sovietica.
Publitalia, grazie alla mediazione di alcuni dirigenti del Pci, nell’88 ottenne l’esclusiva della raccolta pubblicitaria degli enti e aziende dell’Europa occidentale che volevano piazzare i loro spot in Urss.
Osserviamo dunque che quando c’è di mezzo il business anche “i poveri comunisti” sono una buona interfaccia commerciale. La storia però è saltata fuori esattamente per le politiche del 2006.
E dato che la memoria degli italiani è molto labile, far memoria è importante!
Una domanda prima di lasciarci. Ci sarà ancora questa partnership con la televisione sovietica?
Io non ho dubbi. Specialmente adesso che in Russia i comunisti non ci sono più.
Qualcuno però, come la buonanima di Amintore Fanfani, invece li fa apparire ancora in Italia e dicono che mangiano i bambini. Per quanto riguarda invece la Cina, qualcuno ha fatto credere che li fanno bolliti. Il punto è che qualcuno ci ha creduto perchè una “NonVerità” ripetuta 10 volte, diventa poi una Verità. Infatti tutti credono che in Italia ci sia un gran pullulare di comunisti.
In realtà il vero pullulare è a mano opposta, ove il nero fa buona compagnia con il verde e nessuno se ne accorge. Ma forse per Certi Italiani, questa è una storia che non è in argomento!
Buona lettura, sempre sperando in Libertà, ed arrivederci alla prossima storia dimenticata dal Vostro affezionato Cartapazio Bortollotti
Navigando in Rete si trovano sempre tante cose dimenticate. Da una foto su Google è ritornata a galla questa vecchia storia del 1988. Dalla foto alla storia, come ben sappiamo, in Rete è un istante. E’ un «vecchio» manifesto, che affianca il marchio Publitalia accanto alla bandiera rossa con falce e martello: è il manifesto della Progress Informacjia Reklama, Progresso Informazione Pubblicità, la partnership realizzata nel 1988 tra Berlusconi e la tv di Stato dell’Unione Sovietica.
Publitalia, grazie alla mediazione di alcuni dirigenti del Pci, nell’88 ottenne l’esclusiva della raccolta pubblicitaria degli enti e aziende dell’Europa occidentale che volevano piazzare i loro spot in Urss.
Osserviamo dunque che quando c’è di mezzo il business anche “i poveri comunisti” sono una buona interfaccia commerciale. La storia però è saltata fuori esattamente per le politiche del 2006.
E dato che la memoria degli italiani è molto labile, far memoria è importante!
Una domanda prima di lasciarci. Ci sarà ancora questa partnership con la televisione sovietica?
Io non ho dubbi. Specialmente adesso che in Russia i comunisti non ci sono più.
Qualcuno però, come la buonanima di Amintore Fanfani, invece li fa apparire ancora in Italia e dicono che mangiano i bambini. Per quanto riguarda invece la Cina, qualcuno ha fatto credere che li fanno bolliti. Il punto è che qualcuno ci ha creduto perchè una “NonVerità” ripetuta 10 volte, diventa poi una Verità. Infatti tutti credono che in Italia ci sia un gran pullulare di comunisti.
In realtà il vero pullulare è a mano opposta, ove il nero fa buona compagnia con il verde e nessuno se ne accorge. Ma forse per Certi Italiani, questa è una storia che non è in argomento!
Buona lettura, sempre sperando in Libertà, ed arrivederci alla prossima storia dimenticata dal Vostro affezionato Cartapazio Bortollotti
martedì 23 novembre 2010
Finalmente un po’ di panico!!!
Fonte: Controlacrisi del 22-11-2010
di Fabio Sebastiani
Il Portogallo spera nello stellone, la Grecia e la Spagna pregano. La crisi finanziaria in Europa rischia di diventare un vero e proprio buco nero. Un buco nero galattico, in cui prima o poi finiremo tutti, Germania esclusa naturalmente che in questi mesi ha pensato bene di coprirsi a spese degli altri partner dell’Ue. Sono ore difficili a Bruxelles, perché probabilmente si stanno rendendo conto che il vicolo è cieco. La Bce sta acquistando forsennatamente bond irlandesi. Ma è una misura artificiale ed inutile. A spaventare le borse non è più soltanto il valore dei bond ma la stessa risposta politica dei paesi che stanno “sotto botta”. Il panico si sta di nuovo diffondendo. E quando si diffonde il panico non c’è risposta razionale che tenga. I nodi arrivano al pettine: una economica che non pensa all’investimento è una economia che non esiste. Una economia finanziaria che lucra sulle disgrazie non è una economia, è un gioco al massacro. Ora che pure i “capitalisti” se ne stanno rendendo conto allora ecco affiorare i guai. Finalmente qualcuno capisce che non c’è partita contro la massa d’urto dei capitali speculativi. Sono troppo grandi e troppo ben inseriti nei posti giusti. Sono stati così ben congegnati che stanno perfino sfuggendo al controllo dei propri “padroni”. E ciò finirà per travolgerli, i padroni.
Nessuno crede più all’implosione del capitalismo. Anzi, quello che accadrà sarà che queste grandi menti dell’economia internazionale tenteranno fino all’ultimo di far pagare il conto ai lavoratori e ai cittadini. Sono loro a questo punto che hanno il compito di spezzare la catena di morte.
Quello su cui sta speculando la finanza internazionale, che ha ancora il problema di riprendersi dal colpo dei mutui subprime è proprio la mancanza di una economia degna di questo nome. E quindi di uno sviluppo. Del resto, non è accaduto così anche con la vicenda dei subprime? Questi mutui non erano mutui concessi a persone vicine alla soglia di povertà? E’ vero o no che una buona parte della filiera della speculazione scommetteva sul fatto che saltasse tutto da un momento all’altro proprio a causa dell’insolvenza? E’ vero o non che a rimetterci sono stati quelli che alla fine si sono ritrovati con il cerino in mano?
di Fabio Sebastiani
Il Portogallo spera nello stellone, la Grecia e la Spagna pregano. La crisi finanziaria in Europa rischia di diventare un vero e proprio buco nero. Un buco nero galattico, in cui prima o poi finiremo tutti, Germania esclusa naturalmente che in questi mesi ha pensato bene di coprirsi a spese degli altri partner dell’Ue. Sono ore difficili a Bruxelles, perché probabilmente si stanno rendendo conto che il vicolo è cieco. La Bce sta acquistando forsennatamente bond irlandesi. Ma è una misura artificiale ed inutile. A spaventare le borse non è più soltanto il valore dei bond ma la stessa risposta politica dei paesi che stanno “sotto botta”. Il panico si sta di nuovo diffondendo. E quando si diffonde il panico non c’è risposta razionale che tenga. I nodi arrivano al pettine: una economica che non pensa all’investimento è una economia che non esiste. Una economia finanziaria che lucra sulle disgrazie non è una economia, è un gioco al massacro. Ora che pure i “capitalisti” se ne stanno rendendo conto allora ecco affiorare i guai. Finalmente qualcuno capisce che non c’è partita contro la massa d’urto dei capitali speculativi. Sono troppo grandi e troppo ben inseriti nei posti giusti. Sono stati così ben congegnati che stanno perfino sfuggendo al controllo dei propri “padroni”. E ciò finirà per travolgerli, i padroni.
Nessuno crede più all’implosione del capitalismo. Anzi, quello che accadrà sarà che queste grandi menti dell’economia internazionale tenteranno fino all’ultimo di far pagare il conto ai lavoratori e ai cittadini. Sono loro a questo punto che hanno il compito di spezzare la catena di morte.
Quello su cui sta speculando la finanza internazionale, che ha ancora il problema di riprendersi dal colpo dei mutui subprime è proprio la mancanza di una economia degna di questo nome. E quindi di uno sviluppo. Del resto, non è accaduto così anche con la vicenda dei subprime? Questi mutui non erano mutui concessi a persone vicine alla soglia di povertà? E’ vero o no che una buona parte della filiera della speculazione scommetteva sul fatto che saltasse tutto da un momento all’altro proprio a causa dell’insolvenza? E’ vero o non che a rimetterci sono stati quelli che alla fine si sono ritrovati con il cerino in mano?
lunedì 22 novembre 2010
Iperliberismo, privatizzazioni, egemonia del capitale. E' stato solo il "ventennio berlusconiano"?
di Fosco Giannini. Fonte l'ernesto
Le debolezze della sinistra e l'esigenza di ricostruire un partito comunista di quadri e di massa.
Il lungo e melmoso regno di Berlusconi – a detta di molti e salvo sorprese che possono ancora e verosimilmente scaturire da un senso comune di massa italiano ormai fortemente nord americanizzato, cioè svuotato in tanta parte di coscienza politica e civica - sembrerebbe alla fine.
Sarebbe questo, per delineare l’alternativa, il tempo dei bilanci seri, di lungo respiro, anche se tali bilanci – vera e propria esigenza strategica - non sembrano certo segnare il “pensiero”, la ricerca ed il progetto della “sinistra” italiana, sia di quella ormai liberista, sia di quella moderata che di quella radicale e anticapitalista.
Il bilancio, l’analisi potrebbero essere focalizzati sugli ultimi vent’anni, sul cosiddetto “ventennio berlusconiano” ( definizione per la verità impropria, poiché il potere berlusconiano non è stato totale, ma inframmezzato da significative fasi governative del centro sinistra) e dovrebbero gramscianamente estendersi alle trasformazioni dei processi produttivi, al disfarsi e al nuovo farsi della “classe”, al ruolo della cultura dominante, al cambiamento dei costumi e del senso comune di massa, alla penetrazione imperialista, al grado di subordinazione del capitalismo italiano alle multinazionali estere, alla natura attuale – dunque- del capitalismo italiano, al ruolo egemone degli USA e della NATO, al grado di involuzione subordinata delle forze di sinistra e sindacali in questo ventennio e via dicendo.
Le debolezze della sinistra e l'esigenza di ricostruire un partito comunista di quadri e di massa.
Il lungo e melmoso regno di Berlusconi – a detta di molti e salvo sorprese che possono ancora e verosimilmente scaturire da un senso comune di massa italiano ormai fortemente nord americanizzato, cioè svuotato in tanta parte di coscienza politica e civica - sembrerebbe alla fine.
Sarebbe questo, per delineare l’alternativa, il tempo dei bilanci seri, di lungo respiro, anche se tali bilanci – vera e propria esigenza strategica - non sembrano certo segnare il “pensiero”, la ricerca ed il progetto della “sinistra” italiana, sia di quella ormai liberista, sia di quella moderata che di quella radicale e anticapitalista.
Il bilancio, l’analisi potrebbero essere focalizzati sugli ultimi vent’anni, sul cosiddetto “ventennio berlusconiano” ( definizione per la verità impropria, poiché il potere berlusconiano non è stato totale, ma inframmezzato da significative fasi governative del centro sinistra) e dovrebbero gramscianamente estendersi alle trasformazioni dei processi produttivi, al disfarsi e al nuovo farsi della “classe”, al ruolo della cultura dominante, al cambiamento dei costumi e del senso comune di massa, alla penetrazione imperialista, al grado di subordinazione del capitalismo italiano alle multinazionali estere, alla natura attuale – dunque- del capitalismo italiano, al ruolo egemone degli USA e della NATO, al grado di involuzione subordinata delle forze di sinistra e sindacali in questo ventennio e via dicendo.
domenica 21 novembre 2010
dal Congresso della Federazione della Sinistra. DAI GIOVANI LA RICHIESTA DI UNITA' DEI COMUNISTI
Fonte FdS
UNITA’, NELLE LOTTE, DEI COMUNISTI E DELLA SINISTRA, INNOVAZIONE E RINNOVAMENTO
Guardiamo al congresso della Federazione della Sinistra con grande speranza. Per la prima volta dopo tanti anni intravediamo, infatti, la possibilità di invertire la tendenza che ha segnato l'intero arco storico della nostra esperienza politica: la tendenza alla scissione, al frazionamento, alla divisione e per questa via all'indebolimento dei comunisti e della sinistra italiana.
In questo anelito finalmente unitario sta la ragione di fondo della nostra profonda condivisione del processo federativo.
Come giovani compagne e compagni iscritti ai soggetti aderenti alla Federazione siamo impegnati in un processo parallelo di unificazione delle nostre rispettive esperienze organizzate. Esso ha uno sviluppo e un percorso autonomo, che vedrà entro febbraio lo svolgimento di un grande appuntamento fondativo.
UNITA’, NELLE LOTTE, DEI COMUNISTI E DELLA SINISTRA, INNOVAZIONE E RINNOVAMENTO
Guardiamo al congresso della Federazione della Sinistra con grande speranza. Per la prima volta dopo tanti anni intravediamo, infatti, la possibilità di invertire la tendenza che ha segnato l'intero arco storico della nostra esperienza politica: la tendenza alla scissione, al frazionamento, alla divisione e per questa via all'indebolimento dei comunisti e della sinistra italiana.
In questo anelito finalmente unitario sta la ragione di fondo della nostra profonda condivisione del processo federativo.
Come giovani compagne e compagni iscritti ai soggetti aderenti alla Federazione siamo impegnati in un processo parallelo di unificazione delle nostre rispettive esperienze organizzate. Esso ha uno sviluppo e un percorso autonomo, che vedrà entro febbraio lo svolgimento di un grande appuntamento fondativo.
Congresso/1 - Salvi: «Cambiare si deve, la storia non è finita»
Fonte: FdS
La Federazione della sinistra va.
A zig zag, dice qualcuno, ma va. E non suoni strano che a dare la carica alla platea sia un signore settantenne, ancorché stimato costituzionalista, come Gianni Ferrara: «E’ una buona giornata, confortante e non dobbiamo essere timidi, incerti, esitanti. Il percorso lo stiamo facendo e dobbiamo ritenerlo irreversibile, sennò saremo spazzati via - prosegue Ferrara -. Il futuro è denso di molti pericoli e poche chance, ma la sfida di esserci è cruciale. I comunisti ci sono, nessun muro ci ha seppellito. Possiamo non combattere?».
Coso nostro.
di Marco Travaglio
Ci sarà tempo per valutare nei dettagli la sentenza della Corte d’appello di Palermo che spiega la condanna di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa a 7 anni di carcere (contro i 9 del primo grado).
Il perché dello sconto era già chiaro dal dispositivo emesso il 29 giugno: i secondi giudici, diversamente dai primi, hanno ritenuto provata la mafiosità del senatore imputato fino al 1992 e non dopo, quando Dell’Utri inventò Forza Italia e Berlusconi portò la Fininvest nello Stato.
ΨΗΦΟΣ Με τα μυαλά στην τρόικα
Fonte: Η Εποχή
Αύριο έρχεται ξανά το κλιμάκιο της τρόικας φέρνοντας μαζί του τα επικαιροποιημένα στοιχεία για το έλλειμμα που εκτινάσσεται στο 15,5% του ΑΕΠ, καθώς επίσης τις σκληρές θέσεις του για την υστέρηση του προγράμματος εκτέλεσης του μνημονίου.
Η κυβέρνηση για μια ακόμα φορά, παρά το γεγονός της κατάρρευσης των στόχων της με ύφεση 4,5% υπερακοντίζοντας τις προτάσεις της τρόικας, αρνούμενη να θίξει τα συμφέροντα του κεφαλαίου, προετοιμάζει εκ νέου επίθεση απέναντι στους μισθωτούς, συνταξιούχους και μικροεπαγγελματίες. Σύμφωνα με πληροφορίες θα προχωρήσει σε νέα αύξηση του ΦΠΑ, θα κάνει ακόμα σκληρότερη περικοπή των δαπανών για την Υγεία, κοινωνική πρόνοια και τις ΔΕΚΟ, με συνέπεια να καταρρεύσουν πλήρως. Στην προπαγάνδα της, προκειμένου να προετοιμάσει το έδαφος, μιλά για απολύσεις εργαζομένων στο Δημόσιο και τις ΔΕΚΟ.
Παρά την εσκεμμένη παθητικότητα της ηγεσίας του συνδικαλιστικού κινήματος, φαίνεται ότι αναπτύσσονται οργανωμένες δυναμικά και μαζικά συσπειρώσεις των εργαζομένων από τα πρωτοβάθμια σωματεία.
Σήμερα καταψηφίζουμε τα αυτοδιοικητικά σχήματα που στηρίζονται από την κυβέρνηση και τη ΝΔ. Το μήνυμα και αυτή την Κυριακή πρέπει να είναι δυναμικό, μαζικό και σαφές.
Από αύριο Δευτέρα, η ψαλιδισμένη κυβέρνηση του ΠΑΣΟΚ θα αντιμετωπίσει και τα δυναμικά συλλαλητήρια που ξεκινούν με αφορμή την επέτειο του Πολυτεχνείου, για να ανατραπεί η κυβερνητική πολιτική και να φύγει η τρόικα από την Ελλάδα.
Η κυβέρνηση για μια ακόμα φορά, παρά το γεγονός της κατάρρευσης των στόχων της με ύφεση 4,5% υπερακοντίζοντας τις προτάσεις της τρόικας, αρνούμενη να θίξει τα συμφέροντα του κεφαλαίου, προετοιμάζει εκ νέου επίθεση απέναντι στους μισθωτούς, συνταξιούχους και μικροεπαγγελματίες. Σύμφωνα με πληροφορίες θα προχωρήσει σε νέα αύξηση του ΦΠΑ, θα κάνει ακόμα σκληρότερη περικοπή των δαπανών για την Υγεία, κοινωνική πρόνοια και τις ΔΕΚΟ, με συνέπεια να καταρρεύσουν πλήρως. Στην προπαγάνδα της, προκειμένου να προετοιμάσει το έδαφος, μιλά για απολύσεις εργαζομένων στο Δημόσιο και τις ΔΕΚΟ.
Παρά την εσκεμμένη παθητικότητα της ηγεσίας του συνδικαλιστικού κινήματος, φαίνεται ότι αναπτύσσονται οργανωμένες δυναμικά και μαζικά συσπειρώσεις των εργαζομένων από τα πρωτοβάθμια σωματεία.
Σήμερα καταψηφίζουμε τα αυτοδιοικητικά σχήματα που στηρίζονται από την κυβέρνηση και τη ΝΔ. Το μήνυμα και αυτή την Κυριακή πρέπει να είναι δυναμικό, μαζικό και σαφές.
Από αύριο Δευτέρα, η ψαλιδισμένη κυβέρνηση του ΠΑΣΟΚ θα αντιμετωπίσει και τα δυναμικά συλλαλητήρια που ξεκινούν με αφορμή την επέτειο του Πολυτεχνείου, για να ανατραπεί η κυβερνητική πολιτική και να φύγει η τρόικα από την Ελλάδα.
Iscriviti a:
Post (Atom)