Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

sabato 1 gennaio 2011

Risata augurale. BUON ANNO !!

Accogliamo con questa risata spontanea e sincera dei nostri nipotini il nuovo anno ... e che li accompagni in un futuro migliore ....

venerdì 31 dicembre 2010

Il tramonto della democrazia nell'era della globalizzazione.


di Danilo Zolo: Fonte: Controlacrisi.
1. Il declino dei modelli classici e post-classici della democrazia

Oggi non è chiaro che cosa significhi la parola "democrazia". Coloro che usano disinvoltamente il termine "democrazia" lo fanno o per pigrizia intellettuale o per scarsa conoscenza dei problemi. Molto spesso si tratta di retorica politica e di presunzione ideologica occidentale.

Negli Stati Uniti d'America, in particolare, i leader politici usano il termine democracy per esaltare il proprio regime e per discriminare sul piano internazionale quelli che essi chiamano "Stati canaglia" (rogue states). Non c'è dubbio che il significato classico di "democrazia", risalente all'esperienza ateniese, appartiene ad una storia remota che ormai ha ben poco da insegnarci. Oggi, in tempi di espansione globale del potere politico, economico e militare, nessuno studioso serio pensa che il modello della agorà e della ecclesia abbia una qualche attualità.

E nessuno oggi crede che i partiti politici siano realmente delle organizzazioni "rappresentative" che trasmettono fedelmente ai vertici del potere statale le esigenze e le aspettative degli elettori. Oltre a tutto ciò, oggi si deve riconoscere che anche la "dottrina pluralistica" della democrazia, affermatasi in Occidente dopo la seconda guerra mondiale, è ormai in declino.

giovedì 30 dicembre 2010

Land Grabbing: il nuovo strisciante colonialismo del “secondomondo”

dalla newsletter di Valli Unite
Land Grabbing, sapete cos'è?
Il colonialismo classico? Roba superata da due secoli! Aggiornatevi,ora c'è il “Land grabbing”!Significa “appropriazione di terreni” ed è la nuova forma dicolonialismo in voga: Arabia saudita, Cina, India, Corea del Sud, etanti altri piccoli stati emergenti stanno comprando o affittandomilioni di ettari di terreno in Africa o Sud America, per sfruttarlidal punto di vista agricolo (e avere derrate alimentari a prezzobasso) o minerario. Ma quanto profitto rimane al mercato locale o al PIL degli stati che hanno venduto o dato in affitto?
Land Grabbing: il nuovo strisciante colonialismo del “secondomondo”
Il termine “Land Grabbing” tecnicamente significa“appropriazione di terreni” ed è la nuova forma di colonialismoche si basa sull’affitto e, qualche volta, sull’acquisto di grandiappezzamenti di terreni in Africa e, in forma minore, in Sud America,una formula tanto in voga nei paesi emergenti.
Niente a che fare quindi con il “vecchio” colonialismo quando il “primo mondo” (l’occidente) si mangiava tutto. E’ il “secondo mondo” che si sta mangiando il “terzo mondo”.

Quando la famiglia non parla: Natale e Capodanno feste della depressione.


Le confessioni di chi sopporta una solitudine mascherata: disagi e incomprensioni diventano insopportabili nell'aria di festa che le scadenze rituali impongono alle abitudini. Scatole di regali ma scatole vuote di sentimenti
Quando la famiglia non parla: Natale e Capodanno feste della depressione

di Luisa Barbieri - Fonte: Domani-Arcoiris
“Odio le feste di Natale, e lo scatto della lancetta di San Silvestro non ha senso, è solo una ricorrenza commerciale, l’inneggiamento allo sperpero, al vuoto… certamente non esprime il significato della festa cristiana! Per fare un esempio: all’interno della mia famiglia di origine impera il conflitto, ma in questo periodo, a mio avviso, in maniera molto ipocrita… ci si adopera per lo scambio dei regali, per organizzare la cena della vigilia sorridendo sotto l’albero carico di doni e sfavillante di luci gioiose… queste cose io proprio non le sopporto, scapperei lontano da tutto questo e … forse lo farò sapendo di incorrere nelle ire di tutti. Sai, sbattere in faccia la verità smascherando l’ipocrisia è un atto di coraggio e non viene ripagato se non con l’emarginazione” (L.T.)

mercoledì 29 dicembre 2010

Operaio Fiat modello Marchionne

Il dovere morale e politico della Cgil.


Fonte: Liberazione.
Accordo storico. Così giustamente è stato definito il testo che Marchionne ha imposto ai sindacati complici e alla Confidustria. Se si usa questo aggettivo però bisogna avere il coraggio di accettare i paragoni con i fatti del passato.
Ce n’è solo uno adeguato.Il 2 ottobre 1925 Mussolini come presidente del Consiglio, la Confidustria e i sindacati corporativi, nazionalisti e fascisti, firmarono a Palazzo Vidoni un patto sociale che eliminava le commissioni interne e il diritto dei lavoratori a scegliersi liberamente le proprie rappresentanze. Il patto di Mirafiori fa la stessa identica cosa.
Vengono, per la prima volta dal 1945, eliminate nella più grande fabbrica italiana le libertà sindacali. I lavoratori non potranno più liberamente scegliere a quale sindacato associarsi e non potranno più votare le proprie rappresentanze. Come all’epoca del fascismo i sindacalisti di fabbrica saranno esclusivamente nominati dalle organizzazioni sindacali complici dell’azienda e come allora potranno essere chiamati “fiduciari”.

I sicari dell'economia globale.



Autore: Amoroso, Bruno
Fonte: Eddyburg - Data di pubblicazione: 28.12.2010

Il problema non sono gli “speculatori finanziari”, ma il fatto che il capitalismo si è trasformato «da una economia di produzione in un sistema basato sulla rendita e lo sfruttamento delle altrui risorse». Il manifesto, 28 dicembre 2010

Nel suo editoriale su La Repubblica del 19.12.2010 Eugenio Scalfari ci informa sull'esistenza di una Cupola finanziaria che gestisce le principali speculazioni mondiali. La sua fonte è il New York Times, che conferma quanto aveva già letto in Marx tempo prima. Da qui alcune sue deduzioni - di Eugenio Scalfari s'intende - sulle quali è bene soffermarsi.

Americanizzazione, ossia marchionnismo.


L' avvento del "Marchionnismo" - Di Alfonso Gianni*
Fonte: paneacqua. 28 dicembre 2010.
Morto un picconatore se ne fa un altro. Dopo la scomparsa di Francesco Cossiga, ecco brillare l'astro di Sergio Marchionne. Se il primo aveva affondato i propri colpi nel ventre molle delle istituzioni e squarciato il velo di ipocrisia che avvolgeva i rapporti politici della Prima Repubblica, il secondo usa il maglio per sconvolgere le relazioni industriali e sindacali del nostro paese al fine di completare quell'opera poco meritoria di americanizzazione della società che finora si era concentrata sullo smantellamento dello stato sociale

martedì 28 dicembre 2010

A sinistra. La lezione del conflitto.


Fonte/Autore:
«Se la destra trionfa, ciò accade anche per l'inerzia e l'inconsapevolezza del progressismo democratico». Una riflessione sul pesante giro di vite impresso dal potere politico e da quello economico alla lotta di classe.
Il manifesto, 28 dicembre 2010
Siamo al contraccolpo della spallata fallita. Scampato il pericolo della bocciatura parlamentare, Berlusconi e Bossi, Tremonti e Sacconi dilagano. L'università è sfigurata, la stampa libera ha un bavaglio che la soffocherà, il lavoro è messo in riga, pronto per il nuovo che avanza grazie a Marchionne e Bonanni. Può darsi sia il crepuscolo del piduismo in salsa berlusconiana, anche se la popolarità della cricca al potere non scema.
Di certo è un tramonto velenoso. Devastante. Cupo come l'ultima macabra stagione del fascismo repubblichino, al quale il protagonismo dei Gasparri e dei La Russa rimanda. Ci stiamo avvitando con rapidità vertiginosa in una crisi generale di inedite proporzioni. I dati sulla povertà di massa, la disoccupazione giovanile e la precarietà del lavoro dipendente mettono nero su bianco il senso di un'intera fase storica durata almeno due decenni, nel corso della quale i poteri forti hanno riconquistato con gli interessi il terreno perduto con le lotte degli anni Sessanta e Settanta.
Ma se la destra trionfa, ciò accade anche per l'inerzia e l'inconsapevolezza del progressismo democratico. Torniamo alla mancata spallata del 14 dicembre.

Sinistra: Le parole per raccontare quel che resta di un´idea.


Fine delle ideologie, crisi del riformismo, globalizzazione: eppure c´è ancora chi scommette sul futuro di un concetto.
Abbiamo chiesto a celebri pensatori e intellettuali europei di spiegare la loro visione e le prospettive possibili
Quelle parole che la Sinistra deve riscoprire

MARC LAZAR
La crisi della sinistra riformista europea oggi è oramai un´idea condivisa. Essa non ha motivo di vergognarsi del proprio passato. Ha contribuito a forgiare la democrazia e il welfare e, dunque, un´ampia parte dell´identità europea.
Ciò nonostante, il suo modello di cambiamento graduale delle società nel quadro degli Stati-nazione è in via di esaurimento.
La sinistra, più della destra, soffre la globalizzazione, le trasformazioni del capitalismo mondiale, il processo di individualizzazione, la sensazione sempre più ossessiva del declino del vecchio continente, le tentazioni di ripiegamento identitario sfruttate dai movimenti populisti.
La Storia dimostra che ciò che ha fatto la forza della socialdemocrazia è stata la sua capacità di adattamento alle evoluzioni delle società, il più delle volte generate esse stesse dalle metamorfosi del capitalismo. Un aggiornamento spesso difficile, nutrito da vivaci dibattiti interni sulle proposte definite "revisioniste", da Eduard Berstein (fine del secolo XIX) a Anthony Giddens (fine del secolo XX), passando per tanti altri pensatori e responsabili politici.
E, tuttavia, con una domanda ossessiva dei nostri giorni al socialismo: il suo avvenire si iscrive nella linea dell´ideologia e dei suoi punti di riferimento, oppure suppone di varcare le frontiere tradizionali della sinistra e di esplorare altri orizzonti?

lunedì 27 dicembre 2010

IL RUOLO DEI COMUNISTI.


di Marco Rizzo - Fonte: comunistisinistrapopolare

La crisi strutturale del sistema capitalistico produce sempre più contraddizioni anche nel nostro paese. Il diritto ad un lavoro dignitoso è stato ormai definitivamente seppellito da una giungla legislativa che consente solo precarietà senza diritti.
I lavoratori contrattualizzati vedono ridursi drasticamente garanzie e salario in un processo di parificazione al ribasso verso le nuove generazioni, che assaggiano già da tempo la nuova dottrina di regime della Fiat di Marchionne.
La concentrazione di ricchezze prosegue a ritmo ininterrotto nelle mani di una ristretta e spregevole umanità fatta di poteri forti, banche, finanza e grandi gruppi, collegata in parallelo all’impoverimento generalizzato e alla drastica riduzione del tenore di vita di larga parte della popolazione.

domenica 26 dicembre 2010

Siamo alla guerra di classe.


All'attacco totalitario classista del capitale contro i lavoratori si deve rispondere con la guerra unitaria classista del mondo del lavoro.
Πακέτα ιδιωτικοποιήσεων δημόσιας γης, βασικών και συγκεντρωμένων κλάδων παραγωγής, δικτύων και υποδομών, «απελευθέρωση» εκατοντάδων επαγγελμάτων προσφέρει απλόχερα η κυβέρνηση στο κεφάλαιο, για την άκρατη ενίσχυσή του. Ταυτόχρονα, του παρέχει ζεστό χρήμα ενίσχυσης για επενδύσεις και νέες προκλητικές φοροελαφρύνσεις. Ακόμη, η κυβέρνηση με τη μείωση των εργοδοτικών ασφαλιστικών εισφορών κατά 25%, που δρομολογεί την κατάργησή τους και οδηγεί στο βούλιαγμα των Ταμείων, αμέσως μετά την ψήφιση του νόμου κατάργησης των κλαδικών συμβάσεων και επιβολής των επιχειρησιακών - που μειώνουν δραστικά μισθούς και μεροκάματα αλλά και συντάξεις - αυξάνει ακόμη περισσότερο την εκμετάλλευση. Πρόκειται για ολοκληρωτικό ταξικό πόλεμο ενάντια στην εργατική τάξη, που πρέπει να πάρει απάντηση με τον ενιαίο ταξικό πόλεμο εργατών, μικροπαραγωγών πόλης και χωριού, για την ικανοποίηση όλων των σύγχρονων αναγκών τους σε ρότα αντιμονοπωλιακή, για τη λαϊκή εξουσία και οικονομία.

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