Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...
(di classe) :-))
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...
(di classe) :-))
Francobolllo
Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.
Europa, SVEGLIA !!
sabato 13 marzo 2010
Serie Approfondimenti
Crisi dello spazio urbano o fine (morte) delle città?
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Letto in Materiali Resistenti.
Fonte: "Eddyburg"
Data di pubblicazione: 28.02.2010. Autore: Salzano, Edoardo
Relazione di apertura della IV sessione (24 febbraio 2010) del convegno “Ma cos’è questa crisi”, Le Settimane della Politica, II edizione
Di quale città parliamo. Dobbiamo precisare innanzitutto che cosa intendiamo per “città”, l’oggetto attorno al quale ragioniamo in questa giornata. Possiamo intendere per “città” quella realtà cui si riferiscono le statistiche internazionali, quando affermano che la grande maggioranza della popolazione del nostro pianeta vive ormai in condizione urbana. Possiamo intendere quindi per “città” ogni agglomerazione di popolazione in spazi relativamente limitati, ciascuno dei quali caratterizzato da alte densità, fitte relazioni tra le persone e le attività, prevalenza di artificialità nei materiali presenti, alto livello di trasformazione rispetto al dato naturale. Possiamo intendere invece per “città” quella particolare forma dell’habitat dell’uomo che si è manifestata nella vicenda storica della civiltà europea, che ha la sua matrice nella polis greca e nell’urbs romana,
venerdì 12 marzo 2010
Justification for US Military Intervention in CUBA
Un documento segreto dei servizi USA degli anni '60, sulla organizzazione di azioni provocatorie e finti attacchi terroristici all'estero e nel territorio usa per creare occasioni e giustificare interventi contro Cuba.
(Qui la FONTE e da Wikidedia)
(Qui la FONTE e da Wikidedia)
Operazione Northwoods
Memorandum del Piano Northwoods (13 marzo 1962) Documento completo in PDF
L'Operazione Northwoods (Operation Northwoods) fu un piano concepito nel 1962 da altissimi dirigenti del Dipartimento (Ministero) della Difesa USA (tra i quali la massima autorità militare, il Capo degli Stati Maggiori Riuniti, generale Lyman Lemnitzer) allo scopo di suggestionare l'opinione pubblica statunitense ed indurla così a sostenere un attacco militare USA contro il regime cubano di Fidel Castro.
Il piano, che non fu mai messo in atto, prevedeva l'esecuzione di una serie di azioni organizzate da entità governative USA condotte sotto mentite spoglie e in maniera tale da farle apparire come dirette da entità esterne e contrarie al governo statunitense, inclusi attacchi terroristici (compreso la simulazione del dirottamento di falsi aerei di linea) da portare a termine contro il territorio nazionale degli Stati Uniti.
Sino a quando, in tempi recenti, non sono venuti alla luce (a seguito di una richiesta del National Security Archive statunitense che si è avvalsa del Freedom of Information Act) documenti ufficiali declassificati del governo statunitense che provano in modo incontrovertibile la realtà di tale piano, voci ed informazioni giornalistiche relative alla sua esistenza erano sempre state definite come destituite di qualsiasi fondamento.
Memorandum del Piano Northwoods (13 marzo 1962) Documento completo in PDF
L'Operazione Northwoods (Operation Northwoods) fu un piano concepito nel 1962 da altissimi dirigenti del Dipartimento (Ministero) della Difesa USA (tra i quali la massima autorità militare, il Capo degli Stati Maggiori Riuniti, generale Lyman Lemnitzer) allo scopo di suggestionare l'opinione pubblica statunitense ed indurla così a sostenere un attacco militare USA contro il regime cubano di Fidel Castro.
Il piano, che non fu mai messo in atto, prevedeva l'esecuzione di una serie di azioni organizzate da entità governative USA condotte sotto mentite spoglie e in maniera tale da farle apparire come dirette da entità esterne e contrarie al governo statunitense, inclusi attacchi terroristici (compreso la simulazione del dirottamento di falsi aerei di linea) da portare a termine contro il territorio nazionale degli Stati Uniti.
Sino a quando, in tempi recenti, non sono venuti alla luce (a seguito di una richiesta del National Security Archive statunitense che si è avvalsa del Freedom of Information Act) documenti ufficiali declassificati del governo statunitense che provano in modo incontrovertibile la realtà di tale piano, voci ed informazioni giornalistiche relative alla sua esistenza erano sempre state definite come destituite di qualsiasi fondamento.
mercoledì 10 marzo 2010
... se non e' fascismo questo...
(Articolo inviato da Zag a ListaSinistra)
Ma chiamatelo come volete, regime, fascismo, autoritarismo, non sono le parole che servono ne tantomeno le analogie fatte col misurino , ma le lineee di tendenze, la sostanza delle cose, il processo in atto.
Quando un presidente della repubblica, firma un atto palesemente contro la costituzione perché sotto ricatto, non vi ricorda niente? il 22 per esempio?
Quando il parlamento è non solo un aggregato di nominati enon eletti, e per giunta anche le prerogative di opposizione, anche se formale, viene negata a furia di decreto legge, anche in presenza di una maggioranza schiacciante.
Quando si legifera per l'immunità di pochi potentati (uno solo) contro un principio fondamentale delle libertà democratiche borghesi che vuole la legge uguale per tutti.
Quando si irride con insulti e epiteti contro tutte le istituzioni, che dovrebbero garantire le libertà e la democrazia.
Ma chiamatelo come volete, regime, fascismo, autoritarismo, non sono le parole che servono ne tantomeno le analogie fatte col misurino , ma le lineee di tendenze, la sostanza delle cose, il processo in atto.
Quando un presidente della repubblica, firma un atto palesemente contro la costituzione perché sotto ricatto, non vi ricorda niente? il 22 per esempio?
Quando il parlamento è non solo un aggregato di nominati enon eletti, e per giunta anche le prerogative di opposizione, anche se formale, viene negata a furia di decreto legge, anche in presenza di una maggioranza schiacciante.
Quando si legifera per l'immunità di pochi potentati (uno solo) contro un principio fondamentale delle libertà democratiche borghesi che vuole la legge uguale per tutti.
Quando si irride con insulti e epiteti contro tutte le istituzioni, che dovrebbero garantire le libertà e la democrazia.
martedì 9 marzo 2010
Alessandro Robecchi. Vieni avanti (de)cretino.
AvaTAR! Vieni avanti (de)cretino!
pubblicato in Varie & eventuali
Il Tar del Lazio ha rilasciato una sentenza di una sola riga, anzi di una sola parola: "Marameo!". La legge elettorale per votare nella regione Lazio è una legge regionale, mica si può cambiare, o interpretare col famoso metodo "a cazzo" con un decreto legge del governo centrale. I soliti comunisti del Tar! Ora si apre un altro rosario di ricorsi e dunque c’è speranza per noi osservatori neutrali, perché le figure di merda sono come Cicchitto e Bonaiuti, viaggiano sempre in coppia. Ma facciamo il punto della situazione. Con il suo (de)cretino ad buffonem il PdL ha ottenuto vari scopi: 1) ha scatenato le opposizioni che si sono persino messe a fare il loro lavoro in parlamento con l’ostruzionismo duro sul legittimo impedimento; 2) ha fatto una figura da cioccolataio deliberando in modo maldestro su una materia su cui non ha poteri; 3) non è riuscito a riammettere la lista PdL a Roma e provincia. Niente male come partito del fare (fare schifo?). Insomma, compagni, manteniamo la vigilanza, ma qualche speranza c’è: se questi qui tentano il golpe potrebbe succedere che: 1) per sbaglio invadono la Svizzera; 2) capottano col carrarmato; 3) si sparano in un piede. Ora speriamo nel Consiglio di Stato, poi toccherà alla Sacra Rota, poi alla Federal Reserve, quindi al sangue di San Gennaro e infine alla pozione magica del druido Panoramix. Si vota tra tre settimane, chissà, magari la profezia dei Maya si avvera con un paio d’anni di anticipo e c’è la fine del mondo prima delle regionali. Il partito del fare ridere non delude mai!
Nella foto, la patata transgenica (grazie a Vukic) che ha voluto il decreto interpretativo. Per interpretarla meglio cliccaci sopra!
pubblicato in Varie & eventuali
Il Tar del Lazio ha rilasciato una sentenza di una sola riga, anzi di una sola parola: "Marameo!". La legge elettorale per votare nella regione Lazio è una legge regionale, mica si può cambiare, o interpretare col famoso metodo "a cazzo" con un decreto legge del governo centrale. I soliti comunisti del Tar! Ora si apre un altro rosario di ricorsi e dunque c’è speranza per noi osservatori neutrali, perché le figure di merda sono come Cicchitto e Bonaiuti, viaggiano sempre in coppia. Ma facciamo il punto della situazione. Con il suo (de)cretino ad buffonem il PdL ha ottenuto vari scopi: 1) ha scatenato le opposizioni che si sono persino messe a fare il loro lavoro in parlamento con l’ostruzionismo duro sul legittimo impedimento; 2) ha fatto una figura da cioccolataio deliberando in modo maldestro su una materia su cui non ha poteri; 3) non è riuscito a riammettere la lista PdL a Roma e provincia. Niente male come partito del fare (fare schifo?). Insomma, compagni, manteniamo la vigilanza, ma qualche speranza c’è: se questi qui tentano il golpe potrebbe succedere che: 1) per sbaglio invadono la Svizzera; 2) capottano col carrarmato; 3) si sparano in un piede. Ora speriamo nel Consiglio di Stato, poi toccherà alla Sacra Rota, poi alla Federal Reserve, quindi al sangue di San Gennaro e infine alla pozione magica del druido Panoramix. Si vota tra tre settimane, chissà, magari la profezia dei Maya si avvera con un paio d’anni di anticipo e c’è la fine del mondo prima delle regionali. Il partito del fare ridere non delude mai!
Nella foto, la patata transgenica (grazie a Vukic) che ha voluto il decreto interpretativo. Per interpretarla meglio cliccaci sopra!
Berlusconi in Brasile
Berlusconi in Brasile (1) – Chissà come gli italiani lo accoglieranno
08-03-2010 di Fabio Porta e Gino Bucchino
(Fonte)
“Ultim’ora”, il viaggio oltreoceano slitta a dopo le elezioni: i nostri emigranti sono scontenti e il premier ci ha ripensato. Ma i problemi restano
A pochi giorni dalla visita in Brasile del capo del governo, ecco 13 domande alle quali B dovrebbe dare risposta prima di attraversare l’Atlantico. Migliaia e migliaia di italiani in miseria, abbandonati; istituti di cultura in disarmo; informazioni Rai (legame indispensabile per “capire” la patria lontana) ridotte al lumicino dal taglio di 15 milioni di euro. Mentre Germania, Spagna e altri paesi d’Europa valorizzano le loro comunità, noi continuiamo a considerarle ghetti che raccolgono i disperati del passaporto rosso.
1) In Brasile vive oggi la maggiore comunità di italo-discendenti al mondo: si tratta secondo stime attendibili di circa 36 milioni di persone; di queste oltre 300mila hanno la cittadinanza italiana (più della metà solo nella circoscrizione consolare di San Paolo). Con molte difficoltà e poche risorse è partita circa un anno fa la cosiddetta “operazione task-force” per consentire ai sei consolati italiani presenti sull’enorme territorio brasiliano di evadere l’accumulo di oltre mezzo milione di domande di cittadinanza. Il governo intende sostenere tale azione, anche con il rafforzamento e l’estensione di una rete consolare precaria e non adeguata alle dimensioni del Brasile e della grandissima comunità di origine italiana?
08-03-2010 di Fabio Porta e Gino Bucchino
(Fonte)
“Ultim’ora”, il viaggio oltreoceano slitta a dopo le elezioni: i nostri emigranti sono scontenti e il premier ci ha ripensato. Ma i problemi restano
A pochi giorni dalla visita in Brasile del capo del governo, ecco 13 domande alle quali B dovrebbe dare risposta prima di attraversare l’Atlantico. Migliaia e migliaia di italiani in miseria, abbandonati; istituti di cultura in disarmo; informazioni Rai (legame indispensabile per “capire” la patria lontana) ridotte al lumicino dal taglio di 15 milioni di euro. Mentre Germania, Spagna e altri paesi d’Europa valorizzano le loro comunità, noi continuiamo a considerarle ghetti che raccolgono i disperati del passaporto rosso.
1) In Brasile vive oggi la maggiore comunità di italo-discendenti al mondo: si tratta secondo stime attendibili di circa 36 milioni di persone; di queste oltre 300mila hanno la cittadinanza italiana (più della metà solo nella circoscrizione consolare di San Paolo). Con molte difficoltà e poche risorse è partita circa un anno fa la cosiddetta “operazione task-force” per consentire ai sei consolati italiani presenti sull’enorme territorio brasiliano di evadere l’accumulo di oltre mezzo milione di domande di cittadinanza. Il governo intende sostenere tale azione, anche con il rafforzamento e l’estensione di una rete consolare precaria e non adeguata alle dimensioni del Brasile e della grandissima comunità di origine italiana?
lunedì 8 marzo 2010
Lasciateci in pace.'
Reportage da Helmand, Afghanistan meridionale. La gente di Marjah racconta al nostro inviato che l'operazione Moshtarak ha provocato almeno duecento morti tra la popolazione civile. E spiegano perché preferiscono essere governati dai talebani
Dal nostro inviato (Peacereporter) Enrico Piovesana
LASHKARGAH - In una guerra è sempre difficile raccontare la verità, riuscire a separare la realtà dei fatti dalla propaganda dell'una e dell'altra parte.
L'unico modo per tentare di capire cosa stia veramente succedendo in questi giorni qui in Helmand, nel sud dell'Afghanistan, teatro della più grande offensiva militare dall'inizio di questa guerra, è quello di parlare con la popolazione civile, con la gente di Marjah che riesce ad arrivare qui a Lashkargah per mettersi in salvo o portare nel capoluogo i parenti feriti nei combattimenti.
Molti di loro sono ricoverati all'ospedale di Emergency: unica struttura sanitaria di alta qualità (e gratuita) di questa polverosa città rurale e dell'intera provincia di Helmand, divenuta ormai l'epicentro del conflitto tra le forze d'occupazione straniere e la resistenza talebana.
LASHKARGAH - In una guerra è sempre difficile raccontare la verità, riuscire a separare la realtà dei fatti dalla propaganda dell'una e dell'altra parte.
L'unico modo per tentare di capire cosa stia veramente succedendo in questi giorni qui in Helmand, nel sud dell'Afghanistan, teatro della più grande offensiva militare dall'inizio di questa guerra, è quello di parlare con la popolazione civile, con la gente di Marjah che riesce ad arrivare qui a Lashkargah per mettersi in salvo o portare nel capoluogo i parenti feriti nei combattimenti.
Molti di loro sono ricoverati all'ospedale di Emergency: unica struttura sanitaria di alta qualità (e gratuita) di questa polverosa città rurale e dell'intera provincia di Helmand, divenuta ormai l'epicentro del conflitto tra le forze d'occupazione straniere e la resistenza talebana.
domenica 7 marzo 2010
Il nuovo fascismo non distingue piu': non e' umanisticamente
retorico, e' americanamente pragmatico. Il suo fine e' la
riorganizzazione e l'omologazione brutalmente totalitaria del mondo.
Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 24 giugno 1974.
LA GRECIA CONTAGIA
(la Grecia ci riguarda)
Firenze, sabato 6 marzo, ore 14,30
Dopolavoro ferroviario di S.M. Novella
Interviene dalla Grecia: Savas M. Matsas
Chi è fuori di testa qui? Noi o loro?
Mentre l’Italia è sull’orlo dell’abisso di tutto si discute in questo paese meno che della cosa essenziale: come evitare la catastrofe.
L’atto politico principale è de-berlusconizzare l’agenda politica e misurarsi sulle cose serie.
Di cosa sono infatti preoccupati quelli che contano? Di che parlano la Banca centrale europea, i capi di stato, i vampiri della grande finanza, gli economisti? Temono che con la grande crisi economica potrebbero spezzarsi gli anelli deboli della catena occidentale. Essi parlano dell’imminente crollo dei «PIIGS» dei“maiali” dell’Unione Europea: Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Pensano che il default della Grecia sia inevitabile e che questo possa innescare un effetto domino.
retorico, e' americanamente pragmatico. Il suo fine e' la
riorganizzazione e l'omologazione brutalmente totalitaria del mondo.
Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 24 giugno 1974.
LA GRECIA CONTAGIA
(la Grecia ci riguarda)
Firenze, sabato 6 marzo, ore 14,30
Dopolavoro ferroviario di S.M. Novella
Interviene dalla Grecia: Savas M. Matsas
Chi è fuori di testa qui? Noi o loro?
Mentre l’Italia è sull’orlo dell’abisso di tutto si discute in questo paese meno che della cosa essenziale: come evitare la catastrofe.
L’atto politico principale è de-berlusconizzare l’agenda politica e misurarsi sulle cose serie.
Di cosa sono infatti preoccupati quelli che contano? Di che parlano la Banca centrale europea, i capi di stato, i vampiri della grande finanza, gli economisti? Temono che con la grande crisi economica potrebbero spezzarsi gli anelli deboli della catena occidentale. Essi parlano dell’imminente crollo dei «PIIGS» dei“maiali” dell’Unione Europea: Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Pensano che il default della Grecia sia inevitabile e che questo possa innescare un effetto domino.
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