Berlusconi in Brasile (1) – Chissà come gli italiani lo accoglieranno
08-03-2010 di Fabio Porta e Gino Bucchino
(Fonte)
“Ultim’ora”, il viaggio oltreoceano slitta a dopo le elezioni: i nostri emigranti sono scontenti e il premier ci ha ripensato. Ma i problemi restano
A pochi giorni dalla visita in Brasile del capo del governo, ecco 13 domande alle quali B dovrebbe dare risposta prima di attraversare l’Atlantico. Migliaia e migliaia di italiani in miseria, abbandonati; istituti di cultura in disarmo; informazioni Rai (legame indispensabile per “capire” la patria lontana) ridotte al lumicino dal taglio di 15 milioni di euro. Mentre Germania, Spagna e altri paesi d’Europa valorizzano le loro comunità, noi continuiamo a considerarle ghetti che raccolgono i disperati del passaporto rosso.
1) In Brasile vive oggi la maggiore comunità di italo-discendenti al mondo: si tratta secondo stime attendibili di circa 36 milioni di persone; di queste oltre 300mila hanno la cittadinanza italiana (più della metà solo nella circoscrizione consolare di San Paolo). Con molte difficoltà e poche risorse è partita circa un anno fa la cosiddetta “operazione task-force” per consentire ai sei consolati italiani presenti sull’enorme territorio brasiliano di evadere l’accumulo di oltre mezzo milione di domande di cittadinanza. Il governo intende sostenere tale azione, anche con il rafforzamento e l’estensione di una rete consolare precaria e non adeguata alle dimensioni del Brasile e della grandissima comunità di origine italiana?
2) In Brasile risiede anche la più grande comunità al mondo di discendenti dei territori dell’ex impero austro-ungarico (soprattutto di origine trentina) ai quali, grazie alla legge 379/2000, è stato concesso il diritto di presentare domanda di cittadinanza italiana. Cosa intende fare il governo per diminuire i tempi di trattazione di tali domande presso l’apposita commissione ministeriale insediata a Roma e – dando seguito ad uno specifico Ordine del Giorno approvato dalla Camera – per valutare la possibilità di una proroga della scadenza del termine ultimo del 31/12/2010 per la presentazione di tali domande?
3) Presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera è tornato il disegno di legge che modifica la normativa sulla concessione della cittadinanza. In quel disegno di legge, gli aspetti riguardanti gli italiani all’estero sono completamente ignorati. Restano così senza risposta le annose e diffuse richieste di riaprire i termini per la concessione, di consentire a chi nato in Italia l’ha perduta di poterla riacquistare, di considerare finalmente le donne soggetti di pieno diritto anche sotto il profilo della trasmissione della cittadinanza, di superare l’odiosa discriminazione tra i figli nati prima dell’entrata in vigore della Costituzione e quelli nati dopo. Quale posizione il Governo prenderà nella discussione della legge sulla cittadinanza?
4) La grave riduzione dei finanziamenti per i corsi di lingua e cultura italiane all’estero penalizza una richiesta di “italianità” che negli ultimi tempi era in espansione e delude le aspettative delle nuove generazioni. Il Governo si impegna a interrompere la spirale discendente dei finanziamenti in questo campo e a ritornare almeno al livello raggiunto nell’ultima Finanziaria approvata dal Governo di centrosinistra?
5) I tagli delle ultime due Finanziarie stanno contenendo severamente le possibilità operative dei Centri di cultura, che dovrebbero essere, come quelli di nostri partners europei, gli avamposti culturali del Paese in aree di interesse strategico. Quali impegni il Governo assume per mettere gli Istituti di cultura nelle condizioni di svolgere efficacemente il loro ruolo? Per l’America Latina, in particolare, l’oscillazione dei cambi spesso taglia ulteriormente le risorse destinate alla loro attività. Perché il Governo non adotta un sistema di bilanciamento congiunturale, in modo che gli Istituti possano programmare la loro attività sulla base di risorse certe?
6) I tagli previsti dalle due ultime leggi finanziarie hanno colpito, come si diceva, l’assistenza diretta degli italiani all’estero e in modo particolare l’assistenza sanitaria. I nostri connazionali residenti in America Latina da tempo chiedono invece di dare continuità e valorizzare gli interventi volti a garantire agli italiani indigenti la necessaria copertura sanitaria tramite assicurazioni sanitarie e altre forme di assistenza laddove se ne verifichino le condizioni: un sistema sanitario locale insufficiente e la contemporanea disponibilità di società di assicurazione a condizioni adeguate. Cosa intende fare il suo Governo per venire incontro a queste legittime e impellenti richieste?
7) Sono decenni che lo Stato italiano promette l’istituzione di un assegno di solidarietà a favore degli italiani in stato di grave indigenza residenti in America Latina. Nessun Governo tra tutti quelli che si sono succeduti ha mai finora mantenuto le promesse. Non crede che sia arrivato il momento di dire una parola certa garantendo vitale sostegno ai propri cittadini costretti ad emigrare che vivono oggi in condizione di indigenza?
La protezione sociale dei nostri emigrati è certamente una delle priorità che il Governo dovrebbe affrontare in America Latina. Perché non viene approvato l’accordo di sicurezza sociale con il Cile e non vengono rinnovati gli accordi con il Brasile e l’Argentina oramai datati e inadatti a garantire una più equa ed efficace tutela previdenziale?
9) Da molti anni – come denunciamo da tempo – non vengono erogate ai nostri pensionati in America Latina, senza alcuna ragione plausibile se non quella di risparmiare, due importanti prestazioni pensionistiche: la maggiorazione aggiuntiva e l’importo aggiuntivo. Si tratta di decine di migliaia di euro che potrebbero essere di concreto sostegno per i nostri connazionali più bisognosi, soprattutto in presenza dei pesanti tagli alla voce dell’assistenza. Perché i ministeri competenti non danno disposizione all’Inps di pagare diritti riconosciuti dalle leggi in vigore?
10) L’accordo contro le doppie imposizioni fiscali tra Italia e Brasile nella parte che riguarda le pensioni è scritto in maniera ambigua ed è ha creato difficoltà interpretative alle autorità competenti. Paradossalmente, infatti, tutti i pensionati italiani residenti in Brasile i quali fanno valere un reddito da pensione superiore ai 5000 dollari vengono tassati due volte, prima alla fonte dal fisco italiano (sulla quota eccedente tale cifra) e poi nel Paese di residenza. Nonostante continui appelli e proteste, l’Italia non ha ancora superato questa forma di vessazione fiscale. Cosa intende fare il Governo per accogliere le giuste rivendicazioni dei nostri pensionati in Brasile?
11) I pagamenti delle pensioni dell’Inpdap in Brasile sono ancora oggi caratterizzati da procedure farraginose, ritardi, cambi penalizzanti, commissioni esose. Perché non è stato ancora possibile utilizzare anche per i pensionati italiani dell’Inpdap in Brasile il metodo dell’accredito diretto su conto corrente bancario in loco?
12) Da tempo attende di essere ratificato dall’Italia il trattato sul trasferimento delle persone condannate nei rispettivi Paesi, in modo che esse possano scontare la pena nel Paese d’origine. Quando il Governo presenterà alle Camere il disegno di legge di ratifica del trattato?
13) Il colpo che si è assestato all’unico strumento di presenza informativa all’estero, RAI Italia, eliminando dalla Convenzione del Governo con la RAI ben 12 milioni di euro, rende incerte e preoccupanti le prospettive del sistema comunicativo italiano verso l’estero. A questo si aggiunge la riduzione del 50% delle somme destinate alla stampa italiana all’estero, che svolge una insostituibile funzione di coesione e promozione comunitaria. Il Governo ha intenzione di reintegrare le risorse così gravemente decurtate? In particolare, si intende ripristinare il notiziario italiano in lingua portoghese, fornito gratuitamente alla rete informativa locale, per fare in modo che l’immagine dell’Italia si estenda e si accrediti?
Fabio Porta e Gino Bucchino sono parlamentari del PD
08-03-2010 di Fabio Porta e Gino Bucchino
(Fonte)
“Ultim’ora”, il viaggio oltreoceano slitta a dopo le elezioni: i nostri emigranti sono scontenti e il premier ci ha ripensato. Ma i problemi restano
A pochi giorni dalla visita in Brasile del capo del governo, ecco 13 domande alle quali B dovrebbe dare risposta prima di attraversare l’Atlantico. Migliaia e migliaia di italiani in miseria, abbandonati; istituti di cultura in disarmo; informazioni Rai (legame indispensabile per “capire” la patria lontana) ridotte al lumicino dal taglio di 15 milioni di euro. Mentre Germania, Spagna e altri paesi d’Europa valorizzano le loro comunità, noi continuiamo a considerarle ghetti che raccolgono i disperati del passaporto rosso.
1) In Brasile vive oggi la maggiore comunità di italo-discendenti al mondo: si tratta secondo stime attendibili di circa 36 milioni di persone; di queste oltre 300mila hanno la cittadinanza italiana (più della metà solo nella circoscrizione consolare di San Paolo). Con molte difficoltà e poche risorse è partita circa un anno fa la cosiddetta “operazione task-force” per consentire ai sei consolati italiani presenti sull’enorme territorio brasiliano di evadere l’accumulo di oltre mezzo milione di domande di cittadinanza. Il governo intende sostenere tale azione, anche con il rafforzamento e l’estensione di una rete consolare precaria e non adeguata alle dimensioni del Brasile e della grandissima comunità di origine italiana?
2) In Brasile risiede anche la più grande comunità al mondo di discendenti dei territori dell’ex impero austro-ungarico (soprattutto di origine trentina) ai quali, grazie alla legge 379/2000, è stato concesso il diritto di presentare domanda di cittadinanza italiana. Cosa intende fare il governo per diminuire i tempi di trattazione di tali domande presso l’apposita commissione ministeriale insediata a Roma e – dando seguito ad uno specifico Ordine del Giorno approvato dalla Camera – per valutare la possibilità di una proroga della scadenza del termine ultimo del 31/12/2010 per la presentazione di tali domande?
3) Presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera è tornato il disegno di legge che modifica la normativa sulla concessione della cittadinanza. In quel disegno di legge, gli aspetti riguardanti gli italiani all’estero sono completamente ignorati. Restano così senza risposta le annose e diffuse richieste di riaprire i termini per la concessione, di consentire a chi nato in Italia l’ha perduta di poterla riacquistare, di considerare finalmente le donne soggetti di pieno diritto anche sotto il profilo della trasmissione della cittadinanza, di superare l’odiosa discriminazione tra i figli nati prima dell’entrata in vigore della Costituzione e quelli nati dopo. Quale posizione il Governo prenderà nella discussione della legge sulla cittadinanza?
4) La grave riduzione dei finanziamenti per i corsi di lingua e cultura italiane all’estero penalizza una richiesta di “italianità” che negli ultimi tempi era in espansione e delude le aspettative delle nuove generazioni. Il Governo si impegna a interrompere la spirale discendente dei finanziamenti in questo campo e a ritornare almeno al livello raggiunto nell’ultima Finanziaria approvata dal Governo di centrosinistra?
5) I tagli delle ultime due Finanziarie stanno contenendo severamente le possibilità operative dei Centri di cultura, che dovrebbero essere, come quelli di nostri partners europei, gli avamposti culturali del Paese in aree di interesse strategico. Quali impegni il Governo assume per mettere gli Istituti di cultura nelle condizioni di svolgere efficacemente il loro ruolo? Per l’America Latina, in particolare, l’oscillazione dei cambi spesso taglia ulteriormente le risorse destinate alla loro attività. Perché il Governo non adotta un sistema di bilanciamento congiunturale, in modo che gli Istituti possano programmare la loro attività sulla base di risorse certe?
6) I tagli previsti dalle due ultime leggi finanziarie hanno colpito, come si diceva, l’assistenza diretta degli italiani all’estero e in modo particolare l’assistenza sanitaria. I nostri connazionali residenti in America Latina da tempo chiedono invece di dare continuità e valorizzare gli interventi volti a garantire agli italiani indigenti la necessaria copertura sanitaria tramite assicurazioni sanitarie e altre forme di assistenza laddove se ne verifichino le condizioni: un sistema sanitario locale insufficiente e la contemporanea disponibilità di società di assicurazione a condizioni adeguate. Cosa intende fare il suo Governo per venire incontro a queste legittime e impellenti richieste?
7) Sono decenni che lo Stato italiano promette l’istituzione di un assegno di solidarietà a favore degli italiani in stato di grave indigenza residenti in America Latina. Nessun Governo tra tutti quelli che si sono succeduti ha mai finora mantenuto le promesse. Non crede che sia arrivato il momento di dire una parola certa garantendo vitale sostegno ai propri cittadini costretti ad emigrare che vivono oggi in condizione di indigenza?
La protezione sociale dei nostri emigrati è certamente una delle priorità che il Governo dovrebbe affrontare in America Latina. Perché non viene approvato l’accordo di sicurezza sociale con il Cile e non vengono rinnovati gli accordi con il Brasile e l’Argentina oramai datati e inadatti a garantire una più equa ed efficace tutela previdenziale?
9) Da molti anni – come denunciamo da tempo – non vengono erogate ai nostri pensionati in America Latina, senza alcuna ragione plausibile se non quella di risparmiare, due importanti prestazioni pensionistiche: la maggiorazione aggiuntiva e l’importo aggiuntivo. Si tratta di decine di migliaia di euro che potrebbero essere di concreto sostegno per i nostri connazionali più bisognosi, soprattutto in presenza dei pesanti tagli alla voce dell’assistenza. Perché i ministeri competenti non danno disposizione all’Inps di pagare diritti riconosciuti dalle leggi in vigore?
10) L’accordo contro le doppie imposizioni fiscali tra Italia e Brasile nella parte che riguarda le pensioni è scritto in maniera ambigua ed è ha creato difficoltà interpretative alle autorità competenti. Paradossalmente, infatti, tutti i pensionati italiani residenti in Brasile i quali fanno valere un reddito da pensione superiore ai 5000 dollari vengono tassati due volte, prima alla fonte dal fisco italiano (sulla quota eccedente tale cifra) e poi nel Paese di residenza. Nonostante continui appelli e proteste, l’Italia non ha ancora superato questa forma di vessazione fiscale. Cosa intende fare il Governo per accogliere le giuste rivendicazioni dei nostri pensionati in Brasile?
11) I pagamenti delle pensioni dell’Inpdap in Brasile sono ancora oggi caratterizzati da procedure farraginose, ritardi, cambi penalizzanti, commissioni esose. Perché non è stato ancora possibile utilizzare anche per i pensionati italiani dell’Inpdap in Brasile il metodo dell’accredito diretto su conto corrente bancario in loco?
12) Da tempo attende di essere ratificato dall’Italia il trattato sul trasferimento delle persone condannate nei rispettivi Paesi, in modo che esse possano scontare la pena nel Paese d’origine. Quando il Governo presenterà alle Camere il disegno di legge di ratifica del trattato?
13) Il colpo che si è assestato all’unico strumento di presenza informativa all’estero, RAI Italia, eliminando dalla Convenzione del Governo con la RAI ben 12 milioni di euro, rende incerte e preoccupanti le prospettive del sistema comunicativo italiano verso l’estero. A questo si aggiunge la riduzione del 50% delle somme destinate alla stampa italiana all’estero, che svolge una insostituibile funzione di coesione e promozione comunitaria. Il Governo ha intenzione di reintegrare le risorse così gravemente decurtate? In particolare, si intende ripristinare il notiziario italiano in lingua portoghese, fornito gratuitamente alla rete informativa locale, per fare in modo che l’immagine dell’Italia si estenda e si accrediti?
Fabio Porta e Gino Bucchino sono parlamentari del PD
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