Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

sabato 20 febbraio 2010

Una cura peggiore della malattia.


La Grecia è condannata a una familiare e antidemocratica cura peggiore della malattia. Pagheranno ancora una volta i semplici lavoratori.
Paul Bremer, il primo viceré nordamericano, ha imposto a un devastato Irak politiche economiche che l’Economist ha definito un regime "da sogno capitalista". Sarebbe diffícile trovare una definizione migliore per descrivere le misure del piano di "stabilità" sottoposte dalla Grecia all’approvazione della Comissione Europea, e approvate ieri. Il piano contempla una riduzione del deficit di bilancio greco, che passerebbe dall’attuale 12,7% del PIL al 2,8% nel 2012, promettendo, inoltre, immediatamente, un taglio del 10% del bilancio governativo, un congelamento dei contratti dei funzionari pubblici, l’abolizione di varie imposte dirette e un incremento della tassazione indiretta. E se questo non bastasse, il primo ministro socialista George Papandreu ha annunciato ieri [1°febbraio, n.d.t.], in un drammatico discorso televisivo alla nazione, ulteriori misure di austerità senza precedenti, tra le quali l’aumento immediato delle imposte sui carburanti, l’aumento dell’età pensionabile e tagli alla retribuzione degli impiegati pubblici che significheranno una diminuzione del 10% del salario per la maggioranza dei funzionari statali, e del 40% nel caso degli accademici. Come in Gran Bretagna, sono le università ad essere colpite per prime, essendo considerate un lusso del tutto secondario nonostante la tanto sbandierata "economia della conoscenza".

Chi sta scomettendo sul fallimento della Grecia??


Il fattore G
I tempi cambiano, e i tormentoni pure. Una volta si diceva: speriamo di non fare la fine dell’Argentina. Oggi gli italiani fanno corno e bicorno, e ripetono: speriamo di non finire rovinati come la Grecia. Grecia che, in effetti, si ritrova in un mare di guai: ad Atene, il debito pubblico sta letteralmente esplodendo; e con i debiti stanno esplodendo anche le proteste di piazza. Una situazione caotica. Tanto caotica, che questa settimana i giornali di mezzo mondo - dal blasonato “New York Times” al nostrano “Corriere della Sera” - si chiedevano in coro se e quando sarebbe arrivato il momento del “sipario”, cioè del fallimento. Dubbio, per carità, atroce e legittimo. Ma che sarebbe stato bene accompagnare con una domanda davvero indispensabile.

Ovvero: chi - e soprattutto come - sta “scomettendo” sul fallimento della Grecia? Una domanda fondamentale. Perché - per dirla con una metafora - se non si conoscono i giocatori, è impossibile capire a che gioco si stia giocando.

Dall'euforia al panico.

Andrι Orlιan

Dall'euforia al panico
Pensare la crisi finanziaria e altri saggi

pp. 160
€ 15,00
isbn 978-88-95366-55-5
Prefazione di Andrea Fumagalli e Stefano Lucarelli

il libro
Nel momento in cui, da piω parti, si parla di una crisi finanziaria ormai alle spalle, i testi di Andrι Orlean qui proposti per la prima volta al lettore italiano offrono un'inconsueta, quanto rigorosa, chiave di lettura delle origini di tale crisi, del suo sviluppo, delle ragioni del suo probabile, ciclico riproporsi. Prendendo le mosse da uno studio sistematico dell'evoluzione delle forme istituzionali dell'economia monetaria di produzione (e da una rilettura del concetto keynesiano di incertezza), la ricerca dell'economista francese spiega il ruolo centrale e pervasivo assunto dai mercati finanziari nel capitalismo contemporaneo, proponendone una regolamentazione volta a limitare il potere della finanza.

venerdì 19 febbraio 2010

PeaceLink aderisce allo sciopero del 1o marzo

In nome dei diritti e della convivenza
PeaceLink aderisce allo sciopero dei migranti del 1° marzo
Oggi in Italia, in nome di ideologie e di interessi economici si vuole avvelenare l'aria della convivenza civile. Proseguire verso questa china è irresponsabile e devasta ogni possibilità di futuro.

Primo Marzo 2010 Sciopero degli stranieri

Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia e l'Europa.
clicca qui per ulteriori informazioni

LA CRISI CHE IRROMPE NEL REGNO DEGLI INDIVIDUI

di Benedetto Vecchi - manif.

LA CRISI CHE IRROMPE NEL REGNO DEGLI INDIVIDUI

ALAIN Touraine

L'eclissi del modello neoliberale di globalizzazione produce disoccupazione
e una dilagante precarietà, ma non coincide con il ritorno al capitalismo
degli stati nazionali. Semmai alimenta un rinnovato individualismo che vede
donne e uomini in movimento per affermare i propri diritti, uno stile di
vita comunitario o una identità culturale e religiosa. Un'intervista con lo
studioso francese
clicca qui per continuare a leggere

mercoledì 17 febbraio 2010

e la nave va....

E la nave va …

Siamo un gruppo di italiani/e che vivono in Grecia.
Aderiamo all’appello del gruppo lo sbarco di Barcellona e lo facciamo anche nostro.

Insieme assistiamo seriamente preoccupati a ciò che avviene in Italia. Certo la crisi c’è anche qua, ma la sensazione è che la situazione nel nostro Paese sia particolare, soprattutto sul lato culturale, umano, relazionale.
Il razzismo cresce, così come l’arroganza, la prepotenza, la repressione, il malaffare, il maschilismo, la diffusa cultura mafiosa, la mancanza di risposte per il mondo del lavoro, sempre più subalterno e sempre più precario. I meriti e i talenti delle persone, soprattutto dei giovani, non sono valorizzati. Cresce la cultura del favore, del disinteresse per il bene comune, della corsa al denaro, del privato in tutti i sensi.

In Grecia si parla molto di quello che succede in Italia e ci si chiede come un paese che ha sempre rappresentato un riferimento politico, sociale e culturale possa esprimere oggi comportamenti ispirati all’assenza di valori come la solidarietà, il rispetto delle differenze.

Si è parlato dei campi Rom bruciati, dei provvedimenti di chiusura agli immigrati, di Rosarno, delle aggressioni, dell’aumento dei gruppi neofascisti, delle ronde, dell’esercito nelle strade, della chiusura degli spazi di libertà e di democrazia, delle leggi ad personam.

Vogliamo esprimere questo nostro desiderio di dire basta e organizzare anche noi come il gruppo di Barcellona una nave che parta da Patrasso e arrivi a Bari.

Primo Marzo. Una giornata senza di noi.

Lettera dei/delle docenti universitari/e contro il razzismo a sostegno del primo marzo, "una giornata senza di noi"

Noi docenti precari/e e docenti non precari/e delle università italiane abbiamo deciso di aderire alla giornata del primo marzo, "una giornata senza di noi", presentando ai nostri studenti e alle nostre studentesse, dove possibile anche durante le ore di attività didattica nei giorni che precedono il primo marzo, dapprima la lettera dei lavoratori africani di Rosarno, riunitisi in assemblea a Roma alla fine di gennaio, e poi il testo che leggeremo alla fine della loro lettera e invitandoli/e a partecipare alle iniziative della giornata:
"I mandarini e le olive non cadono dal cielo"

In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l´Assemblea dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma.
Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver rivendicato i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane. Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo i luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche. A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica. Eravamo, da molti anni, oggetto di discriminazione, sfruttamento e minacce di tutti i generi. Eravamo sfruttati di giorno e cacciati, di notte, dai figli dei nostri sfruttatori. Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le bestie...prelevati, qualcuno è sparito per sempre. - Clica su "ulteriori informazioni" per continuare a leggere -

martedì 16 febbraio 2010

Ma ce ne frega ancora qualcosa dell'Afganistan???

Marjah, la Fallujah di Obama
http://it.peacereporter.net/articolo/20252/Marjah%2C+la+Fallujah+di+Obama

Da Peacereporter.net 15/02/2010

**Vergogna **

Lettera aperta dell'infermiere capo dell'ospedale di Emergency a
Lashkargah, dove arrivano i civili feriti nell'offensiva alleata
contro al vicina città di Marjah. Anche bambini di 7 anni

Vergogna.

Egregio Signor Presidente del Consiglio.

Elvira Dones è una scrittrice e una giornalista albanese. Classe 1960, ha visto
la luce in quel di Durazzo. Laurea in Lettere albanesi e inglesi a Tirana. E una
migrante, come tanti: ha lasciato l'Albania e dal 1988 al 2004 ha vissuto e
lavorato in Svizzera. Ora si trova negli Usa. E oggi scrive una lettera aperta
al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, via Repubblica, in merito alle
affermazioni del premier durante il suo incontro con Sali Berisha.
Ecco il testo della missiva, dopo il salto in versione integrale. Sta già
facendo il giro della Rete, indignare ancora di più alcuni, bypassare altri.

Egregio Signor Presidente del Consiglio,

le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo,
perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto
care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine,
Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti,
lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte
e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate
Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate,
strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una
parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e
trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede.

domenica 14 febbraio 2010

Elsa Morante

Circola da qualche settimana in rete questo scritto di Elsa Morante.

"Il capo del governo.

.... durante la sua carriera, si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non l' avrebbe mai posto al governo).
Tutti questi delitti [....] furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti.

Dalla Gran Bretagna, noto paese sovversivo, 10 domande al Pd.

A convegno a Londra italianisti, accademici e giornalisti britannici
Il decalogo per il centrosinistra italiano nel dibattito sulle prospettive dell'Italia
In Gran Bretagna si discute sul caso Berlusconi
e arrivano le 10 domande, ma per l'opposizione
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
Bill Emmott
ex direttore dell'Economist
LONDRA - Dieci domande all'opposizione. Sulla scia delle dieci domande presentate l'estate scorsa da Repubblica a Berlusconi, un convegno di italianisti, accademici e giornalisti britannici lancia un decalogo al centrosinistra italiano. L'idea nasce dalla conferenza "Berlusconi and beyond: prospects for Italy" (Berlusconi e oltre: prospettive per l'Italia), organizzata ieri a Birmingham da Geoff Andrews, italianista della Open University, con il patrocinio della Birmingham University.

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