Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

sabato 16 aprile 2011

Decrescita e occupazione.

di Maurizio Pallante. Fonte: perilbenecomune
Una delle obbiezioni che più di frequente viene avanzata alladecrescita è che provocherebbe una diminuzione dell’occupazione. Amaggior ragione in questo periodo in cui le economie dei paesiindustrializzati stanno attraversando una crisi da cui non sanno comeuscire.

Questa obbiezione non regge alla prova dei fatti, mentreinvece può essere vero il contrario, che cioè la decrescita, secorrettamente intesa e guidata, consenta, probabilmente è l’unicomodo per consentire, un aumento dell’occupazione e un superamentodella crisi con l’apertura non solo di un nuovo ciclo economico, madi una fase storica più avanzata di quella che abbiamo vissuto dallafine della seconda guerra mondiale.

Prima di entrare nel merito è utile chiarire che cos’è ladecrescita perché molti associano a questa parola un’idea negativadi regresso, diminuzione del benessere, ristrettezze economiche.

Questa interpretazione si fonda sulla convinzione che l’indicatoredella crescita, il prodotto interno lordo, misuri la quantità deibeni che vengono prodotti e dei servizi che vengono forniti da unsistema economico e produttivo nel corso di un anno. Se così fosse,l’incremento del prodotto interno lordo misurerebbe l’aumento delbenessere, la decrescita la sua diminuzione.

CUI PRODEST? (A CHI GIOVA?) WHOM DOES IT BENEFIT?

venerdì 15 aprile 2011

In memoria di Vittorio Arrigoni.



“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue.

“Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato.” Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi.

“Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi l'ha schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati.”

A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia, più di cinquanta finora le vittime.

Fingo una telefonata urgente, mi congedo da Jamal, in realtà mi dirigo verso i servizi igienici, mi piego in due e vomito.

Vittorio Arrigoni, Gaza, 8 gennaio 2009

Restiamo umani.



L'ultimo post di Vittorio Arrigoni. Fonte: guerrilla.

4 palestinesi morti nei tunnel della sopravvivenza di Gaza. 13/04/2011

4 lavoratori sono morti ieri notte per via del crollo di uno dei tunnel scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah. Tramite i tunnel passano tutti i beni necessari che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione di Gaza strangolata da 4 anni dal criminale assedio israeliano.

Dai tunnel riescono a entrare nella Striscia beni principali quali alimenti, cemento, bestiame (vedi foto). Anche gli ospedali della Striscia si approvvigionano dal mercato nero dei tunnel. Dall'inizio dell'assedio a oggi più di 300 palestinesi sono morti al lavoro sotto terra per permettere ad una popolazione di quasi 2 milioni di persone di sfamarsi.

E' una guerra invisibile per la sopravvivenza. I nomi degli ultimi martiri sono: Abdel Halim e suo fratello Samir Abd al-Rahman Alhqra, 22 anni e 38 anni, Haitham Mostafa Mansour, 20 anni, e Abdel-Rahman Muhaisin 28 anni.

Restiamo Umani. - Vik da Gaza city

Non ce ne andremo, Vittorio caro!


Fonte: PaxChristi

"Non ce ne andiamo, perché riteniamo essenziale la nostra presenza di testimoni oculari dei crimini contro l'inerme popolazione civile ora per ora, minuto per minuto".

Così ripetevi durante Piombo fuso, unico italiano rimasto lì, tra la tua gente, tra i volti straziati dei bambini ridotti a target di guerra. Così mi hai ripetuto pochi mesi fa prima di abbracciarmi: io obbedivo all'ultimatum dei militari al valico di Heretz che mi ordinavano di uscire dalla Striscia, ma tu restavi.

Questa era la tua vita: rimanere. Sei rimasto con gli ultimi, caro Vittorio, e i tuoi occhi sono stati chiusi da un odio assurdo, così in contrasto, così lontano dall'affetto e dalla solidarietà della gente di Gaza, da tutta la gente di Gaza che non è “un posto scomodo dove si odia l'occidente”, come affermano ora i commentatori televisivi, ma un pezzo di Palestina tenuta sotto embargo e martoriata all'inverosimile. Immaginiamo i tuoi amici e compagni palestinesi ancora una volta inermi, ancora una volta senza una voce che porti fuori da quella grande prigione la loro disperazione, testimonianza della loro umanità ferita e umiliata.

Non spendiamo parole per quelli che non hanno saputo essere, e per questo non sono restati, umani. La tua gente di Palestina non dimenticherà il tuo amore per lei. Hai speso la tua vita per una pace giusta, disarmata, umana fino in fondo. Anche a noi di Pax Christi mancherà la tua “bocca-scucita” che irrompeva in sala, al telefono, quando, durante qualche incontro qui in Italia, nelle città e nelle parrocchie dove si ha ancora il coraggio di raccontare l'occupazione della Palestina e l'inferno di Gaza, denunciavi e ripetevi: “restiamo umani!” Tu quell'inferno lo raccontavi con la tua vita. 24 ore su 24.

Perché eri lì. E vedevi, sentivi, vivevi con loro. Vedevi crimini che a noi nessuno raccontava. E restavi con loro. Abbracciamo Maria Elena, la tua famiglia e vorremmo sussurrare loro che la tua è stata una vita piena perché donata ai fratelli e che tutto l'amore che hai saputo testimoniare rimarrà saldo e forte come la voglia di vivere dei bambini di Gaza.

Ci inchiniamo a te, Vittorio. Ora sappiamo che i martiri sono purtroppo e semplicemente quelli che non smettono di amare mai, costi quel che costi.

Don Nandino Capovilla coordinatore nazionale di Pax Christi Italia

Slavoj Žižek: Come cominciare dall’inizio.



Questo testo è stato estratto dall'intervento pronunciato in occasione di una conferenza tenutasi a Londra nel maggio 2009 al Birbeck Institute, per iniziativa di Alain Badiou e Slavoj Žižek, dal titolo On the idea of Communism.

Gli atti di questo incontro, che hanno visto la partecipazione di alcuni dei principali filosofi contemporanei, sono stati raccolti in un libro che ha visto la pubblicazione in Francia, Spagna e Inghilterra. In Italia, con il titolo L’idea di comunismo, lo stesso libro sarà disponibile nel mese di aprile nel catalogo delle edizioni DeriveApprodi. Segnaliamo che il testo qui riportato non rappresenta la versione integrale dell'intervento.

Dunque di nuovo: non è sufficiente restare fedeli all’Idea comunista - bisogna collocarla all’interno di antagonismi reali, storici, che le diano un’urgenza pratica. L’unica vera domanda oggi è: appoggiamo la predominante naturalizzazione del capitalismo o il capitalismo globale odierno contiene antagonismi abbastanza potenti da impedirne la riproduzione all’infinito? Quattro sono questi antagonismi: l’incombente minaccia della catastrofe ecologica, l’inadeguatezza della nozione di proprietà privata applicata alla cosiddetta «proprietà intellettuale», le implicazioni etiche e sociali dei nuovi sviluppi tecnico-scientifici (specialmente in campo biogenetico) e, ultime ma non meno importanti, le nuove forme di apartheid, i nuovi Muri e le nuove baraccopoli.
FOR VITTORIO, FREE VOICE FROM GAZA

(Vittorio Arrigoni, free lance journalist kidnapped in Gaza last night)"Let's stay human"

(his slogan during "cast lead" bombing)

giovedì 14 aprile 2011

Sulle «dittature democratiche»


Fonte: micciacorta. di Pierluigi Sullo - il manifesto 14 Aprile 2011

Caro Alberto, il tuo articolo di ieri sul manifesto (Alberto Asor Rosa, «Non c’è più tempo») non mi ha solo fatto scorrere brividi lungo la schiena:di più, mi ha indotto a sperare che la consapevolezza di come la nostra democrazia sia ridotta in rovine si allarghi, si approfondisca, insomma spinga ad agire. Già qualche anno fa Paul Ginsborg pubblicò un piccolo libro ben affilato, «La fine della democrazia», che restò nella classifiche dei più venduti per settimane.Noi stessi, nel nostro piccolo, abbiamo creato una rete, un sito, che si chiamano «Democrazia chilometro zero» sia perché pensiamo che la democrazia ai tempi della globalizzazione debba necessariamente ricrearsi nelle comunità locali (e questo tu lo sai benissimo), sia perché quello «zero» allude appunto al fatto che, come la Germania del film di Rossellini, dobbiamo ricominciare da zero. Suggerisco quindi al manifesto di fare quel che i giornali fanno nelle grandi e più terribili occasioni - una guerra, il primo Berlusconi al governo nel ’94, gli eventi di Genova nel 2001: ovvero, grande spazio al tema della democrazia in fase terminale.

Ma fin qui, dici tu in sostanza, siamo all’accademia. Che la malattia sia mortale è un fatto conclamato. E che gli antidoti fin qui sperimentati non funzionano è altrettanto sicuro. Non funziona la denuncia degli atti delinquenziali, della corruzione, ovvero il cemento della «banda» al potere. Il Fatto Quotidiano è un grande successo editoriale, e questo si deve principalmente all’insopportabilità dell’impunità, dell’uso privato delle istituzioni, delle leggi «ad personam».

Ma da questo lato, a quanto pare, non si sfonda: l’indignazione e la denuncia, da sole, non bastano. Però non funzionano nemmeno i movimenti della società cui in molti abbiamo affidato speranze di cambiamento «dal basso». È quel che ha scritto, di fianco al tuo articolo, sul manifesto, Ugo Mattei: i movimenti appaiono e scompaiono sugli schermi dei media, e nella società, quasi senza lasciare traccia. Solo negli ultimi anni abbiamo avuto i girotondi,il «popolo viola», i movimenti dei precari, la resistenza della Fiom e le sue alleanze con altri settori sociali, il grande movimento di studenti e ricercatori, la mobilitazione della cultura, l’enorme diffusione di movimenti locali (e globali) come quello dell’acqua, contro le grandi opere, quello antinucleare… L’elenco potrebbe continuare. Ma, come dice appunto Mattei, di un elenco si tratta. La domanda che le rivoluzioni tunisina o egiziana (lasciamo stare la controversa questione libica) ci hanno consegnato è: dove, perché, quando si produce la reazione chimica grazie alla quale rivendicazioni, sofferenze sociali, aspirazioni al cambiamento le più differenti precipitano in un unico momento e luogo, le piazze delle città, e spingono fino a ottenere di far precipitare il potere? Non lo sappiamo per quei paesi, tanto meno lo sappiamo per l’Italia. Perciò la tua conclusione è così brusca, caro Alberto, e oserei dire amara: un cambio non può che venire «dall’alto» (da Napolitano?). Francamente, non credo sia possibile. E nemmeno auspicabile: non esistono «dittature democratiche».

Resta però che dobbiamo ringraziarti per la provocazione: chissà che non usciamo finalmente dall’illusione tipicamente italiana per cui, alla fine, ci arrangiamo.

IL COLLASSO DELLA DEMOCRAZIA


di Alberto Asor Rosa sul Manifesto. Fonte: bloglibero.it

Non c'è più tempo. Capisco sempre meno quel che accade nel nostro paese. La domanda è: a che punto è la dissoluzione del sistema democratico in Italia?

La risposta è decisiva anche per lo svolgimento successivo del discorso. Riformulo più circostanziatamente la domanda: quel che sta accadendo è frutto di una lotta politica «normale», nel rispetto sostanziale delle regole, anche se con qualche effetto perverso, e tale dunque da poter dare luogo, nel momento a ciò delegato, ad un mutamento della maggioranza parlamentare e dunque del governo? Oppure si tratta di una crisi strutturale del sistema, uno snaturamento radicale delle regole in nome della cosiddetta «sovranità popolare», la fine della separazione dei poteri, la mortificazione di ogni forma di «pubblico» (scuola, giustizia, forze armate, forze dell'ordine, apparati dello stato, ecc.), e in ultima analisi la creazione di un nuovo sistema populistico-autoritario, dal quale non sarà più possibile (o difficilissimo, ai limiti e oltre i confini della guerra civile) uscire?

Io propendo per la seconda ipotesi (sarei davvero lieto, anche a tutela della mia turbata tranquillità interiore, se qualcuno dei molti autorevoli commentatori abituati da anni a pietiner sur place, mi persuadesse, - ma con seri argomenti - del contrario).

IL LIBRETTO YOUCAT ( YOUNG CATECHISM) STAMPATO DAL VATICANO IN MILIONI DI COPIE E'STATO MANDATO AL MACERO PER UN ERRORE DI TRADUZIONE (RISULTAVA LECITO L'USO DEL PRESERVATIVO)

THE BOOKLET YOU CAT (YOUNG CATECHISM) PRINTED BY THE VATICAN IN MILLION OF COPIES HAS BEEN DESTROYED BECAUSE AN ERROR IN TRANSLATION ("IT IS OK THE USE OF CONTRACEPTIVES"THE CONTRACEPTIVE KILLS"

mercoledì 13 aprile 2011

SCOOP!! Pericle scrive a Berlusconi !!


"Qui ad Atene noi facciamo cosi'.

Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi per questo e' detto democrazia.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Ma in nessun caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo cosi', ci e' stato insegnato a rispettare i magistrati e c'e' stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale sentimento di cio' che e' giusto e di buon senso.

La nostra citta e' aperta ed e' per questo che noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo cosi".

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.c.

San Precario: «E' l'ora dell’esplosione»


“9 aprile”: «Non c’è più tempo per l’attesa». San Precario: «E' ora dell’esplosione»

di Daniele Nalbone (Liberazione.it del 11 aprile 2011)


Analisi della precarietà come elemento scatenante la “questione generazionale”. Bilancio dei rispettivi percorsi. Mediatizzazione delle lotte come inizio di un percorso rivendicativo. Su questi tre punti, a meno di ventiquattro ore dalla grande manifestazione precaria del 9 aprile, abbiamo chiamato a confrontarsi, in una tavola rotonda tenutasi in redazione, Ilaria, responsabile delle campagna Cgil “Giovani non disposti a tutto””, Salvo, archeologo freelance firmatario dell’appello “Il nostro tempo è adesso” Cristian e Valerio dei Punti San precario Leonardo di Generazione P.

Partiamo dal primo punto. Precarietà. Ilaria (Giovani non più disposti a tutto)

- La precarietà è un mondo al cui interno c’è tutto: lavoro nero e precarietà di vita; questione lavorativa e questione generazionale. Crisi economica e crisi abitativa. Se partiamo dal dato che con la crisi economica il tasso di disoccupazione giovanile è in continuo aumento fino ad arrivare al 29% di dicembre 2010 (dati Istat), comprendiamo come è la generazione 18-34 anni a pagare i costi della crisi. Sono i giovani le vittime designate di un sistema che, da un lato, espelle dal mercato del lavoro e, dall’altro, ne permette l’ingresso solo con contratti precari, oggi il 70% dei contratti di lavoro stipulati. Nel tempo, quindi, abbiamo mutato il linguaggio: prima parlavamo di precarietà lavorativa, oggi ci troviamo ad affrontare un fenomeno diffuso: la “condizione precaria”.

La guerra nel Sud Italia dei sottomarini nucleari USA.


di Antonio Mazzeo. Fonte: megachip

Sono lo strumento di distruzione più micidiale della coalizione internazionale in guerra contro Gheddafi. Hanno sganciato centinaia di missili “Tomahawk” all’uranio impoverito, spargendo polveri radioattive nelle città e nei villaggi della Libia. Transitano in immersione nei mari del sud Italia, attraversando i corridoi marittimi più trafficati come lo stretto di Messina.

Per le loro soste scelgono le popolatissime baie ai piedi di due vulcani, l’Etna e il Vesuvio, accanto a depositi di carburante e munizioni, raffinerie e industrie chimiche. Si tratta dei sottomarini a propulsione nucleare della marina militare USA, impianti antiquati e pericolosi tipo “centrale Chernobyl”, con l’aggravante che se ne vanno a spasso liberi per i nostri mari.

Uno di essi è approdato il 4 aprile ad Augusta (Siracusa), in un’area ad altissimo rischio ambientale, sede di un’importante base della Marina militare italiana e del principale polo navale delle forze USA e NATO nel Mediterraneo. L’arrivo del sottomarino è stato comunicato dalla Capitaneria di Porto della cittadina siciliana. “Visto il vigente piano di emergenza e le norme per la sosta di unità militari a propulsione non convenzionale nel porto di Augusta - si legge nell’ordinanza firmata dal comandante Francesco Frisone - è fatto divieto a tutte le unità navali non specificatamente autorizzate di avvicinarsi, transitare o sostare ad una distanza inferiore a 1.000 metri dalla unità a propulsione non convenzionale posta alla fonda nel punto di latitudine 37° 10′ 18”N e longitudine 015° 14′ 36”E”.

Durante le manovre di ingresso e uscita dell’unità militare è stato pure sospeso il traffico mercantile nel golfo di Augusta.


NATURAL ATTRACTIONS

HONEY OIL


martedì 12 aprile 2011

Domande per tutti.


Fonte: fabionews.

Ricevo questa serie di domande alle quali sarebbe bene provare noi stessi a dare qualche risposta. Logicamente per farlo bisogna sforzarsi di usare i neuroni che con tanti sfrozi da anni stanno cercando di rendere inutilizzzabili grazie alla somministrazione quotidiano di "inibitori del pensiero critico" somministrati principalmente attarverso lo schermo TV... Se non riuscite a trovare le risposte allora... è consigliato un periodo di astensione televisiva, sprando non sia troppo tardi! Ciao

Fabio.

Da MultimediaRecords

Questa lettera è particolarmente rivolta a chi ha votato Berlusconi, ai Leghisti... ma anche ad altri... Guardo ai terremoti, agli tsunami, alle immense tragedie Nucleari di Fukushima ed Onagawa in Giappone. Penso alla scelta del Popolo Italiano, nel novembre del 1987, di rinunciare alle Centrali Nucleari... ed alla opposta decisione dell'attuale Governo Berlusconi di...imporle all'Italia... Cerco in Internet l'elenco dei ... Terremoti che hanno tormentato il nostro bel Paese nel XXI secolo d.c. ... provate a leggerlo anche voi... Vado a rivedere in particolare la notizia del terremoto nell'arcipelago delle Eolie dello scorso 16 agosto 2010 di cui sono stati testimoni oculari il presidente del Senato Renato Schifani e la Ministra all'Ambiente Stefania Prestigiacomo (erano nei paraggi in barca...) Rifletto che il Governo Berlusconi ha scelto di realizzare comunque il PONTE di MESSINA ....(con quali garanzie di stabilità, con quanti e quali finanziamenti ?) ... su sponde siciliane e calabresi che franano rovinosamente e producono decine di morti... anche solo con le ricorrenti piogge di media intensità...e non si mettono in sicurezza... per mancanza di fondi...

I 400.000 ladroni.


di Marco Travaglio. Fonte: beppegrillo

Buongiorno a tutti, non possiamo certamente seguire il Cavaliere nei suoi deliri quotidiani, ieri le uscite sul Caso Mondadori, però lì devo dire un po’ di verità l’ha detto quando ha parlato di rapina a mano armata, il problema è che la mano è la a sua e la rapina l’ha fatta lui 20 anni fa, i suoi Avvocati Previti, Pacifico e Acampora versavano 420 milioni in contanti al Giudice Vittorio Metta in cambio della sentenza comprata che annullata il lodo Mondadori e consegnava la Casa Editrici a Berlusconi fregandola a De Benedetti, quindi il rapinatore è Berlusconi, il rapinato è De Benedetti.

Privati corruttori e pubblici ladroni.

C’è una sentenza definitiva in sede penale che condanna gli Avvocati corruttori e il giudice corrotto, Berlusconi tanto per cambiare ottenne l’impunità grazie alla concessione delle attenuanti generiche che dimezzarono i termini di prescrizione.
ISRAEL'S CRIMES :THE ROCK AND THE PEBBLETHE U.N. GOLSTONE REPORT,

the mr. Richard Goldstone personal excuses

lunedì 11 aprile 2011

Gaza, pioggia di fuoco.


Da megachip, di Vittorio Arrigoni. Fonte: peacereporter.net.

Domenica 10 Aprile“Ho lasciato le mie cugine che stavano lavando i panni nel cortiledi casa, quindi mi sono avviato verso la moschea per la preghiera dimezzogiorno. Non avevo ancora camminato per 500 metri quando hosentito il boato, e giratomi di scatto ho visto il fumo salire soprala nostra casa”.

Mentre ci offrono il caffè e i datteri ritualisotto la tenda della veglia funebre, Nidal continua il suo racconto.“Sono precipitato indietro con alcuni familiari e appena varcata lasoglia di casa la scena raccapricciante: tutte 4 donne stavano stese aterra, Najah era già cadavere mentre sua figlia Nidal è spirata frale mie braccia. Abbiamo caricato le altre 2 sorelle, Nida e Fida su 2auto e siamo corsi incontro alle ambulanze.”Ad Al-Farahin, est di Khan Younis, un drone UAV israeliano, uno diquegli velivoli senza pilota comandati a distanza che qui a Gazachiamano "zannana", ha mirato e fatto centro su un gruppo di donne.

Il missile è esploso a mezzo metro da Najah Harb Qdeah, 45 anni,uccidendola sul colpo. Nidal Ibrahim Qdeah di 20 anni, è morto poco dopo, Fida di anni 15 è rimasta seriamente ferita ad una gamba mentreNida Qdeah, un'altra bambina di 12 anni, sta lottando in questomomento fra la vita e la morte all'ospedale Europa di Khan Younis.

IN ISLANDA HANNO RISOLTO IL PROBLEMA DI CHI PAGA LA CRISI.



Vince il no. Gli islandesi, ancora una volta hanno espresso la loro contrarietà all'accordo sul rimborso di circa 4 miliardi di euro chiesto dalla Gran Bretagna e dalla Olanda in seguito al fallimento della banca islandese Icesave. Secondo i dati diffusi dalla radio pubblica Ruv il no è in testa con circa il 58%. Mica sono scemi gli Islandesi, la crisi l'hanno fatta le banche, ed è giusto che si risolvano i conti tra loro senza coinvolgere il popolo. Controlacrisi.org saluta la vittoria del popolo islandese e spera che serva di lezione a tutto l'Europa.

Sciopero precario.





EUROPE'S RAT

domenica 10 aprile 2011

Dell’1%, Dall’1%, Per l’1%


di Joseph E. Stiglitz. Fonte: vincenzomaddaloni

Gli americani sono stati a guardare le proteste contro i regimi oppressivi che concentrano enormi ricchezze nelle mani di pochi eletti. Eppure, nella nostra stessa democrazia, l’1 per cento della gente prende quasi un quarto del reddito nazionale – una disuguaglianza di cui anche i ricchi si pentiranno.

E’ inutile far finta che ciò che di fatto è successo, non sia veramente accaduto. La fascia alta dell’uno per cento degli americani si prende ogni anno quasi un quarto del reddito nazionale. In termini di patrimonio invece che di reddito, l’uno per cento controlla il 40 per cento del patrimonio. Le loro sorti di vita sono sensibilmente migliorate.

Venticinque anni fa, i dati corrispondenti erano del 12 per cento e del 33 per cento. Una reazione potrebbe essere quella di celebrare l’ingegno e la capacità di iniziativa che ha portato a queste persone la loro fortuna, e sostenere che l’alta marea solleva tutte le barche1. Ma sarebbe una risposta fuorviante. Mentre l’uno per cento al top ha visto il proprio reddito aumentare del 18 per cento negli ultimi dieci anni, la classe media ha visto i suoi redditi diminuire.

Per quelli che hanno solo un diploma di scuola superiore, il calo è stato precipitoso – il 12 per cento solo negli ultimi venticinque anni. Tutta la crescita degli ultimi decenni – e oltre – è andata a quelli che stanno al top. In termini di equa distrubuzione del reddito, l’America è indietro rispetto a tutti i paesi del vecchio continente, l’Europa “fossilizzata” su cui ironizzava il presidente George W. Bush.

Un nuovo welfare.

di Peppe Allegri. Fonte: ilmanifesto Genera un po' di frustrante indignazione l'intervento sul Corsera a firma Pietro Ichino, Nicola Rossi e Luca Cordero di Montezemolo, perché sembrano accorgersi solo oggi dei danni prodotti da un ventennio in cui (anche loro) sono stati classe dirigente. Inoltre il loro argomentare trasuda paternalismo, irenico patto dei produttori e intergenerazionale, quindi, soprattutto, sembra fermo ad anni fa, quando il Pd poteva ancora governare e la crisi economico-finanziaria era solo agli albori. Fingono di prendere la parola come interlocutori delle piazze di ieri, con migliaia di precari-e, intermittenti e lavoratori indipendenti a rivendicare «il nostro tempo è adesso». Si propongono come riformisti, mentre appaiono stanchi ripetitori di ricette che questo Paese avrebbe dovuto sperimentare negli anni '90, quando invece si preferì "riformare" il mercato del lavoro, senza garanzie e tutele, quindi svendere i servizi pubblici della Repubblica ai soliti noti della finanza e del nostro capitalismo straccione, fondato sui contributi statali, il silenzio sindacale e le rendite private. Pensano che questa mobilitazione dei precari sia la prima e «convocata via Internet»: poveri, inconsapevoli, sordi interpreti di questi strani tempi ipermoderni!

"Eh, lo so!"


di Beppe Grillo dal suo blog.

"Eh, lo so!". Quante volte vi hanno risposto così? La reazione irrefrenabile è la solita. La ricerca disperata di una mazza da baseball per continuare la conversazione. Voi dite: "Ci sono due milioni di precari" oppure "Non si capiscono le ragioni della nostra presenza in Afghanistan" o "Il nostro debito pubblico ci sta portando al default" e la risposta, implacabile, standard, è "Eh, lo so!". I politici rubano? "Eh, lo so!". Federico Aldrovandi è stato ucciso dalla Polizia e chi lo ha ucciso è ancora in servizio dopo la condanna in primo grado? "Eh, lo so!".

In questi casi la risposta è corredata da un "Loro se lo possono permettere!". Gli ehloso si dividono in più categorie. La prima è degli ignavi. Il loro fine è bloccare la discussione sul nascere per non essere compromessi. E se le loro parole venissero riportate? Se qualcuno fosse in ascolto? Un "Eh, lo so" e si tolgono qualunque pensiero.

Wikileaks rivela la vergogna Bersani sul nucleare.


Scritto da rosarossaonline.org Fonte: notiziegenova.altervista Lunedì 04 Aprile 2011

NON solo Berlusconi e compagnia al governo giocano con la pelle degli italiani,il Pd e legambiente non sono da meno.

L'ennesimo cable di Wikileaks riguarda il testo di un accordo bilaterale,'Partnership Globale sull’Energia Nucleare-GNEP', firmato nel dicembre del 2007 dall'allora Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e dal Segretario dell'Energia degli Stati Uniti d'America Bodman, nel quale si programma e si mette nero su bianco la cooperazione nucleare tra Italia e Usa.

Nel cable (firmato dall'ex Amabasciatore Usa a Roma Ronald Spogli) si riporta come l'attuale Segretario del PD Bersani si impegni, e impegni il nostro paese, a riprendere la strada del nucleare, e arrivi a minimizzare il risultato del Referendum sul nucleare del 1987, sostenendo che "Il risultato de Referendum non esclude l'Italia dalla generazione di energia nucleare, l'ha solo sospesa”.
Infine, come riporta il cable, Bersani al momento della firma dell'agreement sostiene che l'accordo GNEP "può giocare un ruolo importante nel modificare gli atteggiamenti italiani nei confronti dell’energia nucleare"....continua con il documento.
Le bretelle che salvano la dignita' della sinistra italiana ... e non solo.

THE BRETELLE SAVING THE DIGNITY OF THE ITALIAN "LEFT"

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