Fonte: Controlacrisi del 22-11-2010
di Fabio Sebastiani
Il Portogallo spera nello stellone, la Grecia e la Spagna pregano. La crisi finanziaria in Europa rischia di diventare un vero e proprio buco nero. Un buco nero galattico, in cui prima o poi finiremo tutti, Germania esclusa naturalmente che in questi mesi ha pensato bene di coprirsi a spese degli altri partner dell’Ue. Sono ore difficili a Bruxelles, perché probabilmente si stanno rendendo conto che il vicolo è cieco. La Bce sta acquistando forsennatamente bond irlandesi. Ma è una misura artificiale ed inutile. A spaventare le borse non è più soltanto il valore dei bond ma la stessa risposta politica dei paesi che stanno “sotto botta”. Il panico si sta di nuovo diffondendo. E quando si diffonde il panico non c’è risposta razionale che tenga. I nodi arrivano al pettine: una economica che non pensa all’investimento è una economia che non esiste. Una economia finanziaria che lucra sulle disgrazie non è una economia, è un gioco al massacro. Ora che pure i “capitalisti” se ne stanno rendendo conto allora ecco affiorare i guai. Finalmente qualcuno capisce che non c’è partita contro la massa d’urto dei capitali speculativi. Sono troppo grandi e troppo ben inseriti nei posti giusti. Sono stati così ben congegnati che stanno perfino sfuggendo al controllo dei propri “padroni”. E ciò finirà per travolgerli, i padroni.
Nessuno crede più all’implosione del capitalismo. Anzi, quello che accadrà sarà che queste grandi menti dell’economia internazionale tenteranno fino all’ultimo di far pagare il conto ai lavoratori e ai cittadini. Sono loro a questo punto che hanno il compito di spezzare la catena di morte.
Quello su cui sta speculando la finanza internazionale, che ha ancora il problema di riprendersi dal colpo dei mutui subprime è proprio la mancanza di una economia degna di questo nome. E quindi di uno sviluppo. Del resto, non è accaduto così anche con la vicenda dei subprime? Questi mutui non erano mutui concessi a persone vicine alla soglia di povertà? E’ vero o no che una buona parte della filiera della speculazione scommetteva sul fatto che saltasse tutto da un momento all’altro proprio a causa dell’insolvenza? E’ vero o non che a rimetterci sono stati quelli che alla fine si sono ritrovati con il cerino in mano?
di Fabio Sebastiani
Il Portogallo spera nello stellone, la Grecia e la Spagna pregano. La crisi finanziaria in Europa rischia di diventare un vero e proprio buco nero. Un buco nero galattico, in cui prima o poi finiremo tutti, Germania esclusa naturalmente che in questi mesi ha pensato bene di coprirsi a spese degli altri partner dell’Ue. Sono ore difficili a Bruxelles, perché probabilmente si stanno rendendo conto che il vicolo è cieco. La Bce sta acquistando forsennatamente bond irlandesi. Ma è una misura artificiale ed inutile. A spaventare le borse non è più soltanto il valore dei bond ma la stessa risposta politica dei paesi che stanno “sotto botta”. Il panico si sta di nuovo diffondendo. E quando si diffonde il panico non c’è risposta razionale che tenga. I nodi arrivano al pettine: una economica che non pensa all’investimento è una economia che non esiste. Una economia finanziaria che lucra sulle disgrazie non è una economia, è un gioco al massacro. Ora che pure i “capitalisti” se ne stanno rendendo conto allora ecco affiorare i guai. Finalmente qualcuno capisce che non c’è partita contro la massa d’urto dei capitali speculativi. Sono troppo grandi e troppo ben inseriti nei posti giusti. Sono stati così ben congegnati che stanno perfino sfuggendo al controllo dei propri “padroni”. E ciò finirà per travolgerli, i padroni.
Nessuno crede più all’implosione del capitalismo. Anzi, quello che accadrà sarà che queste grandi menti dell’economia internazionale tenteranno fino all’ultimo di far pagare il conto ai lavoratori e ai cittadini. Sono loro a questo punto che hanno il compito di spezzare la catena di morte.
Quello su cui sta speculando la finanza internazionale, che ha ancora il problema di riprendersi dal colpo dei mutui subprime è proprio la mancanza di una economia degna di questo nome. E quindi di uno sviluppo. Del resto, non è accaduto così anche con la vicenda dei subprime? Questi mutui non erano mutui concessi a persone vicine alla soglia di povertà? E’ vero o no che una buona parte della filiera della speculazione scommetteva sul fatto che saltasse tutto da un momento all’altro proprio a causa dell’insolvenza? E’ vero o non che a rimetterci sono stati quelli che alla fine si sono ritrovati con il cerino in mano?
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