Vite di classe.
Sacco
e VanzettiDal Blog. di Vittoria Oliva
Bartolomeo Vanzetti: vite proletarie
NON
PIANGETE LA MIA MORTE (LETTERE AI FAMILIARI)
Ritenni il diritto della libertà di coscienza inalienabile, come quello della vita. Cercai con tutte le mie forze di convergere lo scibile umano a benefizio di tutti. So per esperienza che diritti e privilegi si acquistarono e si mantennero colla forza, e che cosí sarà finché l’umanità non avrà migliorato se stessa.
Nella vera futura storia umana, abolite le classi e i privilegi, gli antagonismi d’interesse tra uomo e uomo, il progresso e i mutamenti saranno determinati solo dall’intelligenza e dalla comune generale convenienza.
Se noi e la generazione che portano in grembo le nostre donne non arriveremo a questo risultato, non avremo ottenuto nulla di reale, e l’umanità continuerà ad essere ognora piú misera ed infelice.
Riconosciuta la necessità della forza a invocare al servizio del bene, contro il regno del male, sono e sarò sino al supremo istante (se non m’accorgerò di essere in errore) comunista anarchico perché credo che il comunismo sia la piú umana forma di contratto sociale, perché so che solo con la libertà l’uomo si eleva, si nobilita e si completa.
Lettere ai familiari
Cuneo, 26 giugno 1901
Caro padre,
con questa mia, ti domando scusa di una mia negligenza.
Ieri fu un giorno lieto e di propizia occasione per esprimerti l’affezione ardente che nutro per te. Fu il tuo onomastico!
Io dimenticai di mandarti un piccolo regalo e perciò pensai di mandartelo oggi. Il mio cuore immerso nel piacere, nell’amore e in quelle speranze che formano i vincoli dell’avvenire, la guida del mio futuro, non è capace di esprimerti l’amore e l’affezione che ti porto per quanto tu meriti.
con questa mia, ti domando scusa di una mia negligenza.
Ieri fu un giorno lieto e di propizia occasione per esprimerti l’affezione ardente che nutro per te. Fu il tuo onomastico!
Io dimenticai di mandarti un piccolo regalo e perciò pensai di mandartelo oggi. Il mio cuore immerso nel piacere, nell’amore e in quelle speranze che formano i vincoli dell’avvenire, la guida del mio futuro, non è capace di esprimerti l’amore e l’affezione che ti porto per quanto tu meriti.
Una vita proletaria
La mia vita non può assurgere a valore
di esempio, comunque considerata. Anonima nella folla anonima, essa trae luce
dal pensiero, dall’ideale che sospinge l’umanità verso migliori destini. E
questo ideale io riassumo come balena nel mio pensiero.
Nacqui l’11 giugno 1888 da Giovan Battista Vanzetti, e da Giovanna Nivello, in Villafalletto, provincia di Cuneo, Piemonte. Questo comune che sorge sulla sponda destra della Maira, ai piedi di una bellissima catena di colline, è eminentemente agricolo. Qui vissi fino all’età di tredici anni, in seno alla famiglia.
Frequentai le scuole locali; amavo lo studio e ottenni il primo premio all’esame di proscioglimento, il secondo nel catechismo. Mio padre era indeciso se farmi studiare o darmi un mestiere. Un giorno lesse su La gazzetta del popolo che a Torino quarantadue avvocati avevano concorso per un impiego da 45 lire al mese. Si decise. L’anno 1901 mi portò presso il signor Comino esercente una pasticceria nella città di Cuneo.
Nacqui l’11 giugno 1888 da Giovan Battista Vanzetti, e da Giovanna Nivello, in Villafalletto, provincia di Cuneo, Piemonte. Questo comune che sorge sulla sponda destra della Maira, ai piedi di una bellissima catena di colline, è eminentemente agricolo. Qui vissi fino all’età di tredici anni, in seno alla famiglia.
Frequentai le scuole locali; amavo lo studio e ottenni il primo premio all’esame di proscioglimento, il secondo nel catechismo. Mio padre era indeciso se farmi studiare o darmi un mestiere. Un giorno lesse su La gazzetta del popolo che a Torino quarantadue avvocati avevano concorso per un impiego da 45 lire al mese. Si decise. L’anno 1901 mi portò presso il signor Comino esercente una pasticceria nella città di Cuneo.
Qui lavorai una ventina di mesi; si
lavorava dalle sette antimeridiane alle dieci pomeridiane ed avevo tre ore di
libera uscita ogni quindici giorni.
Da Cuneo mi recai a Cavour presso il signor Goitre, dal quale lavorai tre anni. Le condizioni di lavoro non differivano che nell’avere cinque ore, invece di tre, di libera uscita. Il mestiere non mi piaceva, ma tiravo avanti per far piacere a mio padre e perché non avrei saputo quale altro mestiere scegliere. Nel 1905 da Cavour mi recai a Torino allo scopo di trovar lavoro. Non trovando occupazione in quella città, mi recai a Cuorgnè ove lavorai sei mesi. Da Cuorgnè tornai a Torino occupandomi in qualità di caramellista.
Da Cuneo mi recai a Cavour presso il signor Goitre, dal quale lavorai tre anni. Le condizioni di lavoro non differivano che nell’avere cinque ore, invece di tre, di libera uscita. Il mestiere non mi piaceva, ma tiravo avanti per far piacere a mio padre e perché non avrei saputo quale altro mestiere scegliere. Nel 1905 da Cavour mi recai a Torino allo scopo di trovar lavoro. Non trovando occupazione in quella città, mi recai a Cuorgnè ove lavorai sei mesi. Da Cuorgnè tornai a Torino occupandomi in qualità di caramellista.
Sacco e Vanzetti erano militanti dell’ IWW
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Agosto 1927, l’esecuzione di Sacco e Vanzetti
Una
mobilitazione operaia, nel mondo intero,
contro un crimine di Stato
Il
23 agosto 1927, vicino a Boston
(Usa), poco dopo la mezzanotte, Nicolas Sacco veniva condotto al supplizio.
Prima dell’esecuzione sulla sedia elettrica gridò “Viva l’anarchia”. Qualche
minuto dopo, Bartolomeo Vanzetti subì
la stessa sorte.
In
seguito all’entrata in guerra degli Usa, nell’aprile del 1917, il presidente
Wilson, che ci è sempre
stato presentato come un “liberal”,
aveva fatto promulgare leggi sempre più repressive. L’apice venne raggiunto a partire dal 1919,
sotto il suo ministro per la giustizia, Palmer. Venne promossa una caccia isterica
agli anarchici, “ai rossi”, agli emigrati. Il 2 gennaio 1920, appena prima
dell’inizio della vicenda, ebbero
luogo i “Palmers raids”. Intrentatre città, quel giorno, ci
furono delle retate di massa, migliaia di arresti, senza imputazione, per mesi,
con il pretesto di un imminente “complotto bolscevico”. La borghesia americana
si vendicava dello scacco subito col proprio intervento militare in Siberia
contro la Russia dei soviet, e della paura che aveva suscitato in lei l’ondata
operaia.del 1919.
Sacco e Vanzetti avevano il profilo ideale di capri
espiatori. Erano anarchici rivoluzionari, tornavano dal Messico dove si
erano incontrati mentrefuggivano
la coscrizione per la guerra imperialista che condannavano.
Vanzetti fu anche condannato a
quindici anni di prigione per una rapina a mano armata che non aveva
commesso. Ma non era
sufficiente. Allora venneistituito
un secondo processo, per un'altra rapina a mano armata, che aveva provocato due
morti. E sempre senza prove, Sacco e Vanzetti venneroquesta volta condannati a morte,
come volevano le autorità.
Non si trattò solamente di un “errore
giudiziario”, come ammisero certi liberali borghesi, ma di un vero e proprio
assassinio politico con l’intenzione di colpire gli animi e voluto come tale
dai rappresentanti dell’ordine. Tutte le prove di innocenza dei due militanti,
comprese le confessioni di uno dei veri autori della rapina a mano armata, non
servirono a niente. Sacco e Vanzetti restarono sei anni nel corridoio
della morte.
Malgrado i
tempi difficili…
Fu allora che si sviluppò una campagna di
solidarietà operaia internazionale, sotto la bandiera della difesa dei
militanti in lotta per l’emancipazione della classe operaia. Forse la sola che fu condotta da un capo
all’altro del mondo sotto questa bandiera.
Era un’epoca difficile, marcata da un
arretramento politico e sociale che attraversava il mondo intero. Il regime
fascista si era insediato in Italia. Decine di paesi vivevano sotto una
dittatura più o meno dura.
La reazione politica toccò anche la Russia , con l’avanzata dello stalinismo
che andò aincancrenire tutto
il movimento comunista internazionale.
Questo non impedì che a partire dal 1926 e soprattutto
durante tutto il 1927 il movimento di solidarietà a Sacco e Vanzetti guadagnasse in ampiezza e
segnasse in modo profondo e duraturo la coscienza di milioni di proletari nel
mondo. Si era ovviamente mobilitato il movimento anarchico. Ma ciò che dette un carattere così
ampio alla protesta operaia, fu la partecipazione di tutte le organizzazioni
comuniste nel mondo con la III ° Internazionale, l’Internazionale Comunista
(IC): i Partiti Comunisti certamente, ma anche il Soccorso Rosso Internazionale,
e soprattutto il movimento sindacale, con l’Internazionale Sindacale Rossa. I
partiti comunisti dettero particolare impulso a queste manifestazioni in quanto
l’IC stava prendendo una svolta “ultrasinistra”, con la politica di “classe
contro classe”. Ma il suo radicalismo toccò
l’emozione profonda di milioni di lavoratori. In tutti i paesi, tutto quello
che esisteva di forze militanti e contestatarie nel movimento operaio si mobilitò, benché i
partiti socialisti, per la maggior parte, puntassero i piedi.
…una enorme
mobilitazione operaia internazionale.
Nessun continente fu risparmiato dagli
scioperi e dalle manifestazioni, in Africa del Sud come in Africa del Nord,
fino all’Oceania. Anche negli Usa, il PC e il movimento operaio
contestatario erano molto
deboli, il sindacato ufficiale, l’AFL, totalmente sottomesso al potere, ma il
movimento di protesta e gli scioperi mobilitarono in modo massiccio i
lavoratori. Nel luglio 1927 New York
conobbe il più grande sciopero della sua storia, con la partecipazione di
centinaia di migliaia di lavoratori che reclamavano salva la vita per Sacco
e Vanzetti. A Boston, a
Chicago, sulla costa del Pacifico, in moltissime città industriali ci furono
scioperi, manifestazioni e scontri con la polizia. La protesta guadagnò il
Canada.
Tutto il movimento operaio dell’America
del Sud si sollevò. Grandi scioperi generali ebbero luogo per tutto il 1927, in
Argentina, in Paraguay, in Uruguay, ma anche in Brasile, in Cile, in Messico e
in Venezuela. Centinaia di migliaia di manifestanti affrontavano le forze di
repressione e le ambasciate degliUSA erano
protette dall’esercito.
In
Europa, anche in paesi alle prese con la repressione, la protesta si
sviluppò malgrado i
rischi, in Polonia sotto il giogo di Pilsudki, e anche in Italia sotto quello
di Mussolini. Sicuramente il
movimento guadagnò la Germania dove
il movimento comunista era forte. In
Gran Bretagna il paese usciva da uno sciopero generale interrotto l’anno
precedente; il sentimento di solidarietà internazionale era forte; numerosi
sindacati e l’ala sinistra del movimento laburista si mobilitarono. A
Londra, in particolare, ci furono scioperi e manifestazioni potenti, in cui si
riunirono decine di migliaia di lavoratori.
In
Francia in prima linea furono la CGTU (la confederazione sindacale che riuniva
i lavoratori più combattivi) e il PC. La CGT diretta dal riformista Jouhauxrifiutò di associarsi al
movimento. Il governo radicale del “Blocco delle sinistre” faceva guerra ai
contestatari. All’avvicinarsi della data dell’esecuzione il movimento si radicalizzò. In luglio e
all’inizio di agosto
scioperi e manifestazioni di grande ampiezza si susseguirono in tutto il paese.
Il giorno dell’esecuzione, il 23 agosto 1927,
quasi centomila manifestanti si riversarono su Parigi. Ci furono degli
scontri particolarmente violenti. Ci furono numerosi feriti e degli arresti tra
i manifestanti, ma furono feriti anche più di 120 poliziotti. Le manifestazioni,
e talvolta gli scontri con la polizia,ebbero
luogo fin nelle più piccole città operaie.
Un movimento che aveva affermato l’unità della classe operaia nel mondo
Un movimento che aveva affermato l’unità della classe operaia nel mondo
Il 23 agosto 1927, la collera
operaia esplose ovunque nel mondo per protestare contro l’assassinio dei due
martiri. Anche a Ginevra
migliaia di manifestanti si riversarono nel centro della città dove ci furono
degli scontri di rara violenza, e l’esercito dovette essere dispiegato a
protezione del consolato americano.
Niente
aveva fatto cedere il giudice Thayer,
il governatore del Massachusetts,
né il presidente degli Stati Uniti. In Francia, i grandi quotidiani di
destra,Le Tempe, Le Figaro, avevano applaudito
anticipatamente l’omicidio. Non si trattò dell’opposizione tra partigiani e
avversari dell’innocenza di Sacco eVanzetti,
ma di una scelta di classe. Era questa la realtà, ciascun campo ne aveva coscienza. Ci furono decine
di morti nel corso di queste manifestazioni nel mondo, in Asia come nelle
Americhe. La protesta e gli scioperi si prolungarono ancora per settimane.
Vanzetti aveva gridato in faccia ai
suoi giudici “Questa agonia sarà il nostro trionfo”. Quando disse “Noi”, parlava di lui e
il suo compagno, sicuramente, ma anche del movimento operaio che aspirava a
liberare la terra dall’oppressione capitalista. I milioni di proletari
mobilitati per due dei loro non avevano potuto fermare la mano del boia. Ma la loro lotta aveva segnato nelle
coscienze milioni di lavoratori, mostrando loro di appartenere ad una sola e
unica classe sociale.
PaulSOREL
Cinquant’anni dopo l’esecuzione di
Sacco e Vanzetti, il 23 agosto 1977, l’allora
governatore del Massachusetts pronunciò la
riabilitazione dei due uomini. Ma questo non toglie
niente all’infamia che costituì il loro processo, la loro condanna e la loro
esecuzione.
Lutte Ouvrière n°2038 del 24 agosto 2007
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Manifestazioni di protesta a Londra a favore di Sacco e Vanzetti.
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