Di Zag, in ListaSinistra
.... la fine di Berlusconi ..... non comportera automaticamente la fine della politica e della concezione della politica chiamata berlusconismo.
Questa non e stata una conseguenza meccanica , deterministica ma continuita' di pensiero come tendenze e concezione del mondo.
Proprio come risposta alle trasformazioni epocali che si stavano consumando negli anni '80 , crisi del fordismo, apertura alla liberalizzazione del credito, monetarismo, fine delle barriere doganali.
Una delle risposte a quelle esigenze fu il craxismo, che ruppe le tradizione storiche del socialismo per associarlo ad una nuova concezione del "riformismo" .
Forza minoritaria all'interno del duopolio che diventa ago della bilancia e ribalta lo schema
E fin qui le differenze.
Per fare cosa? , e cosa si intendeva "modernita"? ed e' qui che la continuita' , non meccanica, ma di tendenza, che le politiche si identificano. ( e non faccio similitudini di atteggiamenti personalistici, ma di atti, di fatti concreti )
Non a caso tutti i , allora giovani, rampanti socialisti sono oggi i maggiori esponenti costruttori berlusconiani. /( Tremonti, Sacconi, Brunetta, ecc ecc ) .
Ma allora come oggi , uno dei maggiori ostacoli sono le sovrastrutture di uno stato ancorato ancora ad una concezione della politica e della partecipazione diciamo di tipo socialdemocratico tedesco.
Allora come oggi , occorre smontare questi residuati, i partiti, la magistratura indipendente, gli organi partecipativi alla vita democratica, ecc ecc. Allora come oggi questa "burocratizzazione", rappresenta un ostacolo, e allora come oggi la risposta e' quella dello smantellamento di questi "carrozzoni" per una politica basata sul "leader", allora Craxi, oggi berlusconi, certo non uguali, ma simili negli obbiettivi da perseguire. Di qui la continuita', non lineare, come risposte politiche alle esigenze delle trasformazioni sociali ed economiche
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