di Federico Campagna - Fonte: Looponline.
La notizia del giorno é che gli studenti sono scesi in massa, con numeri che non si vedevano da anni?
La notizia del giorno é che gli studenti sono scesi in massa, con numeri che non si vedevano da anni?
Vero, ma no, non è questa. Forse è che la folla ha accerchiato la macchina del Principe Carlo e di Camilla e l’ha presa a calci fino a che non è riuscita a fuggire?
Anche questo è vero, ma ancora no. E allora la notizia è che gli studenti hanno smesso di farsi bastonare e hanno risposto alle cariche a cavallo della polizia con attacchi altrettanto violenti?
Oppure che hanno assaltato la sede del Tesoro e l’hanno trasformata in una latrina?
Tutto vero, ma di nuovo acqua.
La notizia di oggi ha il ritmo profondissimo e saltante del dubstep, la musica che si balla nelle warehouses abbandonate di Peckham e Croydon, le aree più povere del sud est di Londra.
Quello che c’è di nuovo, oggi ancora più che nelle ultime manifestazioni, è che la protesta degli studenti inglesi ha finalmente una guida.
Non stiamo parlando di intellettuali, accademici, politici di professione o attivisti a vita. Negli scontri di oggi, tra le mani che scardinavano ringhiere e le lanciavano alla polizia, tra le panchine bruciate e i vetri infranti, il movimento degli studenti inglesi ha trovato la sua avanguardia da seguire.
E l’avanguardia balla il dubstep. L’avanguardia è nera, minorenne, con la voce rauca e molto poco da perdere.
Gli studenti delle università d’arte hanno copiato i colleghi italiani e oggi si sono presentati di fronte alle linee di polizia con degli scudi di cartone a forma di libro. Molto carino. Decine di professoresse universitarie si sono unite alla marcia spingendo passeggini con i loro bambini neonati. Assolutamente adorabile.
Gli studenti delle università d’arte hanno copiato i colleghi italiani e oggi si sono presentati di fronte alle linee di polizia con degli scudi di cartone a forma di libro. Molto carino. Decine di professoresse universitarie si sono unite alla marcia spingendo passeggini con i loro bambini neonati. Assolutamente adorabile.
Ma quello che invece conta davvero, è che alla testa del corteo più feroce, sulla linea di battaglia con le squadre antisommossa, c’erano torme di ragazzini del sud est della città. Giovanotti e signorine considerati feccia dai più, senza paura di far vedere alla folla come non si indietreggia quando la polizia carica al galoppo. Loro alzavano il volume dei loro altoparlanti, davano fuoco alle panchine, staccavano le assi in fiamme e si lanciavano contro le divise fosforescenti della Metropolitan Police.
Questa è la vera notizia, perché questo è davvero ‘news’. Fino ad ora, i diseredati figli di immigrati erano rimasti nei loro ghetti, a farsi ingozzare di canti dalle mille chiese evangeliche che pullulano nei loro quartieri e dalle ambizioni borghesi dei loro genitori assetati di integrazione. Adesso, tutto è cambiato.
Questa è la vera notizia, perché questo è davvero ‘news’. Fino ad ora, i diseredati figli di immigrati erano rimasti nei loro ghetti, a farsi ingozzare di canti dalle mille chiese evangeliche che pullulano nei loro quartieri e dalle ambizioni borghesi dei loro genitori assetati di integrazione. Adesso, tutto è cambiato.
Alcuni di loro indossano passamontagna quando si lanciano alla testa degli scontri, ma la maggior parte di loro non si cura di nascondere la propria identità. Per una volta non sono invisibili, e non hanno nessuna voglia di diventarlo.
Abbiamo molto da imparare da loro, sia qui in Inghilterra che in Italia e in tutta Europa. E allora balliamo al ritmo della loro musica, fumiamo con loro, chiediamogli come è stata la loro vita fino ad ora. Forse, finalmente, è giunto il momento in cui la ‘pedagogia degli oppressi’ ha deciso di fare un salto mortale ed è diventata una pedagogia fatta a tutti noi dagli oppressi.
Abbiamo molto da imparare da loro, sia qui in Inghilterra che in Italia e in tutta Europa. E allora balliamo al ritmo della loro musica, fumiamo con loro, chiediamogli come è stata la loro vita fino ad ora. Forse, finalmente, è giunto il momento in cui la ‘pedagogia degli oppressi’ ha deciso di fare un salto mortale ed è diventata una pedagogia fatta a tutti noi dagli oppressi.
Questi ragazzini a un passo dalla criminalità di strada sono la guida del movimento inglese. Forse sarebbe l’ora di chiedersi se gli scugnizzi e i guaglioni di scampia non possano diventare la guida di quello italiano.
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