Patrimonio all’incanto
(fonte, Eureka di Novembre)
Una serie di spiagge, il
secondo casinò del
Paese, uffici pubblici, varie
autostrade. E diversi
aeroporti, fra cui quello
internazionale
di Atene, più il quartier
generale della polizia
nella capitale. Tutto in
vendita. Tutto in via di
privatizzazione. La crisi
della Grecia passa
anche attraverso l'Hellenic
Republic asset development
fund (www.hraf.gr), lo
strumento attraverso
cui Atene sta cercando di
piazzare i
propri gioielli. Ed è una
costante corsa al
ribasso. Se oltre un anno fa
l'obiettivo era
quello di raccogliere circa
50 miliardi di euro
dal 2012 al 2015, nello
scorso agosto le stime
sono state più che dimezzate.
Se va bene, si
rastrelleranno circa 19
miliardi di euro. In realtà,
è possibile che il fondo ne
ottenga anche
di meno.
Chi non ha mai sognato di
possedere una
penisola paradisiaca come
quella di Astir Vuliagmenis?
O chi non ha mai desiderato
diventare
un magnate dei casinò? Ora si
può.
Basta venire ad Atene e
rivolgersi al fondo di
privatizzazione degli asset pubblici.
Non
basta mandare una mail
all'indirizzo indicato
sul sito per ricevere i
dettagli sulle vendite.
«Ci spiace, ma vogliamo avere
degli incontri
di persona con i potenziali
compratori. Ci sono
state spiacevoli situazioni
in passato»,
fanno sapere dallo Hradf. Probabilmente,
il
riferimento è a tutti coloro
i quali hanno cercato
di contattare gli uffici del
fondo, salvo
poi tirarsi indietro dopo
breve tempo. «In ogni
caso, ogni singola
opportunità di investimento
è trattabile», ci tengono a
sottolineare.
In effetti, non c'è che
l'imbarazzo della scelta.
Sul sito di Hradf si possono
scegliere le
proprietà immobiliari che più
interessano.
Comodamente da casa. Come una
sorta di e
Bay della Grecia, ogni
investitore può controllare
cosa più può soddisfare i
propri desideri.
Vuoi un aeroporto? Ce ne sono
38 in
vendita, per la precisione.
Oltre a quello di Atene,
c'è anche quello di
Thessaloniki, più
quelli di Rodi, Corfù, Kos,
Santorini e Mykonos.
E, come sottolinea il fondo,
tutti sono
supervisionati dalla Hellenic
Civil Aviation
Authority. Per averne uno
basta chiedere all'Hellenic
Republic asset development
fund o
rivolgersi a Citigroup Global
Markets e Eurobank
Efg Equities Investment, i
due advisor
finanziari per gli aeroporti.
Oltre a questo, si
ha bisogno di un porto?
Nessun problema:
ce ne sono più di dodici, fra
piccoli e grandi.
E come se non bastasse, c'è
anche il Casinò di
Parnasso, il secondo più
grande del Paese.
Il processo di
privatizzazione dei vari asset
pubblici ellenici è iniziato
oltre un anno fa.
Per la precisione, il primo
luglio 2011. Prima
quindi dell'attivazione del
secondo pacchetto
di salvataggio, discusso per
la prima volta nel
Consiglio europeo del 21
luglio 2011 e conclusosi
con l'introduzione del
Private sector
involvement (Psi), cioè la
partecipazione dei
creditori privati nella
ristrutturazione del debito
ellenico, ultimata nel marzo
di questo
anno. Infatti, la dismissione
di questi asset è
stata una delle soluzioni
individuata dal governo
ellenico, di comune accordo
con la troika
per risanare i conti
pubblici. Ma non solo.
Uno degli altri obiettivi del
fondo è quello di
porre fine alla spirale di
corruzione locale che
negli ultimi 30 anni ha
demolito il Paese.
Come hanno spieg ato più
volte fonti governative
elleniche le privatizzazioni
vanno a
rilento. Strano, dato che da Hradf
non hanno
avuto troppi scrupoli a
specificare che i prezzi
sono trattabili. Eppure, come
ha ricordato
il premier Antonis Samaras a
fine agosto, il
problema del mancato appeal
dei beni pubblici
ellenici potrebbe dipendere
dalla girandola
di voci che si rincorrono da
mesi nell'eurozona.
«Come si fa a privatizzare i
nostri
asset quando i politici
europei e gli investitori
stranieri affermano che la
Grecia abbandonerà
l'euro e tornerà alla dracma?»,
si è
chiesto Samaras. Non è errata
questo visione.
Finora, nonostante i «prezzi
trattabili» sono
stati raccolti circa 1,8
miliardi di euro. Troppo
poco rispetto al target del
luglio 2011. Troppo
elevati i timori di scioperi
o disordini sociali
per comprare un aeroporto in
Grecia.
In compenso, qualcosa si sta
muovendo. Secondo
le indiscrezioni i funzionari
di Ue, Bce
e Fmi vogliono spingere per
un miglioramento
delle offerte fatte dal fondo
di privatizzazione
ellenico. In altre parole, il
governo
deve fare di più per rendere
appetibili
agli occhi degli investitori
stranieri i propri
beni.
E non è un caso che siano
state introdotte
nuove opportunità sul sito
dell'Hellenic
Republic asset development
fund. Fra queste l'area
di Kassiopi, a Corfù, più le
spiagge di A-fantu,
a Rodi e la penisola,
sopracitata, di Astir
Vouliagmenis. Chissà che non
ci faccia un
pensierino anche il
cancelliere tedesco Angela
Merkel, sarebbe un affare da
non lasciarsi
scappare, specie in vista
dell'estate
2013.
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