La lista dei ministri l’hanno scritta direttamente Bankitalia, Bce e Quirinale. Assistenti ai bordi del campo, Confindustria, Ocse e Fmi. E’ così che dal cappello di Renzi sono usciti Federica Guidi, già ai vertici dell’associazione degli imprenditori, e Pier Carlo Padoan, vice all’Ocse e in procinto di approdare all’Istat.
Guidi, classe '69, laurea in Giurisprudenza, modenese, azienda di famiglia Ducati Energia, e'stata anche presidente dei giovani di Confindustria. Una sorpresa, emersa solo a ridosso dell'ufficialita' nelle indiscrezioni dell'ultim'ora, quella di Giuliano Poletti al ministero del Lavoro. Presidente di Legacoop e di Alleanza delle cooperative. "Sono onorato e, allo stesso tempo, pienamente consapevole della complessita' del lavoro che mi aspetta: lo portero' avanti in coerenza con gli orientamenti programmatici e la volonta' comune del Governo", assicura a caldo.
Guidi, classe '69, laurea in Giurisprudenza, modenese, azienda di famiglia Ducati Energia, e'stata anche presidente dei giovani di Confindustria. Una sorpresa, emersa solo a ridosso dell'ufficialita' nelle indiscrezioni dell'ultim'ora, quella di Giuliano Poletti al ministero del Lavoro. Presidente di Legacoop e di Alleanza delle cooperative. "Sono onorato e, allo stesso tempo, pienamente consapevole della complessita' del lavoro che mi aspetta: lo portero' avanti in coerenza con gli orientamenti programmatici e la volonta' comune del Governo", assicura a caldo.
Pier Carlo Padoan, 64 anni, capo economista dell'Ocse e da poco nominato, ma mai insediato, all'Istat, arriva a via XX Settembre con un solido programma liberista, appena mitigato da qualche correzione maturata nella temperie della crisi, come quella sulla tassazione delle ricchezze. Tre i suoi punti di riferimento fondamentali: il taglio del costo del lavoro, sempre a somma zero e in relazione ai tagli della spesa pubblica beninteso; liberalizzazioni/privatizzazioni e attacco ai diritti del lavoro.
E’ un sostenitore del ridisegno dei sistemi di welfare, spostando la tutela dal posto di lavoro al reddito dei lavoratori. Il che significa, da un lato, "diminuire la protezione dei lavoratori con alcuni tipi di contratto", e dall'altro "migliorare le reti di supporto sociale" per chi e' in difficolta'. Quello che più o meno voleva fare il governo Letta con la riprogettazione degli ammortizzatori sociali. Padoan e' convinto che per finanziare il taglio delle tasse, sia indispensabile agire con una corrispondente riduzione della spesa, perche' "i margini per tagliare le tasse vanno costruiti". In questo senso, appare indispensabile proseguire sulla strada intrapresa dal commissario straordinario Carlo Cottarelli con la spending review.
L'obiettivo, ambizioso, deve essere quello di "rendere qualitativo, come in altri paesi, il taglio alle spese". L'altra chiave e' la concorrenza. Per questo, ha sostenuto l'economista, "e' importante che in Italia si proceda ad ulteriori liberalizzazioni, come nel settore dell'energia, il che significa un abbattimento dei costi di produzione". Ma non basta. Serve anche un'azione determinata per "liberalizzare il mercato dei prodotti, ossia dei servizi, come in altri paesi europei".
Padoan è stato consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea, della Banca Centrale Europea. E anche in Italia non e' alla primissima esperienza governativa. Sul suo curriculum, infatti, annovera una collaborazione prima con Giuliano Amato e poi con Massimo D'Alema a Palazzo Chigi come consigliere. Proprio con quest'ultimo il rapporto e' molto stretto visto che Padoan ha ricoperto il ruolo di direttore della Fondazione Italianieuropei.
Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, il governo Renzi è "in perfetta continuità con quello di Letta e quello di Monti". "Inoltre, l’accordo con Forza Italia sulla legge elettorale e sulle riforme istituzionali - continua Ferrero - fa sì che Renzi oltre ad aver rimesso in pista Berlusconi, risponda a due maggioranze, entrambe spostate pesantemente a destra". Dal punto di vista delle scelte di politica economica "ci troviamo addirittura di fronte ad un peggioramento. Da un lato il ministro continua ad essere un fiduciario delle agenzie economiche internazionali, garante del patto di stabilità, dei trattati europei e delle politiche di austerità, non certo dello sviluppo e della giustizia sociale". Dall’altro, "è portatore di una tesi completamente falsa secondo cui la riduzione del costo del lavoro e la precarizzazione del lavoro – che lui chiama flessibilità – sarebbero le principali leve attraverso cui aumentare la produttività: questo governo, sulla linea della Fornero, si caratterizzerà per un nuovo attacco ai diritti dei lavoratori”.
E’ un sostenitore del ridisegno dei sistemi di welfare, spostando la tutela dal posto di lavoro al reddito dei lavoratori. Il che significa, da un lato, "diminuire la protezione dei lavoratori con alcuni tipi di contratto", e dall'altro "migliorare le reti di supporto sociale" per chi e' in difficolta'. Quello che più o meno voleva fare il governo Letta con la riprogettazione degli ammortizzatori sociali. Padoan e' convinto che per finanziare il taglio delle tasse, sia indispensabile agire con una corrispondente riduzione della spesa, perche' "i margini per tagliare le tasse vanno costruiti". In questo senso, appare indispensabile proseguire sulla strada intrapresa dal commissario straordinario Carlo Cottarelli con la spending review.
L'obiettivo, ambizioso, deve essere quello di "rendere qualitativo, come in altri paesi, il taglio alle spese". L'altra chiave e' la concorrenza. Per questo, ha sostenuto l'economista, "e' importante che in Italia si proceda ad ulteriori liberalizzazioni, come nel settore dell'energia, il che significa un abbattimento dei costi di produzione". Ma non basta. Serve anche un'azione determinata per "liberalizzare il mercato dei prodotti, ossia dei servizi, come in altri paesi europei".
Padoan è stato consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea, della Banca Centrale Europea. E anche in Italia non e' alla primissima esperienza governativa. Sul suo curriculum, infatti, annovera una collaborazione prima con Giuliano Amato e poi con Massimo D'Alema a Palazzo Chigi come consigliere. Proprio con quest'ultimo il rapporto e' molto stretto visto che Padoan ha ricoperto il ruolo di direttore della Fondazione Italianieuropei.
Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, il governo Renzi è "in perfetta continuità con quello di Letta e quello di Monti". "Inoltre, l’accordo con Forza Italia sulla legge elettorale e sulle riforme istituzionali - continua Ferrero - fa sì che Renzi oltre ad aver rimesso in pista Berlusconi, risponda a due maggioranze, entrambe spostate pesantemente a destra". Dal punto di vista delle scelte di politica economica "ci troviamo addirittura di fronte ad un peggioramento. Da un lato il ministro continua ad essere un fiduciario delle agenzie economiche internazionali, garante del patto di stabilità, dei trattati europei e delle politiche di austerità, non certo dello sviluppo e della giustizia sociale". Dall’altro, "è portatore di una tesi completamente falsa secondo cui la riduzione del costo del lavoro e la precarizzazione del lavoro – che lui chiama flessibilità – sarebbero le principali leve attraverso cui aumentare la produttività: questo governo, sulla linea della Fornero, si caratterizzerà per un nuovo attacco ai diritti dei lavoratori”.
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