Analizzando
nel dettaglio il programma del Front de Gauche alcune considerazioni mi
vengono da fare.
Intanto la provenienza dei suoi dirigenti. Tutti provengono
dalla sinistra del PS. Jean-Luc Mélénchon, Jacques Généreux, Marc Dolez. Per
citarne alcuni.
Essi provengono dagli errori e dalla loro autocitica all'appoggio dato al trattato di Maastricht (Mitterand, 1992) e la resa a quello di Amsterdam (Chirac/Jospin, 1997) Si sono schierati per il no al referendum sulla Costituzione Europea .Nel 2008 sono usciti dal PS per fondare il Parti de Gauche (che è una delle componenti del Front de Gauche).
Al pari del programma di Syriza , nel Front de Gauche vi è una analisi economica che difficilmente si può trovare in un partito politico, ma spesso nelle analisi di economisti critici ed eterodossi.
Il programma ha dei punti sicuramente discutibili , ma forse è proprio questo uno dei punti forti. Quello di poter aprire ed essere da stimolo per il dibattito per le forze anticapitaliste . Quello di essere punto di partenza e di riunione per tutte quelle forze sparpagliate , disunite, disgregate , in Europa. Aggregare forze ed intelligenze, intellettuali economisti e non alla preparazione di idee forti da contrapporre alla ideologia dominante.
Prendo pari pari l'esame che ne ha fatto Federica Roà
● aumentare il salario minimo, lo SMIC, del 21% a 1.700 Euro lordi, che dovrebbero diventare netti a fine legislatura (ogni paese europeo dovrebbe adottare uno SMIC non inferiore al 60% del salario medio);
● imporre un rapporto massimo di 1:20 tra la paga più bassa e quella più alta nelle imprese;
● fissare un reddito annuo massimo di 360.000 Euro oltre il quale lo Stato prende tutto;
● porre limiti ai licenziamenti nelle imprese che distribuiscono dividendi; eliminare i contratti di precariato, cominciando da quelli esistenti nel pubblico impiego;
● restituire il diritto di andare in pensione a 60 anni, pensione minima pari allo SMIC, difendere il sistema retributivo;
● ritornare alle 35 ore;
● istituire una sanità interamente pubblica e universale;
● lanciare la pianificazione ecologica (un vasto programma di reindustrializzazione ecologica, di uscita pianificata dal petrolio e dal nucleare, di investimenti pubblici ecologici e sociali);
● nazionalizzare l’energia (mi limito a questo esempio per indicare una strategia più vasta di difesa da privatizzazioni indiscriminate, ma non necessariamente di nazionalizzazione, di settori come, oltre all’energia, le telecomunicazioni, i trasporti, la ricerca, la sanità, l’educazione, il credito, l’acqua, l’abitazione e, naturalmente, la protezione sociale, la sicurezza, la difesa, la giustizia).
Essi provengono dagli errori e dalla loro autocitica all'appoggio dato al trattato di Maastricht (Mitterand, 1992) e la resa a quello di Amsterdam (Chirac/Jospin, 1997) Si sono schierati per il no al referendum sulla Costituzione Europea .Nel 2008 sono usciti dal PS per fondare il Parti de Gauche (che è una delle componenti del Front de Gauche).
Al pari del programma di Syriza , nel Front de Gauche vi è una analisi economica che difficilmente si può trovare in un partito politico, ma spesso nelle analisi di economisti critici ed eterodossi.
Il programma ha dei punti sicuramente discutibili , ma forse è proprio questo uno dei punti forti. Quello di poter aprire ed essere da stimolo per il dibattito per le forze anticapitaliste . Quello di essere punto di partenza e di riunione per tutte quelle forze sparpagliate , disunite, disgregate , in Europa. Aggregare forze ed intelligenze, intellettuali economisti e non alla preparazione di idee forti da contrapporre alla ideologia dominante.
Prendo pari pari l'esame che ne ha fatto Federica Roà
● aumentare il salario minimo, lo SMIC, del 21% a 1.700 Euro lordi, che dovrebbero diventare netti a fine legislatura (ogni paese europeo dovrebbe adottare uno SMIC non inferiore al 60% del salario medio);
● imporre un rapporto massimo di 1:20 tra la paga più bassa e quella più alta nelle imprese;
● fissare un reddito annuo massimo di 360.000 Euro oltre il quale lo Stato prende tutto;
● porre limiti ai licenziamenti nelle imprese che distribuiscono dividendi; eliminare i contratti di precariato, cominciando da quelli esistenti nel pubblico impiego;
● restituire il diritto di andare in pensione a 60 anni, pensione minima pari allo SMIC, difendere il sistema retributivo;
● ritornare alle 35 ore;
● istituire una sanità interamente pubblica e universale;
● lanciare la pianificazione ecologica (un vasto programma di reindustrializzazione ecologica, di uscita pianificata dal petrolio e dal nucleare, di investimenti pubblici ecologici e sociali);
● nazionalizzare l’energia (mi limito a questo esempio per indicare una strategia più vasta di difesa da privatizzazioni indiscriminate, ma non necessariamente di nazionalizzazione, di settori come, oltre all’energia, le telecomunicazioni, i trasporti, la ricerca, la sanità, l’educazione, il credito, l’acqua, l’abitazione e, naturalmente, la protezione sociale, la sicurezza, la difesa, la giustizia).