Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!
Visualizzazione post con etichetta Front de Gauche. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Front de Gauche. Mostra tutti i post

sabato 30 giugno 2012

Syriza non e' sola in Europa.

di Zag in - listasinistra -
Analizzando nel dettaglio il programma del Front de Gauche alcune considerazioni mi vengono da fare.
Intanto la provenienza dei suoi dirigenti. Tutti provengono dalla sinistra del PS. Jean-Luc Mélénchon, Jacques Généreux, Marc Dolez. Per citarne alcuni.
Essi provengono dagli errori e dalla loro autocitica all'appoggio dato al trattato di Maastricht (Mitterand, 1992) e la resa a quello di Amsterdam (Chirac/Jospin, 1997) Si sono schierati per il no al referendum sulla Costituzione Europea .Nel 2008 sono usciti dal PS per fondare il Parti de Gauche (che è una delle componenti del Front de Gauche).
Al pari del programma di Syriza , nel Front de Gauche vi è una analisi economica che difficilmente si può trovare in un partito politico, ma spesso nelle analisi di economisti critici ed eterodossi.
Il programma ha dei punti sicuramente discutibili , ma forse è proprio questo uno dei punti forti. Quello di poter aprire ed essere da stimolo per il dibattito per le forze anticapitaliste . Quello di essere punto di partenza e di riunione per tutte quelle forze sparpagliate , disunite, disgregate , in Europa. Aggregare forze ed intelligenze, intellettuali economisti e non alla preparazione di idee forti da contrapporre alla ideologia dominante.

Prendo pari pari l'esame che ne ha fatto Federica Roà

● aumentare il salario minimo, lo SMIC, del 21% a 1.700 Euro lordi, che dovrebbero diventare netti a fine legislatura (ogni paese europeo dovrebbe adottare uno SMIC non inferiore al 60% del salario medio);
● imporre un rapporto massimo di 1:20 tra la paga più bassa e quella più alta nelle imprese;
● fissare un reddito annuo massimo di 360.000 Euro oltre il quale lo Stato prende tutto;
● porre limiti ai licenziamenti nelle imprese che distribuiscono dividendi; eliminare i contratti di precariato, cominciando da quelli esistenti nel pubblico impiego;
● restituire il diritto di andare in pensione a 60 anni, pensione minima pari allo SMIC,  difendere il sistema retributivo;
● ritornare alle 35 ore;
● istituire una sanità interamente pubblica e universale;
● lanciare la pianificazione ecologica (un vasto programma di reindustrializzazione ecologica, di uscita pianificata dal petrolio e dal nucleare, di investimenti pubblici ecologici e sociali);
● nazionalizzare l’energia (mi limito a questo esempio per indicare una strategia più vasta di difesa da privatizzazioni indiscriminate, ma non necessariamente di nazionalizzazione, di settori come, oltre all’energia, le telecomunicazioni, i trasporti, la ricerca, la sanità, l’educazione, il credito, l’acqua, l’abitazione e, naturalmente, la protezione sociale, la sicurezza, la difesa, la giustizia).

lunedì 4 giugno 2012

Il programma eterodosso del Front de Gauche

Federica Roà - controlacrisi -
        Analizzando l’esperienza del Front de Gauche (FdG) colpisce in primo luogo il coraggio di assumere a base del suo programma l’analisi economica eterodossa, con un risultato che mi sembra ragionevole [1]. Su un piano economico, ad esempio, si individuano le radici dell’attuale crisi economica nella redistribuzione del reddito a favore dei profitti operata negli ultimi 30 anni, e si considera il debito pubblico una “vittima”, e non un “artefice”, della crisi - cose spesso affermate da economisti critici, ma raramente da un partito politico. Su un piano politico, vi si trova l’idea che nello scontro di interessi tra “popoli” e “mercati” non possano vincere entrambi, e che la mondializzazione del capitale, il potere della finanza, la competizione internazionale non siano una fatalità, o una legge di natura, bensì piuttosto “un processo politico interamente comandato dai governi nazionali che fanno, in realtà quello che vogliono”, sicchè “(u)n governo determinato può sbarazzarsi degli speculatori, riprendere il controllo della finanza, superare la crisi del debito pubblico, liberarsi dalle costrizioni imposte dai trattati europei, senza nemmeno uscire dalla Unione Europea o dall’Euro”.[2]
Dell’esperienza del FdG colpisce però anche la provenienza dei suoi dirigenti politici. Una spinta importante al FdG è stata impressa da politici che vengono dall’establishment, dalla sinistra del Partito Socialista francese: Jean-Luc Mélénchon, Jacques Généreux, Marc Dolez. Essi hanno riconosciuto i loro sbagli – tra i più salienti, ma non i soli, l’appoggio al trattato di Maastricht (Mitterand, 1992) e la resa a quello di Amsterdam (Chirac/Jospin, 1997). Il loro distacco dal Partito Socialista (PS) è cominciato nel 2005 quando, contro le indicazioni del partito, si sono schierati per il no al referendum sulla Costituzione Europea promuovendo un dibattito pubblico e vincendo. Nel 2008 sono usciti dal PS per fondare il Parti de Gauche (che è una delle componenti del Front de Gauche), ed hanno portato con questo processo la “sinistra-sinistra” ad ottenere un risultato a 2 cifre nelle elezioni francesi che non si aveva dal 1981, denunciando il fatto che lo smarrimento delle sinistre europee starebbe nell’avvenuta introiezione – nell’assorbimento senza consapevolezza - dell’ideologia del “libero mercato”, frutto di uno stillicidio durato decenni, che le terrebbe prigioniere, contagiando e confondendo l’elettorato, con il risultato di gettarlo nella rassegnazione (there is no alternative), oppure di spingerlo alla rivolta reazionaria. Per il FdG, lo stesso Hollande, con il suo programma di “austerità dolce” e la sua intenzione di trovare un compromesso con la Merkel e la BCE, non si sarebbe veramente liberato da questo incantesimo ideologico, e sarà ovviamente interessante al riguardo seguire le prossime mosse del nuovo presidente francese.
Ma ciò che più colpisce del FdG è la radicalità sensata delle misure che propone per rilanciare la produzione e l’occupazione (molte delle quali presenti, in forma più blanda o più incerta nel finanziamento, nel Programma di Hollande). Le principali proposte sono:
● aumentare il salario minimo, lo SMIC, del 21% a 1.700 Euro lordi, che dovrebbero diventare netti a fine legislatura (ogni paese europeo dovrebbe adottare uno SMIC non inferiore al 60% del salario medio);
● imporre un rapporto massimo di 1:20 tra la paga più bassa e quella più alta nelle imprese;
● fissare un reddito annuo massimo di 360.000 Euro oltre il quale lo Stato prende tutto;
● porre limiti ai licenziamenti nelle imprese che distribuiscono dividendi; eliminare i contratti di precariato, cominciando da quelli esistenti nel pubblico impiego;
● restituire il diritto di andare in pensione a 60 anni, pensione minima pari allo SMIC, difendere il sistema retributivo;
● ritornare alle 35 ore;
● istituire una sanità interamente pubblica e universale;
● lanciare la pianificazione ecologica (un vasto programma di reindustrializzazione ecologica, di uscita pianificata dal petrolio e dal nucleare, di investimenti pubblici ecologici e sociali);
● nazionalizzare l’energia (mi limito a questo esempio per indicare una strategia più vasta di difesa da privatizzazioni indiscriminate, ma non necessariamente di nazionalizzazione, di settori come, oltre all’energia, le telecomunicazioni, i trasporti, la ricerca, la sanità, l’educazione, il credito, l’acqua, l’abitazione e, naturalmente, la protezione sociale, la sicurezza, la difesa, la giustizia).

Blog curato da ...

Blog curato da ...
Mob. 0039 3248181172 - adakilismanis@gmail.com - akilis@otenet.gr
free counters