Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

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martedì 8 gennaio 2013

Cambiare si puo'

Io, movimentista, sto con Ingroia e vi spiego perché
cambiaresipuodi Emilio Molinari
Penso di essere stato tra i primi firmatari di "Cambiare si può", quindi tra i suoi promotori. Non milito in nessun partito da almeno 20 anni, convinto della loro incapacità a rinnovarsi e mettersi in gioco per un progetto unico di sinistra all'altezza dei problemi del nostro tempo. Ho dedicato questi ultimi 20 anni a far crescere movimenti reali o fondarli, come quello dell'acqua che è stato vittorioso, trasversale e portatore di quei nuovi paradigmi di cui oggi tutti parlano. Ho votato telematicamente sì per la lista e ho evitato finora di intervenire nel dibattito in rete.
Ora però permettetemi una considerazione. Il dibattito è stato inizialmente interessante e onesto, anche se poco coinvolgente e altrettanto poco proiettato a "conquistare" nuova militanza e nuove adesioni fuori dal microcosmo dei nostri desideri di ceto più o meno politico.
Poi gli egocentrismi, i rancori e le nostre passate ferite hanno prevalso e generato in rete "furori non più giovanili" e non diversi in quanto a settarismi, autoreferenzialità e volontà autodistruttiva, forse peggiori da quelli degli stessi partiti. In "Cambiare si può" ognuno ha travasato, talvolta con arrogante certezza intellettuale o ideologica, il proprio "sogno", il proprio modello di soggetto politico compiuto e pensato, a prescindere da ogni contesto reale e da ogni considerazione politica. Ha brandito le proprie convinzioni troppo spesso con inaccettabili insulti, per porre discriminanti. Questo ragionare continua ad allontanare le persone interessate, crea scontentezze invece di entusiasmi, allontana compagni ed esperienze invece di caricare la molla dell'impegno.
Anch'io avrei preferito un passo indietro dei segretari di partito, anzi avrei voluto molto di più, che i partiti cogliessero l'occasione per rimettere in discussione sé stessi, facessero i conti con i loro paradigmi e i loro fallimenti ecc... Avrei voluto che Ingroia non occupasse tutta la scena e non parlasse solo di inchieste ma dei grandi problemi sociali. Avrei voluto un soggetto che non avesse l'immagine dei magistrati, avrei voluto tante cose. Ma non posso dimenticare che la ragione principale per la quale ho sottoscritto l'appello e votato sì è un'altra e per me è la più importante. È che penso che nel nostro paese si stiano chiudendo tutti gli spazi della politica. Che i movimenti oggi costruiscono sì la politica vera, ma hanno comunque bisogno di referenti istituzionali che tengano ancora aperte le contraddizioni. Che occorre fermare la monetizzazione dei beni comuni, mantenere viva l'idea di pubblico e di partecipazione e affrontare il nodo del lavoro senza dover inseguire l'improbabile crescita.
Penso che il Pd e Bersani non siano questa cosa, non sono un argine al montismo e all'agonia della politica che si consegna al mercato, ma la sua decennale deriva ne è semmai la causa e che la subiamo da tanto tempo, di volta in volta in nome del voto utile e del pericolo Berlusconi, che non è accettabile che venga ancora riproposta questa prospettiva. Penso che Sel non possa più tenere aperta alcuna contraddizione. Penso che aver agito, sperando di vincere, tagliando sempre a sinistra sia stato fallimentare. Penso infine che la lista che si sta costruendo aiuta tutto ciò che di sinistra sta ancora nel centrosinistra stesso, e può avere un ruolo positivo anche sul Movimento 5 stelle. Tutto questo non è poco e soprattutto è utile al nostro paese. E scusate.... vorrei non essere insultato e ostacolato perché penso tutto ciò.
Il Manifesto - 08.01.13

sabato 5 gennaio 2013

La lista Ingroia è un punto di inizio

  - lavorincorsoasinistra -

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di Alberto Lucarelli su il manifesto
La consultazione interna al movimento «Cambiare si può», che ha visto la maggioranza esprimersi per la realizzazione di un vasto fronte con candidato premier Antonio Ingroia, indica la necessità di compattare a sinistra un solido e plurale punto di riferimento che nasca dalle lotte dei movimenti e da quei partiti che da subito si sono contrapposti al neoliberismo del- l’Agenda Monti, sostenuta da Bersani, Casini e Alfano. Chi l’avrebbe detto fino a qualche settimana fa che sarebbe nato uno spazio politico a sinistra della coalizione Pd-Sel?
Tuttavia, è necessario rafforza- re questo polo, soprattutto con il peso e l’energia dei movimenti che, con le loro lotte per la democrazia dal basso, in questi anni hanno dato linfa a una nuova passione politica e hanno posto la questione della crisi del- la rappresentanza, dei suoi sistemi di se- lezione e dell’urgenza di nuove forme della politica.
E’ evidente che il processo politico, pur con successi anche simbolici ragguardevoli, avrebbe dovuto caratterizzarsi attraverso atti più coraggiosi, espressione di una netta discontinuità rispetto ai modelli del passato, e soprattutto rispetto alle modalità di investitura, alla degenerazione del sistema dei partiti, al tradimento dello spirito del- l’art. 49 della Costituzione, alla loro ingerenza e autoreferenzialità.
Il processo costituente di “Rivoluzione civile” non nasce dunque perfetto, ma perfettibile, ed in questo senso dovrà caratterizzarsi per divenire una rea- le area di confronto e di dialettica tra le diverse anime.
Le imperfezioni e le criticità non possono tuttavia far perdere di vista prospettive, scenari e nuovi orizzonti che possono aprirsi.
Con la nascita di questo nuovo spa- zio pubblico della sinistra, si dovrà lavo- rare per costruire un programma politi- co anticonformista, altermondialista che, partendo dall’affermazione dei principi costituzionali, sappia dar luogo ad un intreccio virtuoso tra diritti civili, politici e sociali.
Occorre lavorare dall’interno per costruire un soggetto politico che, dalla par- te dei più deboli e degli esclusi, sappia rinnovare profondamente gli istituti classici della rappresentanza, ormai logori, attraverso un continuo collegamento con i movimenti, con i territori, le pratiche loca- li e le forme più evolute della democrazia diretta e partecipativa; attraverso la capacità di connettersi ed intercettare conflitti e dissensi, destrutturando sovranità e proprietà a vantaggio delle nuove categorie della partecipazione e dei beni comuni. Insomma, occorre guardare con coraggioso entusiasmo ai nuovi modelli di rappresentanza che si stanno sviluppando nel neo-costituzionalismo sudamericano, soprattutto quelli che hanno posto il problema del diritto all’insolvenza per i debiti sovrani incautamente assunti.
E’ dunque soltanto il punto di partenza di un processo che vede la costruzione di un polo che si contrappone alle politiche liberiste che hanno visto coinvolto da protagonista anche il Pd.
Ripartire dalla centralità del lavoro e soprattutto dare al lavoro una rappresentanza che, anche attraverso i referendum, sappia fronteggiare in maniera decisa e diretta le politiche insensate di Berlusconi prima, poi di Monti e della Fornero, che hanno svuotato di ogni valore fondativo l’art. 1 della nostra Costituzione.
Ripartire dall’affermazione dello sta- to sociale, spiegando che le sue radici, oltre che nella Costituzione, possono e devono essere ricercate anche in un’Eu- ropa libera dai vincoli imposti dalle mul- tinazionali e dalle banche.
Ripartire dai punti programmatici di “Cambiare si può” che hanno ben indicato la strada da seguire.
Per questi motivi, il primo atto da por- re in essere da parte della nuova compagine elettorale dovrà essere la proposta di abrogazione dell’attuale articolo 81 della Costituzione, che introducendo il pareggio di bilancio ha negato di fatto l’esistenza del welfare statale e locale e quindi la tutela e la garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini.

la consultazione telematica tra coloro che hanno aderito a “Cambiare si può”

Esito votazione telematica

- fonte -

CHIARA SASSO – LIVIO PEPINO – MARCO REVELLI
SULL’ESITO DELLA VOTAZIONE TELEMATICA
la consultazione telematica tra coloro che hanno aderito a “Cambiare si può” circa l’opportunità di proseguire nell’iter di formazione di una lista comune (oggi, dopo la presentazione del simbolo, “lista Ingroia”) si è conclusa alle 24.00 del 31 dicembre. Hanno votato 6.908 su circa 13.200 aventi diritto al voto: i SI sono stati 4.468 (64,7%%), i NO 2.088 (30,2%%) gli astenuti 352 (5,1%%).
Il risultato è dunque chiaro, e richiede una pronta attuazione. Tenendo conto di tre elementi di fatto:
1. “Cambiare si può” non è, non è mai stato, non ha mai voluto essere un soggetto politico. Le 70 persone che hanno sottoscritto il documento iniziale proponevano una “cornice” comune per la formazione di una lista elettorale di “cittadinanza politica attiva”. Quel progetto non si è realizzato e resta quindi nel suo stato originario di proposta politica e organizzativa da approfondire in futuro.
2. Parallelamente a quel progetto si è sviluppata una iniziativa che ha portato alla presentazione della “lista Rivoluzione civile” o “lista Ingroia”. La consultazione telematica tra gli aderenti a “Cambiare si può” ha dato una indicazione nettamente maggioritaria nel senso della opportunità di continuare a interloquire con tale lista al fine di vedere in essa rappresentate, almeno parzialmente, le istanza sottese al progetto di “Cambiare si può”. A ciò occorre procedere al più presto.
3. Il nostro mandato si è concluso e per quanto ci riguarda non è rinnovabile. Era stato deciso in assemblea il 22 dicembre e comprendeva la presa di contatto e la “trattativa” fino al 28 dello stesso mese, nonché la verifica telematica delle “regole” (cosa che appunto si è appena conclusa). Non abbiamo d’altra parte mai nascosto la nostra opzione negativa rispetto alla questione sottoposta al voto, e non crediamo che esistano uomini e donne “per tutte le stagioni”. Pur prendendo doverosamente atto della volontà della maggioranza riteniamo che ad avviare i nuovi colloqui debba essere un diverso “gruppo di contatto” che abbia condiviso la posizione prevalente. Esso avrà il difficile compito di presidiare i punti già acquisiti nei precedenti colloqui, e in particolare gli elementi di programma sottolineati nella prima mozione del 22 (rimessa in discussione del fiscal compact e delle politiche di austerità imposte dall’Europa; rifiuto della logica delle grandi opere a cominciare dal TAV; politiche del lavoro e dei relativi diritti; difesa e rilancio del welfare e della laicità e pubblicità della Scuola e dell’Università; taglio della spesa militare, cancellazione delle missioni militari all’estero e politica della pace; politiche di accoglienza e dei diritti dei migranti) e di limitare al massimo i danni sul versante delle pratiche di formazione delle liste, sostenendo il metodo della piena pubblicità e territorialità dei processi e delle scelte.

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