
E' lecito sorridere dunque, quando si fa un gran parlare di tecnici e tecnicismo: questa è pura politica economica che ha chiare e lucide intenzioni! In gran parte d'Europa c'è stata una grossa avanzata delle sinistre, e non non solo "sinistre" intese in senso generico, quanto forze politiche che rivendicano una vera alternativa. La "cosa" non poteva sfuggire ai "nostri eroi" che siedono nei nobili scrigni degli organismi che controllano la finanza continentale. Il tempismo è la premessa della lungimiranza, e Draghi non è uno sprovveduto. Con le elezioni Regionali si apre anche in Italia una stagione di appuntamenti che, definire importanti, è sicuramente ed estremamente riduttivo. Ma cosa ha detto o fatto il "financial brain" della BCE? Semplicemente che si trova d'accordo ("pienamente d'accordo") con il ministro delle finanze tedesco Wolfang Schauble nell'appoggiare un intervento diretto della Commissione europea sui bilanci nazionali. La traduzione è inequivocabile: basta con la gestione "allegra" dei singoli paesi con la conseguente supervisione della BCE e della UE che si arrogherà quei poteri decisionali che finora ha cercato di gestire in maniera indiretta (riuscendoci egualmente..!). Le dichiarazioni di Draghi sono esplicite: "solo il trasferimento di sovranità permetterà di ristabilire la fiducia nella zona euro". Alcuni Paesi, continua il presidente della BCE, "non hanno capito di aver già perso la sovranità da molto tempo perché sono pesantemente indebitati e questo li rende dipendenti dal buon volere dei mercati". Il terreno per l'intervento di Draghi era stato arato e dissodato già da tempo. La creazione del Super-Stato europeo è oggi più di una mera fantasia. A sostegno di questo percorso sono stati fino ad oggi i vari Monti, Casini ed altri esponenti del PDL ai quali ha fatto ovviamente seguito l'area neoliberista che sostiene l'attuale governo dei "tecnici".
Ad appoggiare la folta schiera di chi sostiene le politiche liberiste del presidente della BCE è, ahimé, lo stesso Stefano Fassina, braccio destro (e sinistro) di Pierluigi Bersani, nonché Responsabile economico del Partito Democratico. Vorremo tanto capire il punto dove vuole andare a parare Fassina, specialmente quando afferma che "Il potere di intervento da parte della Commissione europea sui bilanci nazionali di tutti i paesi euro è caratteristica fondamentale della fiscal union, tappa decisiva e urgente dell’integrazione politica della zona euro". Ci auguriamo di aver compreso male ma sembra un modo di continuare a legittimare, almeno in questo momento, la politica liberista portata avanti dal governo Monti... “Va chiarito, dice ancora Stefano Fassina, che il potere di intervento deve fondarsi su una legittimazione democratica diretta attraverso la scelta del presidente della Commissione nelle elezioni europee quale leader di una coalizione politica e attraverso il coinvolgimento del Parlamento europeo nelle decisioni”.
Ad appoggiare la folta schiera di chi sostiene le politiche liberiste del presidente della BCE è, ahimé, lo stesso Stefano Fassina, braccio destro (e sinistro) di Pierluigi Bersani, nonché Responsabile economico del Partito Democratico. Vorremo tanto capire il punto dove vuole andare a parare Fassina, specialmente quando afferma che "Il potere di intervento da parte della Commissione europea sui bilanci nazionali di tutti i paesi euro è caratteristica fondamentale della fiscal union, tappa decisiva e urgente dell’integrazione politica della zona euro". Ci auguriamo di aver compreso male ma sembra un modo di continuare a legittimare, almeno in questo momento, la politica liberista portata avanti dal governo Monti... “Va chiarito, dice ancora Stefano Fassina, che il potere di intervento deve fondarsi su una legittimazione democratica diretta attraverso la scelta del presidente della Commissione nelle elezioni europee quale leader di una coalizione politica e attraverso il coinvolgimento del Parlamento europeo nelle decisioni”.