dal blog di Georgiamada
In questi giorni, con l'avvicnarsi del 13 febbraio (giorno della manifestazione, QUI il video), è tutto un parlare (soprattutto a sproposito) di donne, di libertà sessuale, di escort-cavallone fatte senatore (come Caligola fece il suo cavallo) e di prostituzione.
Per i vecchi porconi (come Ostellino e Stracquadanio che ieri ha nuovamente delirato da Gad Lerner) quello che fa il cavaliere con le sue girls (e tutto il giro di parenti, metresse e lenoni da vero e proprio bordello ad personam) è solo una realizzazione dei principi derivanti dalla cultura del 1968.
Ora basterebbe considerare che 'sti porconi odiano il 1968 (e la rivoluzone sessuale) mentre sono del tutto partecipi della neo-porno-cultura del cavaliere, per capire che le due cose non solo stanno agli antipodi ma che anzi sono incomparabili e non sono neppure avvicinabili, perché la cultura del 1968 volle proprio neutralizzare, e per sempre, la vecchia cultura predatoria, senza diritti, che ora Berlusconi ha rispolverato a suo uso e consumo.
Non ci sarebbe neppure bisogno di ricordarlo tanto la cosa è evidente e palese, se non fosse che molte donne in questi giorni accusano di moralismo e perbenismo chi proprio non accetta che qualcuno usi il suo potere pubblico e istituzionale (ma anche aziendale, e non solo privato, mediaset, ma soprattutto pubblico, Rai) per remunerare e ricambiare prestazioni sessuali e soprattutto per corrompere ragazze allevate a merendine e oscene trasmissioni televisive e che per questo sognano poi solo di entrare nel mondo dello spettacolo e purtroppo, oggi (vista la facilità con cui Al Porcone distribuisce le cariche), anche in politica dove i guadagni sono diventati stratosferici.
Queste donne, come Angela Azzaro che su Gli Altri intervista Pia Crove (anche lei del movimento per i diritti civili delle prostitute e molto più intelligente e soprattutto condivisibile dell'intervistatrice) accusano le firmatarie dell'appello che ha portato ad indire la manifestazione del 13 febbraio, di perbenismo e moralismo e si improvvisano (a parte le dirette interessate) difensore delle prostitute e, secondo me, fanno un casino della malora. A mio giudizio in realtà offendono le prostitute, sia le molte disperate immigrate buttate sulla strada, che quella minoranza elitaria (come Carla Corso e Pia Crove) che in questi anni ha cercato di ottenere diritti e dignità anche per la professione più antica del mondo.
Non ci sarebbe neppure bisogno di ricordarlo tanto la cosa è evidente e palese, se non fosse che molte donne in questi giorni accusano di moralismo e perbenismo chi proprio non accetta che qualcuno usi il suo potere pubblico e istituzionale (ma anche aziendale, e non solo privato, mediaset, ma soprattutto pubblico, Rai) per remunerare e ricambiare prestazioni sessuali e soprattutto per corrompere ragazze allevate a merendine e oscene trasmissioni televisive e che per questo sognano poi solo di entrare nel mondo dello spettacolo e purtroppo, oggi (vista la facilità con cui Al Porcone distribuisce le cariche), anche in politica dove i guadagni sono diventati stratosferici.
Queste donne, come Angela Azzaro che su Gli Altri intervista Pia Crove (anche lei del movimento per i diritti civili delle prostitute e molto più intelligente e soprattutto condivisibile dell'intervistatrice) accusano le firmatarie dell'appello che ha portato ad indire la manifestazione del 13 febbraio, di perbenismo e moralismo e si improvvisano (a parte le dirette interessate) difensore delle prostitute e, secondo me, fanno un casino della malora. A mio giudizio in realtà offendono le prostitute, sia le molte disperate immigrate buttate sulla strada, che quella minoranza elitaria (come Carla Corso e Pia Crove) che in questi anni ha cercato di ottenere diritti e dignità anche per la professione più antica del mondo.
La prostituzione, se è libera, è una cosa, con sue regole ben precise, e la girandola di ragazzotte affamate di fama e di soldi un'altra (ragazze che il maschilista Francesco Merlo ha giustamente chiamato Lupe di Arcore e QUI).
Attaccare la povera Ruby non è elegante? certo andrebbe anche capita, però una cosa è vendere il proprio corpo a un prezzo di mercato (che potrebbe anche essere 4 milioni) e un'altra dire: o mi dai 4 milioni o ti sputtano. Una cosa è prostituirsi un'altra ricattare (anche se obbiettivamente sei anche una bambina ricattata). Insomma la manifestazione non è certo una protesta contro la prostituzione (che sarebbe una cosa oltremodo stupida e inutile), ma contro l'instaurazione di un sistema feudale e ricattatorio che offende e trascina all'indietro il genere femminile tutto.
Una cosa poi è il cliente di una prostituta e un'altra il corruttore totalitario a tutto tondo che, al momento, purtroppo è anche il nostro presidente del consiglio (e ogni volta che ci penso, alla carica che ricopre, mi scapparebbe da ridere se non ne fossi letteralmente terrorizzata).
Il corruttore nazionale mentre faceva leggi contro la prostituzione, ha invece ripristinato a suo uso e consumo una usanza feudale che vede il signore e padrone proprietario anche dei corpi delle donne del suo feudo. Il signore del feudalesimo aveva potere sulle contadine e lavoranti del suo territorio, Al porcone sulla mandria femminile del suo feudo televisivo, e oggi, ahimè, anche politico, tutte accuratamente reclutate in base a rigide regole e canoni estetici e culturali (canoni che non vanno certo criminalizzati ma che non possono neppure essere imposti dall'alto della invasiva kultura televisa contro cui siamo tutti indifesi).
Alla manifestazione del 13 febbraio devono andare tutte le donne, ognuna con il suo modo di pensare (e sono tanti e diversi i modi di pensare delle donne, e tutti legittimi), perchè è una manifestazione trasversale dove c'è posto per tutte, anzi per tutti. Non capisco proprio questo desiderio di dividere in nome di veri e propri corporativismi.(georgia)
Postato da: georgiamada
Attaccare la povera Ruby non è elegante? certo andrebbe anche capita, però una cosa è vendere il proprio corpo a un prezzo di mercato (che potrebbe anche essere 4 milioni) e un'altra dire: o mi dai 4 milioni o ti sputtano. Una cosa è prostituirsi un'altra ricattare (anche se obbiettivamente sei anche una bambina ricattata). Insomma la manifestazione non è certo una protesta contro la prostituzione (che sarebbe una cosa oltremodo stupida e inutile), ma contro l'instaurazione di un sistema feudale e ricattatorio che offende e trascina all'indietro il genere femminile tutto.
Una cosa poi è il cliente di una prostituta e un'altra il corruttore totalitario a tutto tondo che, al momento, purtroppo è anche il nostro presidente del consiglio (e ogni volta che ci penso, alla carica che ricopre, mi scapparebbe da ridere se non ne fossi letteralmente terrorizzata).
Il corruttore nazionale mentre faceva leggi contro la prostituzione, ha invece ripristinato a suo uso e consumo una usanza feudale che vede il signore e padrone proprietario anche dei corpi delle donne del suo feudo. Il signore del feudalesimo aveva potere sulle contadine e lavoranti del suo territorio, Al porcone sulla mandria femminile del suo feudo televisivo, e oggi, ahimè, anche politico, tutte accuratamente reclutate in base a rigide regole e canoni estetici e culturali (canoni che non vanno certo criminalizzati ma che non possono neppure essere imposti dall'alto della invasiva kultura televisa contro cui siamo tutti indifesi).
Alla manifestazione del 13 febbraio devono andare tutte le donne, ognuna con il suo modo di pensare (e sono tanti e diversi i modi di pensare delle donne, e tutti legittimi), perchè è una manifestazione trasversale dove c'è posto per tutte, anzi per tutti. Non capisco proprio questo desiderio di dividere in nome di veri e propri corporativismi.(georgia)
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