Fonte: ilmegafonoquotidiano
Si è svolto il Left Forum, luogo di confronto e dibattito delle varie sinistre statunitensi che ha visto riunire circa 3000 persone.
Felice Mometti
La scelta del luogo dove si è tenuto il Left Forum 2011 potrebbe anche avere una valenza simbolica: a due passi da Wall street, nel centro del Distretto finanziario di New York. Quasi una sfida al cuore dell’impero portata dalla sinistra statunitense, da quella “liberal” che ancora rimane nel Partito Democratico ai gruppi anarchici passando per l’associazionismo di base, le organizzazioni della sinistra di classe, sindacalisti “radical” e intellettuali molto critici e delusi da Obama.
Tre giorni di dibattiti, confronti e scambi di esperienze avvenuti in 300 workshops che hanno visto la partecipazione di circa 3000 persone. Un appuntamento che si ripete, con alterne vicende, interruzioni, cambiamenti di nome e formule organizzative dagli anni ’60. In questa edizione i temi più dibattuti sono stati la crisi del capitalismo e le politiche di attacco ai servizi pubblici, le rivolte nei paesi arabi, il cambiamento climatico, il femminismo, i nuovi approcci al pensiero di Marx e Rosa Luxemburg.
Felice Mometti
La scelta del luogo dove si è tenuto il Left Forum 2011 potrebbe anche avere una valenza simbolica: a due passi da Wall street, nel centro del Distretto finanziario di New York. Quasi una sfida al cuore dell’impero portata dalla sinistra statunitense, da quella “liberal” che ancora rimane nel Partito Democratico ai gruppi anarchici passando per l’associazionismo di base, le organizzazioni della sinistra di classe, sindacalisti “radical” e intellettuali molto critici e delusi da Obama.
Tre giorni di dibattiti, confronti e scambi di esperienze avvenuti in 300 workshops che hanno visto la partecipazione di circa 3000 persone. Un appuntamento che si ripete, con alterne vicende, interruzioni, cambiamenti di nome e formule organizzative dagli anni ’60. In questa edizione i temi più dibattuti sono stati la crisi del capitalismo e le politiche di attacco ai servizi pubblici, le rivolte nei paesi arabi, il cambiamento climatico, il femminismo, i nuovi approcci al pensiero di Marx e Rosa Luxemburg.
Nelle discussioni tra i partecipanti, nelle due grandi plenarie e in molti workshops anche se non erano messe a tema emergevano in continuazione valutazioni, impressioni, proposte riferite alla lotta dei cittadini del Wisconsin che per la sinistra Usa ha assunto un valore straordinario, quasi paradigmatico.
La volontà di Scott Walker, governatore del Wisconsin, di azzerare qualsiasi diritto dei dipendenti pubblici riducendogli anche lo stipendio e la risposta di un settore consistente di popolazione arrivando anche a occupare il palazzo del governatore, scavalcando le direzioni sindacali che avevano già dichiarato di essere disponibili a trattare a condizione che non venisse messo in discussione il loro ruolo, hanno aperto uno spazio di riflessione sulle politiche e le pratiche dell’intera sinistra nordamericana.
Una discussione difficile e complessa che deve fare i conti con due elementi molto problematici, che a volte diventano veri ostacoli: la concezione molto diffusa della separazione netta tra le lotte sociali, la riflessione teorica e la loro valorizzazione in ambito politico e la composizione essenzialmente “bianca” della sinistra anche radicale. La delega, nei fatti, ai sindacati così come sono della conflittualità nei luoghi della produzione sociale senza metter in discussione il loro ruolo di grandi “istituzioni” che agiscono solo se riconosciuti dalla controparte in un paese che ad esempio non vede riconosciuto il diritto di sciopero e di elezione dei rappresentanti dei lavoratori, porta a vedere come sola possibile la battaglia interna alle strutture sindacali.
A tutto ciò si deve aggiungere un’immagine un po’ “mitica” della classe operaia delle grandi multinazionali che oscura le potenzialità di milioni di lavoratori e lavoratrici occupati nella distribuzione, nella ristorazione, nei servizi privati. In alcuni workshops del Forum tuttavia questo problema è stato sollevato da esponenti di strutture sindacali locali, da piccole e combattive organizzazioni di lavoratori come l’Iww che hanno posto il problema della rappresentanza diretta dei lavoratori e dello sciopero generale.
L’altro elemento che genera problemi riguarda la composizione della sinistra. Una sinistra poco “colorata” dove neri e latinos faticano a trovare luoghi e forme organizzative che rispondono alla loro condizione. In una società in cui c’è una forte recrudescenza della segregazione razziale con nuovi ghetti, una precarietà “etnicamente” orientata e una repressione poliziesca particolarmente mirata e brutale verso i settori poveri della popolazione – un’analisi questa emersa e condivisa in tanti workshops – la sinistra non riesce a costruire relazioni, esperienze e conflitti che incidano nei processi di soggettivazione che interpellano direttamente sia le condizioni di classe che di genere e di “razza”.
Un problema certamente non solo americano ma che qui al Left Forum aleggiava in modo insistente. Probabilmente la formula organizzativa adottata non favorisce i momenti di condivisione collettiva. Se da un lato permette la massima libertà nella proposizione di temi e workshops dall’altro lato non prevede alcun momento di confronto finalizzato alle iniziative comuni e all’organizzazione del conflitto sociale. Ma forse l’evocazione dello slogan “italiano” - non vogliamo pagare la loro crisi - nei volantini distribuiti dai cittadini del Wisconsin anche se in modo implicito faceva riferimento alla necessità di una relazione più stretta tra una teoria collocata nel cielo dell’utopia e una pratica che va stretta alla realtà.
Guarda e acquista il libro "America no we can't"
Un problema certamente non solo americano ma che qui al Left Forum aleggiava in modo insistente. Probabilmente la formula organizzativa adottata non favorisce i momenti di condivisione collettiva. Se da un lato permette la massima libertà nella proposizione di temi e workshops dall’altro lato non prevede alcun momento di confronto finalizzato alle iniziative comuni e all’organizzazione del conflitto sociale. Ma forse l’evocazione dello slogan “italiano” - non vogliamo pagare la loro crisi - nei volantini distribuiti dai cittadini del Wisconsin anche se in modo implicito faceva riferimento alla necessità di una relazione più stretta tra una teoria collocata nel cielo dell’utopia e una pratica che va stretta alla realtà.
Guarda e acquista il libro "America no we can't"
Nessun commento:
Posta un commento