Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

mercoledì 2 marzo 2011

Lettere dalla scuola pubblica.


Fonte: Il manifesto.

Il Presidente del Consiglio dice che non voleva attaccare la scuola pubblica, ma solo mettere in guardia la nazione dall'indottrinamento ideologico di alcuni insegnanti che «vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli». In effetti ha ragione e mi dichiaro colpevole.
Io insegno che la pena di morte va superata. Molti dei loro genitori dicono ai loro figli che essa va mantenuta, ma solo in alcuni casi. Parlo del dettato costituzionale che vuole il rispetto della dignità umana della persona e concepisce la pena in funzione della rieducazione del detenuto. Molti dei loro genitori gli dicono invece che in carcere si sta troppo bene perché c'è la tv. Esalto i valori della Resistenza che, con tutti i suoi difetti di cui non bisogna avere paura, ci ha dato la libertà e la Repubblica. Molti dei loro genitori gli rivelano che anche i partigiani sono stati violenti. Racconto che in uno Stato laico tutte le fedi religiose hanno uguale libertà. Molti dei loro genitori gli spiegano che se noi andassimo negli Stati arabi non ci lascerebbero così liberi. Spiego che il diritto alla vita è sacro e che con gli stranieri bisogna affrontare la fatica della legalità e dell'umanità. Molti dei loro genitori gli dicono d'accordo, però prima i nostri. Mi permetto anche il lusso di difendere la dignità degli omosessuali. Molti dei loro genitori li deridono o ne hanno ribrezzo.
Mario Dellacqua

Io non inculco. Io leggo, ripeto, spiego. Io incoraggio, consolo, soffio nasi. Io studio, mi preparo, mi pongo mille domande sui voti. Io insisto, rispiego. Io mi organizzo con le colleghe per poter fare un'uscita con gli alunni. Io gestisco i rapporti con 40 genitori alla volta, con il dirigente, con le colleghe. Io valuto, correggo, compilo documenti per ore. Io mi metto in discussione, chiedendomi se una prova sia troppo facile o troppo difficile. Io mi aggiorno, faccio ore in più senza percepire nulla. Inculcare è un verbo che non fa parte dell'educare, è una forma di violenza che non appartiene al mondo della scuola né al mestiere di insegnante.
Io ho delle precise idee politiche, ma sfido chiunque a chiedere ai miei alunni quale sia la mia convinzione. Non ho mai denigrato in alcun modo un'istituzione di cui, essendo dipendente statale, faccio parte. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulla volontà del governo di smantellare la scuola pubblica e la residua fiducia che la cittadinanza ripone in essa, che ci fosse un piano pedagogico dietro ai tagli indiscriminati, ebbene, ora dovrà ricredersi. Come maestra di scuola pubblica mi ritengo offesa da quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio.
Margherita Aurora

Insegnante in pensione, sono orgogliosa di aver speso per quarant'anni tempo ed energie nella scuola pubblica. Insieme ai colleghi, ho cercato di trasmettere alle ragazze il principio che i problemi della vita non si risolvono sposando un ricco (e tantomeno vendendo le proprie grazie ad un vecchio bavoso), ma mettendo in gioco la propria preparazione e le proprie capacità; dai loro compagni ho sempre preteso correttezza, ed anche a loro è andato il messaggio che sedere sui banchi di scuola non fosse un'ingiusta, inutile costrizione (facilmente eludibile appena ci fossero le conoscenze giuste), ma l'unica strada per costruirsi un futuro onesto e appagante. A tutti, ragazze e ragazzi, è sempre andato soprattutto l'invito a spegnere la tv ed a ragionare con la propria testa. Mi rendo sempre più conto che questo rappresenta un ambito culturale totalmente sconosciuto o, piuttosto, molto temuto dal nosto presidente del consiglio. Attacchi alla Costituzione ed ai magistrati ed ora - ancora una volta - alla scuola pubblica: perché la parte migliore degli italiani non pretende le vengano fatte immediatamente scuse ufficiali? O dovremo accontentarci - come ha detto Umberto Eco al Palasharp - di essere un giorno ricordati come gli ultimi difensori dell'onore dell'Italia?
Luciana Cordoni

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