di Giuglietto Chiesa - «La Voce delle Voci», aprile 2011. Ha scritto molto bene il generale Fabio Mini, su Repubblica (20 marzo 2011), che stiamo assistendo, senza accorgercene, alla «trasformazione del Nord Africa in una confederazione di compagnie petrolifere», che andrà dalla ex Mauritania all’ex Egitto, all’ex Sudan, fino alla Penisola Arabica (finché continuerà a chiamarsi così).
I nuovi “stati” si chiameranno - chissà? - Total, BP, Exxon, Mobil, Chevron. Sicuramente nell’elenco non ci sarà ENI, che si è comportato male. E non ci saranno neppure Gazprom, Lukoil, perchè Putin e Medvedev hanno votato male (cioè si sono astenuti) la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha permesso “tutte le misure necessarie” contro la Libia.
Quello che è accaduto al Palazzo di Vetro sarà ricordato, senza dubbio, come il più inverecondo pasticcio mai cucinato dall’Onu in tutta la sua non sempre onorata carriera. Cioè l’Onu ha approvato un documento che viola appunto una serie di fondamentali principi dell’Onu. Cioè ancora, l’Onu si è sparato nei piedi.
O, forse, potremmo dire che il premio Nobel per la pace, Barack Obama, gli ha sparato nelle palle, essendo evidente che è stato lui (sebbene non sia stato così evidente...) a guidare le bellicose azioni del piccolo capo Sarkozy e del bellimbusto Cameron, oltre che del neghittoso Cainano italiano. Infatti gli autori dell’augusto documento si sono dimenticati di notare che il capitolo 7 della Carta (ora straccia) delle Nazioni Unite autorizza azioni militari solo in caso di «minacce alla pace e alla sicurezza internazionale».
Purtroppo la Libia non ha mai rappresentato una minaccia del genere. Lo stesso capitolo esclude espressamente «la ingerenza negli affari interni degli stati membri». E la Libia è (era, al momento in cui scrivevo queste righe) uno stato sovrano, membro dell’Onu. E dunque? In mancanza di argomenti “autorizzanti” il CS (che andrebbe tradotto non come Consiglio di Sicurezza, ma come Corpo di Spedizione) ha tirato fuori la tesi della protezione dei civili inermi. Purtroppo i “civili inermi” sono una forza militare a tutti gli effetti, tant’è che hanno conquistato tutto l’est del paese.
E gli occidentali che hanno aggredito la Libia lo sanno benissimo, essendo stati loro ad averli armati e finanziati (si ricordi, tra i numerosi precedenti, la faccenduola dell’Uck, esercito di “liberazione” del Kosovo, spuntato fuori come un fungo, con divise e armi nuovissime, nel corto spazio di pochi mesi).
In altri termini il CS (che potrebbe essere tradotto anche come Coacervo di Sciocchezze) ha inventato un concetto nuovo e rivoluzionario, cioè l’idea di uno stato che aggredisce il proprio territorio, e che, per questo, deve essere punito e bombardato. Davvero una trovata originale, che avrebbe fatto impallidire d’invidia George Orwell.
Non azzardiamo previsioni sull’esito. Che potrebbe non essere così scontato. Le cinque guerre - inclusa quest’ultima - che l’Occidente ha scatenato dal momento della caduta del Muro di Berlino non sono state tutte vinte, sebbene siano state tutte sommamente vigliacche. E quelle contrassegnate come “missione compiuta” non sono andate poi così bene.
L’unica buona notizia è che, secondo i sondaggi, il 44% degli italiani sono contrari all’intervento militare in Libia. Risultato strepitoso, tenuto conto che governo e opposizione sono stati solidali, insieme al presidente della Repubblica, e a gran parte del mainstream informativo, nel plaudire alla guerra. Vuol dire che, miracolosamente, molti italiani hanno ancora in funzione dei misteriosi anticorpi che impediscono loro di farsi infinocchiare.
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