Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

domenica 18 settembre 2011

Elogio di Terry De Nicolò, filosofa del terzo millennio.

di Miguel Martinez. Fonte: kelebeklerblog
Non ho seguito per nulla l’ultima vicenda che coinvolge il nostro presidente del Consiglio, il suo lenone e ricattatore di fiducia il signor Tarantini e un numero sproporzionato di Jeune-Fille di ogni età e dimensione.

Mi hanno però segnalato un video davvero notevole.

E’ un’intervista con una certa Terry De Nicolò, coinvolta non saprei, e non mi interessa, a quale titolo nella vicenda. Nell’intervista, vediamo una signora piuttosto dignitosa, per nulla appariscente, che si esprime in un ottimo italiano. Anche le parolacce che usa, ci stanno, nel contesto del discorso.

Dice la De Nicolò:

“poi se tu sei una bella donna e ti vuoi vendere, tu lo devi poter fare, perché anche la bellezza, anzi sopratutto la bellezza, come dice Sgarbi, ha un valore. Se tu sei racchia e fai schifo, te ne devi stare a casa, perché la bellezza è un valore che non tutti hanno, e viene pagato, come la bravura di un medico. E’ così, è così. Chi questo non lo capisce, “ah, il ruolo della donna viene minimizzato!”, allora stai a casa, non mi rompere i coglioni.”

L’intervistatore dice che secondo la procura, queste feste con queste donne servivano a convincere Berlusconi a fare entrare certi imprenditori nei grandi appalti, “la donna era vista un po’ come una tangente“. Un danno quindi, per l’imprenditore che non usa la donna tangente…

Risponde la De Nicolò,

“Beh, scusami, non usa la donna tangente? Userà le mazzette! Ma che vuol dire?”

“Secondo te non esistono imprenditori onesti?“, incalza l’intervistatore.

“Ma quando sei onesto, non fai il grande business, rimani un piccolo, secondo me, no? Se vuoi aumentare i numeri, devi rischiare, devi rischiare il tuo culo. E’ così, è la legge di mercato. Più in alto vuoi andare, e più devi passare sopra i cadaveri. E’ così, ed è giusto che sia così. Però qui non viene capito, perché c’è un’idea cattolica, c’è un’idea morale, quello che mi fa incazzare, l’idea moralista della sinistra, che tutti devono guadagnare duemila euro al mese, che tutti devono avere diritto, no, no! Qui è la legge di chi è più forte, di chi è più leone. Se tu sei pecora, rimani a casa con duemila euro al mese. Se tu invece vuoi ventimila euro al mese, ti devi mettere sul campo, ti devi vendere anche tua madre, mi dispiace ma è così.”

Questo discorso può essere letto in due maniere totalmente diverse.

Per chi non sa vedere oltre i confini della propria squadra calcistico-politica, sarebbe una sorta di pistola fumante, che dimostrerebbe che Silvio Berlusconi avrebbe commesso questo o quel reato.

Per chi invece usa il cervello, si tratta del più chiaro riassunto del pensiero occidentale contemporaneo che mi sia capitato di incontrare.

A differenza della signora, che sa farsi capire da chiunque voglia capire (cioè da pochi), io uso parole complicate.

Il primo concetto che lei esprime, è infatti, la metafisica del denaro.

Il denaro è l’unico ente trascendente, perché riduce ogni cosa a funzione di se stesso: io posso mettere in affitto sedie a sdraio, indifferentemente sulle spiagge pugliesi o su quelle delle Maldive, e con il guadagno posso comprarmi, indifferentemente, una villa in Tailandia o un tot di bellezza in Italia.

Questa riduzione di ogni realtà esistente a un unico metro intercambiabile, la dequalificazione del mondo, si ottiene rompendo il guscio chiuso in cui vive l’umanità. I “duemila euro al mese” sono una metafora geniale per tutti i sistemi basati sull‘autolimitazione, sulla consapevolezza della propria mortalità, che si tratti del villaggio africano o della città socialista.

Questo guscio si rompe con la volontà di vivere da leoni: l‘Ulisse di Dante, il Faust di Goethe, l’uomo che per primo commercializzò gli aspirapolveri e tutti coloro che non accettano i limiti alla propria espansione imposti da “cattolici e moralisti”.

L’espansione, ciò che i greci chiamavano hybris, è possibile solo attraverso il rischio, il gioco d’azzardo, che permette di accumulare i grandi capitali. Persone che sanno dire, i limiti esistono solo dentro le nostre teste, che si tratti della misura greca, del dharma induista, del Dio cristiano o della solidarietà socialista.

E’ possibile uscire dal mondo arcaico, dai “duemila euro al mese”, senza usare violenza? No. La violenza, il passare trionfalmente sui cadaveri di amici e di parenti, il vendere la propria madre, lo sconvolgere il mondo, non è un incidente di percorso: è l’essenza stessa del capitalismo.

La De Nicolò probabilmente non ha studiato in maniera approfondita la storia; eppure ha colto il motore degli ultimi cinque secoli di storia.

Certo, cose del genere sono già state dette, in maniera diversa, da persone dalle idee molto diverse. Chi è intelligente, insomma, ci arriva. Ma sfido i lettori a trovare in tutte le opere di Marx, Latouche, Preve, Guénon o Muhammad Baqir al-Sadr, un’espressione così semplice e chiara delle vere questioni dei nostri tempi.

Ora, quando qualcuno ha il coraggio di dire la verità, viene messo in croce. Un commento a caso al discorso di Terry De Nicolò:

“Zoccola miserabile. Non trovo aggettivi sufficienti per definire questa bestia. Vado a vomitare.”

Invece di vomitare, il cretino poteva mettersi a pensare. Finalmente.

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