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Il calo della soddisfazione per la situazione economica registrato nel marzo 2012 si lega al peggioramento avvenuto nel 2011 degli indicatori europei di deprivazione. Si tratta di nove voci individuate dall'Ue: non poter sostenere spese impreviste, non potersi perrmettere una settimana di ferie all’anno lontano da casa, avere arretrati per il mutuo, l’affitto, le bollette o per altri debiti come per esempio gli acquisti a rate; non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, cioè con proteine della carne o del pesce; non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere: una lavatrice, un televisore a colori, un telefono un’automobile. Nel 2010, non si erano registrate variazioni significative della percentuale di individui in famiglie deprivate, cioè quelle con tre o più sintomi di disagio economico. Nel 2011, invece, l’indicatore di deprivazione è cresciuto di 6,2 punti percentuali, raggiungendo il 22,2%, e la deprivazione grave è salita dal 6,9% all’11,1%.
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E' aumentata la quota di individui in famiglie che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste (dal 33,3% al 38,4%). Di quelle che non possono permettersi una settimana di ferie all’anno lontano da casa (dal 39,8% al 46,5%), quella di coloro che affermano di non poter permettersi, se lo volessero, un pasto adeguato ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%) e di quelle che dichiarano di non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione (dal 11,2% al 17,9%). Più stabili risultano, invece, gli indicatori relativi sugli arretrati per il mutuo, l’affitto, le bollette o per altri debiti (dal 12,8% al 14,2%) e quelli relativi all’accesso ai beni durevoli. La dinamica appare particolarmente marcata nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’indicatore di deprivazione materiale, stabile al 25% tra il 2009 e il 2010, è salito al 36,5% nel 2011.
Alla domanda centrale, ossia da zero a dieci quanto ci si può dire soddisfatti della propria vita, la risposta media è stata 6,8. Rispetto al passato aumentano i divari territoriali e sociali nella diffusione del benessere soggettivo. La flessione è più intensa tra gli strati sociali e nei territori che già facevano rilevare livelli più bassi della soddisfazione per la vita nel complesso.Il Nord presenta un valore medio di soddisfazione pari a 7,0, il Centro pari a 6,8 ed il Mezzogiorno un valore di 6,6. Le regioni con i più elevati livelli di soddisfazione sono il Trentino-Alto Adige (7,4) e la Valle d’Aosta (7,2), mentre la regione con i livelli più bassi è la Campania (6,3).
Se la soddisfazione per la vita nel complesso ha registrato una riduzione rispetto al passato, per ambiti rilevanti della vita quotidiana come le relazioni familiari e amicali i livelli di soddisfazione sono in aumento. Anche la soddisfazione per il tempo libero cresce, mentre quella per salute rimane invariata. . La soddisfazione dei cittadini per le proprie relazioni familiari è sempre stata molto elevata nel nostro Paese. Le persone molto o abbastanza soddisfatte per le relazioni familiari sono il 91,0%, come nel 2011, ma ben il 36,8% si dichiara molto soddisfatto (34,7% nel 2011). Una quota residuale (1,5%) giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacenti. In generale, si tratta di livelli di soddisfazione che non si raggiungono in nessuna altra dimensione della vita dei cittadini.
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E' aumentata la quota di individui in famiglie che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste (dal 33,3% al 38,4%). Di quelle che non possono permettersi una settimana di ferie all’anno lontano da casa (dal 39,8% al 46,5%), quella di coloro che affermano di non poter permettersi, se lo volessero, un pasto adeguato ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%) e di quelle che dichiarano di non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione (dal 11,2% al 17,9%). Più stabili risultano, invece, gli indicatori relativi sugli arretrati per il mutuo, l’affitto, le bollette o per altri debiti (dal 12,8% al 14,2%) e quelli relativi all’accesso ai beni durevoli. La dinamica appare particolarmente marcata nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’indicatore di deprivazione materiale, stabile al 25% tra il 2009 e il 2010, è salito al 36,5% nel 2011.
Alla domanda centrale, ossia da zero a dieci quanto ci si può dire soddisfatti della propria vita, la risposta media è stata 6,8. Rispetto al passato aumentano i divari territoriali e sociali nella diffusione del benessere soggettivo. La flessione è più intensa tra gli strati sociali e nei territori che già facevano rilevare livelli più bassi della soddisfazione per la vita nel complesso.Il Nord presenta un valore medio di soddisfazione pari a 7,0, il Centro pari a 6,8 ed il Mezzogiorno un valore di 6,6. Le regioni con i più elevati livelli di soddisfazione sono il Trentino-Alto Adige (7,4) e la Valle d’Aosta (7,2), mentre la regione con i livelli più bassi è la Campania (6,3).
Se la soddisfazione per la vita nel complesso ha registrato una riduzione rispetto al passato, per ambiti rilevanti della vita quotidiana come le relazioni familiari e amicali i livelli di soddisfazione sono in aumento. Anche la soddisfazione per il tempo libero cresce, mentre quella per salute rimane invariata. . La soddisfazione dei cittadini per le proprie relazioni familiari è sempre stata molto elevata nel nostro Paese. Le persone molto o abbastanza soddisfatte per le relazioni familiari sono il 91,0%, come nel 2011, ma ben il 36,8% si dichiara molto soddisfatto (34,7% nel 2011). Una quota residuale (1,5%) giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacenti. In generale, si tratta di livelli di soddisfazione che non si raggiungono in nessuna altra dimensione della vita dei cittadini.
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