L' Europa è oramai uno continente autoritario a ideologia liberista nel quale ogni forma di contestazione al comando finanziario viene schiacciata con la repressione feroce della polizia. Nulla è più come prima, lo si capisce anche guardando alla Spagna dove al crescere della protesta e della sua organizzazione aumenta la repressione. Del resto se si pensa a come le classi dominanti gestiranno l'attuazione del rigore di bilancio per i prossimi venti anni, l'immaginazione non troiva spazio.
Ieri ero in piazza con gli studenti, sono stato con loro fino alla fine, cioè fino a quando siamo riusciti a scappare dalla morsa di Viale Trastevere dove la polizia ci aveva di fatto rinchiusi. Non è la prima volta che la polizia manganella i “book block”, ma questa volta la carica è stata lunghissima, profonda e continua. Quella carica della polizia è la metafora di questo paese, chi vuol protestare sotto i palazzi del potere deve essere spinto all'esterno, la sua voce non si deve sentire, la sua rabbia non può essere accolta. Non c'è mediazione, la democrazia viene separata dagli interessi del capitalismo. Ironia della sorte, ieri vicino a quella piazza del Popolo irraggiungibile per gli studenti, si svolgeva l'incontro semi segreto del gruppo Bildeberg con la presenza di molti politici italiani. Le classi dominanti, responsabili della crisi vengono insomma ben accolte e ascoltate, mentre chi la crisi la subisce è spinto ai margini. Mentre scrivo questo articolo sento in TV l'ultimo discorso di Mario Draghi, annuncia che i governi dovranno dimostrare ai mercati di essere credibili e dovranno farlo per un lungo periodo con l'attuazione del patto fiscale ( Fiscal Compact). Un messaggio chiaro, su cui quanti pensano che con Bersani premier si apriranno spazi per le classi popolari, dovrebbero riflettere. Gli studenti questo discorso lo hanno capito molto di più di quanto si pensi, perchè sanno cosa li aspetta. A differenza delle altre volte infatti la composizione sociale di questa manifestazione segnala delle novità: studenti medi più numerosi degli universitari, ed una presenza consistente dei figli della periferia romana che hanno manifestato una maggiore radicalità. “One solution, revolution!”, gridavano, uno slogan questo che non mi capitava di sentire da parecchio nei cortei. Mi ha colpito molto la determinazione e la radicalità di questi ragazzi. Se a Ostia la mobilitazione in queste settimane è stata più consistente del centro metropolitano qualcosa vorrà pur dire. Forse vuol dire che siamo dentro ad un nuovo movimento di contestazione all'Austerity. I giovani delle periferie dei Pigs, ci hanno detto che dentro la gerarchizzazione del lavoro in Europa, loro non vogliono essere il bacino di forza lavoro disciplinato a bassi salari, ci dicono che non vogliono fare la fine delle loro madri e padri, disoccupati e precari a vita. Questo movimento va nella direzione opposta a quello che abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, e non vede ( giustamente ) nessun Governo amico, tanto più se questo è fatto con gli amici di quelli che oggi sostengono Monti e firmano una carta d'intenti che prevede il rispetto e l'obbedienza ai diktat della Merkel, mi riferisco ad esempio ai Fantastici 5. Ieri a Pomigliano un cartellone dei centri sociali lanciava un chiarissimo messaggio a chi pensa di dire parole di sinistra per andare a destra, “O con il PD o con la rivolta”. Ognuno scelga da che parte stare.
Ieri ero in piazza con gli studenti, sono stato con loro fino alla fine, cioè fino a quando siamo riusciti a scappare dalla morsa di Viale Trastevere dove la polizia ci aveva di fatto rinchiusi. Non è la prima volta che la polizia manganella i “book block”, ma questa volta la carica è stata lunghissima, profonda e continua. Quella carica della polizia è la metafora di questo paese, chi vuol protestare sotto i palazzi del potere deve essere spinto all'esterno, la sua voce non si deve sentire, la sua rabbia non può essere accolta. Non c'è mediazione, la democrazia viene separata dagli interessi del capitalismo. Ironia della sorte, ieri vicino a quella piazza del Popolo irraggiungibile per gli studenti, si svolgeva l'incontro semi segreto del gruppo Bildeberg con la presenza di molti politici italiani. Le classi dominanti, responsabili della crisi vengono insomma ben accolte e ascoltate, mentre chi la crisi la subisce è spinto ai margini. Mentre scrivo questo articolo sento in TV l'ultimo discorso di Mario Draghi, annuncia che i governi dovranno dimostrare ai mercati di essere credibili e dovranno farlo per un lungo periodo con l'attuazione del patto fiscale ( Fiscal Compact). Un messaggio chiaro, su cui quanti pensano che con Bersani premier si apriranno spazi per le classi popolari, dovrebbero riflettere. Gli studenti questo discorso lo hanno capito molto di più di quanto si pensi, perchè sanno cosa li aspetta. A differenza delle altre volte infatti la composizione sociale di questa manifestazione segnala delle novità: studenti medi più numerosi degli universitari, ed una presenza consistente dei figli della periferia romana che hanno manifestato una maggiore radicalità. “One solution, revolution!”, gridavano, uno slogan questo che non mi capitava di sentire da parecchio nei cortei. Mi ha colpito molto la determinazione e la radicalità di questi ragazzi. Se a Ostia la mobilitazione in queste settimane è stata più consistente del centro metropolitano qualcosa vorrà pur dire. Forse vuol dire che siamo dentro ad un nuovo movimento di contestazione all'Austerity. I giovani delle periferie dei Pigs, ci hanno detto che dentro la gerarchizzazione del lavoro in Europa, loro non vogliono essere il bacino di forza lavoro disciplinato a bassi salari, ci dicono che non vogliono fare la fine delle loro madri e padri, disoccupati e precari a vita. Questo movimento va nella direzione opposta a quello che abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, e non vede ( giustamente ) nessun Governo amico, tanto più se questo è fatto con gli amici di quelli che oggi sostengono Monti e firmano una carta d'intenti che prevede il rispetto e l'obbedienza ai diktat della Merkel, mi riferisco ad esempio ai Fantastici 5. Ieri a Pomigliano un cartellone dei centri sociali lanciava un chiarissimo messaggio a chi pensa di dire parole di sinistra per andare a destra, “O con il PD o con la rivolta”. Ognuno scelga da che parte stare.
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