Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

giovedì 21 febbraio 2013

Chi odia l’Europa e chi ne costruisce un’altra

- rifondazione -

di Francesco Raparelli -
Sul Financial Times del 19 febbraio, Martin Wolf ha ammonito: la crisi dell’euro non è ancora finita, la moneta unica continua ad essere un bad marriage (cattivo matrimonio) garantito dal fatto che il divorzio costa troppo caro. In Italia il rumore della campagna elettorale, così assordante perché nulla di importante, dopo la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, potrà essere deciso, impedisce a questo tema, l’unico che conta, di conquistare l’attenzione necessaria.
Succede allora che passa sotto silenzio, o quasi, il fallimento del Consiglio europeo dell’8 febbraio che per la prima volta ha ridotto (del 3%) il budget dell’Unione rispetto ai 7 anni precedenti (2007-2013). Del G20 di Mosca, dedicato alla guerra delle valute e agli squilibri delle bilance commerciali, con un accanimento particolare nei confronti della Germania che, respingendo il ruolo di locomotiva europea, continua a comprimere la domanda interna aumentando a dismisura l’export, si parla poco e male.
No, la campagna elettorale italica delle due questioni che contano, quella sociale e la crisi dell’Eurozona, non se ne occupa, perché al di là del teatrino, tra responsabili e populisti, non sa e non può fare altro. Tutt’al più ci si augura, e questo lo fa anche la Camusso, che “si apra una nuova stagione di dialogo” tra le parti sociali. Più semplicemente, che la spirale recessiva non si traduca in un rinnovato e potente conflitto sociale. Proprio di questo, d’altronde, si era parlato anche a Davos qualche settimana fa: il contenimento della conflittualità sociale come problema prossimo venturo per l’Europa devastata dalla strettoia ordoliberale.
Strettoia che comincia a colpire anche la Francia, e non solo i PIIGS. Se la Germania ha ripreso a crescere, seppur a livelli molto bassi (si prevede un aumento dello 0,4% del PIL per il 2013), tanto che il ministro dell’Economia Rösler dichiara al Wall Street Journal che “non siamo alla fine della crisi, ma all’inizio della fine”, per la Francia, il nuovo “malato d’Europa”, le cose vanno molto diversamente. Lo squilibrio della bilancia commerciale con la Germania è netto (meno 33 miliardi di euro a fronte del +136 miliardi tedeschi), crescita ferma, tassi di disoccupazione significativi (27% per i giovani e 10,6% in generale).
Al di là delle incertezze legate alle elezioni e alla governabilità italica, la fragilità francese ci segnala che l’euro non è per niente salvo e che l’austerità che ha schiacciato i PIIGS sta per investire anche l’Europa di serie A.
Contro questa catastrofe torneranno a mobilitarsi i movimenti, gli unici europeisti ora presenti sul suolo continentale. Dal 13-14 marzo, a Bruxelles in concomitanza con il nuovo Consiglio europeo e in molte altre città, fino alla seconda edizione di Blockupy Frankfurt, riparte la sfida della democrazia del 99% alla ‘gabbia d’acciaio’ del super-euro, della Bundesbank e della BCE. Una primavera che giunge ricca dell’esperienza del 14N (lo sciopero generale europeo dello scorso 14 novembre, teatro di tumulti giovanili che hanno definito il segno dell’Europa che non c’è e di quella che ci vuole), ma che sarà carica di incognite.
Una cosa è certa ormai, i padroni e le classi dirigenti continentali, contrariamente a quanto dichiarano, l’Europa la odiano, i tagli del budget dell’Unione sono lì a dimostrarlo. Solo la tenacia di chi non si arrende all’austerità e alla deregolamentazione del mercato del lavoro potrà, seppur a salti e con tempi assai lunghi, fermare il treno che viaggia verso la catastrofe.
da Huffingtonpost.it

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