Bersani e Ingroia: soglie più alte per cambiare la Carta
Cari candidati alla presidenza del Consiglio, che intendete fare con le riforme costituzionali? Alla lettera del presidente dell’associazione Salviamo la Costituzione, Alessandro Pace, indirizzata a tutti, da Alfano a Grillo, hanno risposto solo in due: Pier Luigi Bersani e Antonio Ingroia. Assicurando che si muoveranno per mettere in sicurezza la Carta del ’48. Silenzio assoluto invece dagli altri, Mario Monti compreso. Il che ha destato stupore tra i componenti dell’associazione, che è stata fondata dall’ex presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfarno per dare corpo alla campagna referedaria del 2006. Allora si riuscì a far cadere la riforma costituzionale «di Lorenzago», imposta con la maggioranza parlamentare del governo Berlusconi.
La lettera, spedita a inizio febbraio, oltre a quella di Pace porta anche la firma di un ministro del governo Monti, Renato Balduzzi, componente del comitato direttivo dell’associazione. Con loro Franco Bassanini, Valerio Onida, Carlo Smuraglia, Giovanni Bachelet e altri. Sottolineata l’importanza di offrire ai cittadini informazioni precise sulle intenzioni dei partiti nel campo delle riforme costituzionali, il testo ricorda che «puntuali e limitate modifiche» devono restare «coerenti con i principi e i valori della Costituzione repubblicana e compatibili con il suo impianto e i suoi equilibri fondamentali». Per evitare il ripetersi di modifiche «di parte» propone che venga alzato il quorum previsto dall’articolo 138 per le leggi di revisione e che sia reso sempre possibile il referendum «confermativo» in modo da far esprimere i cittadini. Per la recente modifica dell’articolo 81 che ha introdotto l’obbligo di pareggio di bilancio, ad esempio, l’accordo Pd-Pdl in parlamento ha escluso questa possibilità. La proposta dell’associazione è che in futuro le firme di 500mila cittadini bastino a convocare il referendum, per la validità del quale com’è noto non è previsto il quorum del 50% più uno degli elettori. Una nota dell’ex presidente della Consulta Zagrebelsky, allegata alla lettera, chiariva poi come la «messa in sicurezza» della Carta non può essere limitata solo agli articoli della prima parte.
Nella sua risposta, Bersani annuncia l’intendo di riformare la Costituzione «secondo la Costituzione e non contro di essa». «Procederemo – chiarisce il segretario del Pd – sulla base del criterio del minimo indispensabile piuttosto che per conseguire l’obiettivo del massimo possibile». Bersani concorda con l’esigenza di «elevare in misura assai considerevole la maggioranza necessaria per l’approvazione parlamentare delle leggi di revisione» ed è anche favorevole ad aprire le porte al referendum confermativo, aderendo alla proposta delle 500mila firme.
«La difesa dei principi e dei valori della Costituzione del 1948 è esattamente il motivo fondante della nascita della lista Rivoluzione Civile», scrive invece Antonio Ingroia, che ricorda come più volte gli sia piaciuto definirsi «partigiano della Costituzione». «Appoggeremo – aggiunge l’ex pm – qualunque proposta che miri a rendere più stringenti i limiti alla revisione costituzionale». A partire dall’obbligo di referendum, visto che «gli elettori si sono inoltre dimostrati in più occasioni dotati di maggiore lucidità e memoria storica rispetto agli eletti e questo ha consentito di scongiurare riforme in senso presidenziale dalle conseguenze a nostro avviso estremamente pericolose».
La lettera, spedita a inizio febbraio, oltre a quella di Pace porta anche la firma di un ministro del governo Monti, Renato Balduzzi, componente del comitato direttivo dell’associazione. Con loro Franco Bassanini, Valerio Onida, Carlo Smuraglia, Giovanni Bachelet e altri. Sottolineata l’importanza di offrire ai cittadini informazioni precise sulle intenzioni dei partiti nel campo delle riforme costituzionali, il testo ricorda che «puntuali e limitate modifiche» devono restare «coerenti con i principi e i valori della Costituzione repubblicana e compatibili con il suo impianto e i suoi equilibri fondamentali». Per evitare il ripetersi di modifiche «di parte» propone che venga alzato il quorum previsto dall’articolo 138 per le leggi di revisione e che sia reso sempre possibile il referendum «confermativo» in modo da far esprimere i cittadini. Per la recente modifica dell’articolo 81 che ha introdotto l’obbligo di pareggio di bilancio, ad esempio, l’accordo Pd-Pdl in parlamento ha escluso questa possibilità. La proposta dell’associazione è che in futuro le firme di 500mila cittadini bastino a convocare il referendum, per la validità del quale com’è noto non è previsto il quorum del 50% più uno degli elettori. Una nota dell’ex presidente della Consulta Zagrebelsky, allegata alla lettera, chiariva poi come la «messa in sicurezza» della Carta non può essere limitata solo agli articoli della prima parte.
Nella sua risposta, Bersani annuncia l’intendo di riformare la Costituzione «secondo la Costituzione e non contro di essa». «Procederemo – chiarisce il segretario del Pd – sulla base del criterio del minimo indispensabile piuttosto che per conseguire l’obiettivo del massimo possibile». Bersani concorda con l’esigenza di «elevare in misura assai considerevole la maggioranza necessaria per l’approvazione parlamentare delle leggi di revisione» ed è anche favorevole ad aprire le porte al referendum confermativo, aderendo alla proposta delle 500mila firme.
«La difesa dei principi e dei valori della Costituzione del 1948 è esattamente il motivo fondante della nascita della lista Rivoluzione Civile», scrive invece Antonio Ingroia, che ricorda come più volte gli sia piaciuto definirsi «partigiano della Costituzione». «Appoggeremo – aggiunge l’ex pm – qualunque proposta che miri a rendere più stringenti i limiti alla revisione costituzionale». A partire dall’obbligo di referendum, visto che «gli elettori si sono inoltre dimostrati in più occasioni dotati di maggiore lucidità e memoria storica rispetto agli eletti e questo ha consentito di scongiurare riforme in senso presidenziale dalle conseguenze a nostro avviso estremamente pericolose».
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