Nota. Che sia il famoso
“Eurogruppo” piuttosto che i singoli governi nazionali a decidere sui nostri
destini ormai non c’e’ alcun dubbio. Ma chi e’ l’eurogruppo e come vengono
decise le “misure” per ciascun paese ? Leggendo i media, nel caso di Cipro p.es.
apprendiamo che tali decisioni sono state prese all’unanimita’ dai ministri
della finanza dei paesi dell’eurozona.
Balle. Discussioni (si fa per
dire) e decisioni avvengono a porte chiuse fra 4 persone. Il presidente l’olandese
Disselbloem, la signora Lagarde del FMI, Draghi della BCE e naturalmente il
superman sulla carrozzella tedesco Scheauble: il vero capo. Beh, veramente
concedono anche la presenza del ministro del paese coinvolto, questo bisogna
dirlo, senno che democrazia sarebbe? I ministri di tutti gli altri paesi
attendono il testo finale su cui porre la propria firma per rendere la
decisione … unanime!!
p.s. e pensare che in Italia
si fa tanta ammuina per formare un “nuovo governo” … quando il governo c’e’
gia’ ed e’ quello di cui sopra.
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Eurogruppo: “Prelievo forzoso a Cipro è
nuovo modello per salvataggi”
Dijsselbloem: “Se vogliamo un settore finanziario sano, l’unico
modo è dire che chi ha assunto dei rischi deve gestirli e se non ci riesce non
doveva assumerli. La conseguenza può essere la fine"
Il
salvataggio di Cipro, con la partecipazione degli investitori e titolari di
depositi nella ristrutturazione delle banche, rappresenta un nuovo modello su
come gestire i problemi del sistema bancario in Europa. Lo sostiene il
presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha rilasciato delle
dichiarazioni in merito all’agenzia Reuters. Secondo il ministro delle
Finanze olandese l’accordo raggiunto in nottata per salvare Cipro serve a “far rientrare
i rischi. Se c’è rischio in una banca, la prima domanda è: che cosa può
fare la banca? può ricapitalizzarsi?”. Se la banca non ci riesce, “dobbiamo
parlare con azionisti e obbligazionisti, chiedendo loro di
contribuire a ricapitalizzarla, e se necessario anche chi ha depositi non
assicurati (sopra 100.000 euro, ndr)”.
Parole che hanno pesato come macigni sulle Borse europee che hanno accentuato le perdite virando tutte
in rosso trascinate dalle banche. Nel mirino soprattutto gli istituti dei paesi
più deboli dell’eurozona, con Madrid che ha perso il 2,27% e Milano il 2,5%,
sui timori per il futuro dei depositi. Ma tremano anche gli istituti francesi
(Parigi -1,12%), in particolare SocGen (-6%) e Credit Agricole (-5,84%).
Caduta, a Piazza Affari, per Banco Popolare (-5,86%), Intesa Sanpaolo (-6,21%),
Mediobanca (-5,3%), Unicredit (-5,81%) e Ubi (-4,76%) e le spagnole Bbva
(-3,6%) e Banco Popular (-2,87%). Giù anche Deutsche Bank (-4,06%) e
Commerzbank (-1,77%).
Cipro, via libera al salvataggio: salvi i
depositi sotto 100mila euro
L'Eurogruppo ha raggiunto "all'unanimità" un accordo
per evitare la bancarotta di Nicosia che riceverà aiuti per 10 miliardi in
cambio della chiusura della Laiki Bank. Il portavoce del governo cipriota ha
avvertito che il prelievo sui conti più ricchi nella Bank of Cyprus sarà di
circa il 30 per cento
Il nodo è per i depositi superiori a 100mila euro.
Il portavoce del governo cipriota, Christos Stilianides, parlando alla
radio statale ha avvertito che il prelievo sui super conti nella Bank of
Cyprus sarà di circa il 30 per cento, punto più punto meno. Una
percentuale altissima ma comunque inferiore al 60 per cento proposto dalla
troika. Per questo oggi il quotidiano cipriota Fileleftheros titola
“Thriller con racket”, per via del gioco di ricatti e veti che per quasi
dodici ore è andato in scena a Bruxelles. La prima reazione a Nicosia è stata una
bomba fatta esplodere nella città marittima di Limassol contro una sede
della Bank of Cyprus: molti danni ma nessun ferito.
I punti chiave dell’accordo prevedono la
liquidazione immediata della Laikì Bank, divisa in “bad bank” e “good
bank”; la Bce fornirà la liquidità necessaria alla Bank of Cyprus; indenni i
depositi sotto i 100mila euro; solo i depositi non assicurati rimarranno
congelati fino a quando non si procederà alla ricapitalizzazione;
quest’ultima coinvolgerà i depositi non assicurati dei titolari di azioni e
obbligazioni; la misura non dovrà passare al vaglio del Parlamento cipriota,
che qualche giorno fa ha già votato un ddl straordinario che attribuisce poteri
eccezionali al governatore della Banca centrale. Il versamento della prima
tranche del prestito dovrebbe avvenire entro due mesi, ha detto il capo del
meccanismo europeo di stabilità (Esm), Klaus Regklingk: “Dovremmo essere
in grado di fare la prima erogazione ai primi di maggio”. Prima però la troika
sarà chiamata a determinare i dettagli tecnici. L’accordo raggiunto
sulla ristrutturazione delle due maggiori banche di Cipro può procedere
“senza ulteriori ritardi” grazie ad un testo di legge recentemente approvato
dal Parlamento a Nicosia, ha aggiunto il presidente dell’eurogruppo, l’olandese
Jeroen Dijsselbloem.
Lapidario il commento di Anastasiadis: “Non solo una
battaglia vinta, ma credo che si sia evitato il rischio prevedibile di una catastrofica
uscita dalla zona euro“. L’obiettivo, da domani, è quello di ottenere
stabilità macroeconomica, riformare il settore bancario, la disciplina
fiscale. Nessuna certezza, ha aggiunto Sarrys, sulla data di riapertura delle
banche nell’isola. Il ministero delle Finanze ha confermato che la liquidità di
9,2 miliardi sarà trasferita alla Banca di Cipro grazie all’impegno diretto
della Bce. Alla domanda circa il coinvolgimento di fondi pensione
appartenenti ai clienti della Banca di Cipro per importi superiori a 100.000
euro, Sarrys ha risposto che i depositi (indipendentemente da chi li ha
generati) saranno convertiti in azioni, e i nuovi proprietari delle
banche saranno principalmente gli azionisti attuali. Ha aggiunto che i fondi di
previdenza hanno una propria politica di investimento che prevede la
partecipazione al capitale nelle banche, “che è anche un modo per contribuire
alla stabilizzazione del sistema”. E il Financial Times scrive che
alcune banche estere starebbero già premendo per accaparrarsi i depositi dei
russi a Cipro. Pare che approcci indicativi siano già giunti da paesi come
Andorra, Germania, Lettonia e Svizzera. Forse la crisi è solo all’inizio
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