Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

domenica 15 dicembre 2013

OLTRE - V3DAY: Dario Fo e il valore della cultura

 
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L' intervento di Dario Fo, premio nobel per la letteratura, a OLTRE V3DAY di Genova

"Sono felice di essere qua! Ma tanto felice! Io vorrei svolgere davanti a voi un discorso sulla cultura e sul suo valore in una società civile.
I grandi... esperti mondiali di economia fino dall’inizio della crisi internazionale che stiamo vivendo hanno denunciato con grande vigore che quell’immane catastrofe che ci ha scaraventati in ginocchio è il risultato di una vera e propria truffa combinati a attraverso l’utilizzo dei cosiddetti derivati e dei titoli spazzatura. A dimostrazione di quello scempio abbiamo visto qualche anno fa dall’America un servizio in cui venivano rappresentati migliaia di impiegati con le loro pratiche infilate in cartoni che se ne uscivano licenziati in tronco dagli istituti di crediti americani caduti in rovina. L’onda malefica è giunta poi fino a noi, presentata in altri termini ma con le stesse truffalderie. Tutti i nostri governanti che si sono succeduti in questi ultimi anni ci hanno parlato subito con il cuore spezzato dal dolore dei sacrifici che tutti, ripeto, tutti gli italiani equanimamente, come diceva il professore Monti, ricchi e poveri, abbienti e straccioni, avrebbero dovuto sopportare, per salvarci dal baratro in cui stava cadendo tutta la nazione.
E qui è arrivata la più grande, ripeto, la più grande, frode finanziaria a dire poco spietata! Chi ha pagato e continua a pagare queste debito togliendosi dalla propria tasca fino all’ultimo denaro? Soltanto gli operai! I piccoli risparmiatori, gli impiegati in bilico, le donne, i giovani, i pensionati! Una rapina sui diseredati per salvare chi?! La nazione?! No! Le banche e le multinazionali! Gli speculatori, i furbi, sono rimasti indenni, anzi ne hanno avuto vantaggio, molti tengono il loro capitale nascosto qua e là nei paradisi fiscali. Ormai è chiaro, il Paradiso è solo per i potenti e i manigoldi.
Tra qualche giorno lo dirà anche il nostro beneamato Papa Francesco, e noi stupiti per tanta spudoratezza del potere economico che si fa? Si resta con la bocca spalancata emettendo ogni tanto qualche gemito classico dei fottuti da sempre?! No per Dio! Oltretutto non è sempre andata così! C’è stato un tempo di cui di fronte alle angherie e rapine si reagiva eccome, a iniziare dall’epoca antica in cui si sono fondati i comuni, circa mille anni fa, allora fare il politico non era una professione per gli scaltri, ma un diritto e un dovere per ognuno. I responsabili delle libere repubbliche in Italia davano molta importanza alla conoscenza, quindi alle biblioteche, università e accademie. Le sovvenzioni per sostenere la cultura erano elargite in abbondanza perfino più tardi all’epoca delle signorie, con i principi e i duchi, il Vitale bisogno d’arte di sapere era così profondamente entrato nello spirito di ognuno da non poterne fare a meno! Così che oggi in Italia, grazie a quell’antico amore per la bellezza e il sapere, custodisce un enorme patrimonio culturale.
Godiamo di una straordinaria quantità di capolavori, monumenti, biblioteche, che però facciamo fatica a gestire e mantenere attive, anzi le lasciamo andare in rovina, ogni giorno frana qualche cosa, ma come è che i dirigenti, salvo ultimamente il nostro Caimano preferito, non franano mai?! Anzi vengono scaricati sì, ma con buone uscite da nababbi. A me capita spesso di recarmi all’estero per allestire spettacoli e recitare, e incontro molti giovani italiani costretti a emigrare in università d’altri Paesi per poter arricchire le proprie conoscenze, quei giovani devono sopportare grandi sacrifici, spesso impararsi da zero una lingua e soprattutto accettare lavori pesanti e male retribuiti, come le pulizie notturne negli uffici, i camerieri, i facchini, pure di riuscire a pagarsi gli studi. Oltretutto una volta terminato il proprio percorso formativo in grande numero questi laureati trovano facilmente lavoro in aziende straniere e quindi non conviene loro tornare in Italia! Così ecco che, come se non bastasse, perdiamo un numero incredibile di talenti, che avrebbero significato un bene inestimabile per il nostro paese e economia, ma come mai siamo arrivati a questo livello?! È semplice, i responsabili culturali dei vari governi che ci sono stati alla guida dell’Italia sempre meno hanno ritenuto importante investire nel sapere e nell’arte. Infatti quando un governo deve nominare un ministro alla cultura, chi scelgono? Sempre degli incapaci!
E soprattutto personaggi di scarto, che non si saprebbe dove piazzare? Dove lo sistemiamo questo imbecille calvo? Alla cultura naturalmente, ce lo tiriamo via di mezzo. A riprova di questo c’è stato un nostro ministro dell’economia, un certo… Tremonti, che con prosopopea ha dichiarato "con la cultura non si mangia!" Una imbecillità a dire poco galattica! Di contro proprio in queste ultime settimane il governo Francese, ripeto, il governo Francese, ha dato notizia,ha detto l’ambito in cui l’economia si ritrova in maggiore vantaggio in quella nazione non è più l’industria automobilistica, giacché essa è stata di gran lunga sorpassata dalla gestione dei beni culturali. Questo succede quando una nazione è cosciente dello straordinario potenziale che sta nel sapere, e noi come possiamo essere così disinformati e inetti?! Da dove viene questo… tracollo?! Fate caso, in questi ultimi anni abbiamo assistito e partecipato a un numero enorme di elezioni regionali, comunali, provinciali, ebbene, in nessuno di quelle campagne si è avuta mai l’occasione di incappare in un solo politico di professione che trattasse con serietà nel suo discorso la questione dell’informazione, del conoscere e della scuola, mai! Come dicono oggi tutti gli oratori che trattano di politica si parla esclusivamente alla pancia degli elettori, non al cervello, la pancia, il pensiero è un optional di poco conto.
Oltretutto oggi andando all’estero ci rendiamo conto che la nostra reputazione presso tutti i paesi d’Europa e d’America si è spaventosamente abbassata. Gli stranieri, come scoprono che siamo italiani, fanno battute ironiche sulla nostra situazione finanziaria e soprattutto politica, sulla nostra credibilità morale, sghignazzano sui nostri governanti e manca poco che ci si senta trattare a nostra vostra da cialtroni senza dignità e coraggio civile!
Purtroppo noi davanti a quel disprezzo non sappiamo come reagire, ma che cosa è successo? Che cosa è successo?! È chiaro, abbiamo seppellito la nostra memoria! E con lei il tempo della dignità e dell’orgoglio. I foresti, come noi li chiamavamo secoli fa, si guardavano bene allora di disprezzarci, giacché in ogni stagione venivano volentieri, scendevano da noi, sia per fare affari che per conoscere le nostre città, da tutti elogiate per le architetture dallo stile inimitabile, i giardini, lo stato delle acque, con canali e fiumi, navigabili per chilometri e chilometri, in quel tempo frotte di giovani dall’estero venivano nelle nostre università di enorme prestigio, per apprendere scienza, filosofia e arte, noi eravamo maestri in ogni disciplina! La cosiddetta meccanica era salita nei nostri cantieri al livelli straordinari, si costruiva impiegando macchinari ideati da noi, sia nell’edilizia che nella marineria, celebri erano i nostri navigatori, meglio capitani di Navi, scopritori di terre, che ancora oggi portano i loro nomi, gli arsenali di Venezia e di Genova erano in grado di costruire una intera flotta di navi in pochi mesi, usando la tecnica dell’assemblaggio dell’imbarcazione direttamente sul luogo dove si tagliavano gli alberi, cioè sulle montagne, dove si montavano gli scavi e li si faceva giungere al mare attraverso fiumi e canali.
Purtroppo eravamo anche tra i migliori fabbricanti di ordigni da guerra, vedi cannoni e Spingarde, ma il nostro livello più alto veniva raggiunto dell’arte di costruire Chiuse, per regolare lo scorrere delle acque, e strumenti musicali, che andavano dagli organi i venti canne alle chitarre a 5 corde e alle viole.
Ultimamente in Cina, in Cina, hanno trovato un liuto costruito nel 300 in Italia. Egualmente eravamo capaci di impiegare a meraviglia quegli strumenti, si componevano melodie liriche da cantare, si mettevano in scena opere buffe, tragiche, con numerosi interpreti, sia cantori che musici, anche gli stranieri che si ispiravano alle nostre opere, usavano cantare nel nostro idioma, in italiano! Ma anche i teatri dove esibirsi erano costruiti da nostri architetti, spazi dove l’acustica era perfetta, e reggeva a canti e contrappunti eseguiti da un coro di 50 voci insieme! Così ancora oggi andando intorno per paesi come la Russia, Irlanda, Svezia, Finlandia, non facciamo che scoprire teatri e palazzi costruiti da maestri italiani, tanto che la Regina Elisabetta, la prima, al tempo di Shakespeare, gridò seccata, "basta con questi italiani, che ci troviamo tra i piedi ogni due minuti, sembra che abbiano inventato tutto loro!" E in verità stavamo proprio esagerando!
Inventavamo poesie d’amore e satire esilaranti e eravamo grandi pittori, nella sola Firenze, ripeto nella sola Firenze, si trovavano a fare dipinti nelle loro botteghe artisti in tale numero e di tale grandezza quanti non se ne trovavano nell’intera Francia, dicono che i mercanti delle Fiandre, che scendevano in Italia a vendere i propri tessuti preferissero non tornarsene con il denaro, ma con dipinti, su tela, arrotolati come tubi, le monete doro erano più pesanti della Tela e soprattutto quei rotoli tenuti sotto le ascelle non destavano le attenzioni dei briganti, che non si intendevano d’arte! Proprio come oggi i nostri amministratori!
Ma come si può? Ah, ma come si può risalire al tempo di questa nostra età dell’oro e della dignità? Come è successo che all’istante sia andato a scatafascio?! Chi ci ha trascinato in questa voragine? Forse la malasorte o i migliori di noi se ne sono andati in altri continenti? C’è stata una metamorfosi genetica del nostro DNA così che da maestri che eravamo ci siamo trasformati in cialtroni? O è piuttosto l’ignobile cinismo con cui abbiamo, o meglio hanno, accettato i nostri governanti di convivere con la peggiore criminalità organizzata di tutto il pianeta? La mafia, la camorra, la ‘ndrangheta? Assistendo spesso indifferenti al sacrificio di magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine che cadevano a opera di quei criminali nel tentativo di debellarli.
E il ricatto organizzato da certi apparati industriali? Che pure di ottenere vantaggi spostano in altri paesi come pedine di una tombola delle morte le imprese nate da noi grazie al finanziamento statale, cioè dei contribuenti, ancora da noi?! E sono le altre industrie, vedi l’Ilva, l’Ilva di Taranto, che lucrano sulla disperazione degli operai, che devono scegliere se crepare di fame, da licenziati, o avvelenati dall’inquinamento degli scarichi industriali?
Ma dico non ci sono leggi che lo impediscono e tribunali che mandino in galera i padroni di questa macchina da stragi? Sì che ci sono! Ma nello stesso tempo ci sono anche i politici, che accettano denaro sottobanco per convincere i lavoratori a tornare nella gabbia finale della mattanza. Ecco, finalmente abbiamo trovato il fulcro del problema, i politici! E la politica!
Dove si eleggono, come rappresentanti del proprio degli inquisiti per frode fiscale, truffa, connivenza con la mafia e ci si scanna per salvare un criminale pregiudicato, dove leggi come quella contro il conflitto di interessi sono bloccate da venti anni e state tranquilli, anche con l’attuale governo non verranno messe neanche in programma! E intanto le leggi vergogna restano intoccabili! Dove gli evasori riescono in grande numero a sottrarre al fisco miliardi di Euro senza incorrere in alcuna sanzione e poi ci si meraviglia, scoprendo che il più grande partito in Italia, che raggiunga il 40 e più per cento dei consensi è quello in cui l’elettore rifiutano di votare.
E a questo punto voglio chiudere ricordando un breve lazzo che ripeteva sempre Franca, a proposito... A proposito di Franca come mi piacerebbe che fosse qui a ascoltarci questa sera… "Francaaaaa".. ecco la favola raccontata da Franca: "In una farsa antica Arlecchino si trovava sulla Luna e di lassù guardava la terra e puntando verso l’Italia si chiedeva ma come si può salvare quella massa di incoscienti che si stanno distruggendo da soli? E Brighella gli rispondeva, ma l’unica sarebbe ribaltolarli tutti…". Che cosa vuole dire ribaltarli? Bisogna decidersi a rovesciare tutta la baracca! E sia chiaro, non basta tentare di aggiustarla mettendo una toppa qua, una vita di là, una mano di colla e ritrovare fiducia nelle istituzioni! No… a questo punto la fiducia è morta! Con la speranza e l’ottimismo! Voi ce la avete massacrata! Bisogna tirare il sipario e dietro cambiare scena completamente, per fare pulizia in un salone dove i topi e gli scarafaggi la fanno da padrone non basta chiamare una truppa di gatti che li sbranino, quel genere di topi, onorevoli, sono in grado di corrompere anche i gatti! L’unica soluzione è buttare fuori tutti quelli che hanno preso possesso di tutto il palazzo e poi annaffiarli con pompe per l’incendio e quelli che non ci riesce di ripulire si buttano tutti! Senza pietà. Sempre ricordando che noi siamo democratici, ma non moderati, per Dio!" Dario Fo

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