di Stefano Galieni per controlacrisi.org
Cedono i presidenti di Regione, persino l’ottuso Cota, cedono cinesi e statunitensi, svizzeri e tedeschi, persino il segretario del Pd Bersani ha dichiarato: «Uee ragassi. Sono cose da passi, andate a votare i referendum che mica stiamo qui a rammendare ragnatele!!». Balbetta la Prestigiacomo, tace mister Bunga, Zaia e Lombardo, dal Veneto alla Sicilia sono uniti da un solo afflato: queste centrali non si debbono fare. Riappaiono i manifesti sbiaditi col sole che ride, commuovono le scritte “No nuke”, si toglie al “Chicco” la “Testa”, tristi e muti stanno i CdA di Impregilo, gli Anemone, i Calducci, si mangiano le mani camorristi, mafiosi e speculatori di ogni tipo. Insomma l’affare del millennio, la costruzione di nuove centrali nucleari sembra cadere nel dimenticatoio, in lontananza c’è lo spettro di un referendum egoista in cui le persone pretendono di decidere per la propria salute, roba da non credersi, manco fossimo nella Tunisia liberata.
Cedono i presidenti di Regione, persino l’ottuso Cota, cedono cinesi e statunitensi, svizzeri e tedeschi, persino il segretario del Pd Bersani ha dichiarato: «Uee ragassi. Sono cose da passi, andate a votare i referendum che mica stiamo qui a rammendare ragnatele!!». Balbetta la Prestigiacomo, tace mister Bunga, Zaia e Lombardo, dal Veneto alla Sicilia sono uniti da un solo afflato: queste centrali non si debbono fare. Riappaiono i manifesti sbiaditi col sole che ride, commuovono le scritte “No nuke”, si toglie al “Chicco” la “Testa”, tristi e muti stanno i CdA di Impregilo, gli Anemone, i Calducci, si mangiano le mani camorristi, mafiosi e speculatori di ogni tipo. Insomma l’affare del millennio, la costruzione di nuove centrali nucleari sembra cadere nel dimenticatoio, in lontananza c’è lo spettro di un referendum egoista in cui le persone pretendono di decidere per la propria salute, roba da non credersi, manco fossimo nella Tunisia liberata.
Ma qualcuno anche in Italia ha il coraggio di non prendere posizione, l’intelligenza di non lasciarsi sopraffare dall’emotività, di restare impassibili come la Sfinge egizia (oddio che esempio pericoloso). Si parla del più grande sindacato nazionale che nonostante Fukushima rifiuta di dare indicazioni per il referendum sulle energie rinnovabili.
Viene da pensare. C’è un motivo o trattasi di semplice sciatteria. C’è chi adora le radiazioni – infatti vorrebbe anche radiare le categorie e i sindacalisti troppo combattivi- o forse chi vede nelle centrali una possibilità di riconversione degli stabilimenti Fiat che abbandonerà Marchionne? Ah saperlo. C’è forse anche nel grande sindacato chi ha il timore che si raggiunga il quorum anche nei referendum per i beni comuni, acqua in primis? C’è chi teme una ingovernabile svolta estremista? C’è chi è occupato a ritessere accordi con i Bonanni e gli Angeletti che in una centrale ci andrebbero a vivere? Si vuole dare un segnale di affidabilità alla povera e sconsolata Margegaglia?
Diciamocelo senza troppa enfasi, manteniamo un contegno ma alla segreteria nazionale della Cgil, con cui condivideremo le piazze del 6 maggio per Otto ore (otto non quattro avete capitoooooooooo?), stavolta avete perso un'ottima occasione per segnare un punto di credibilità. Ma quel referendum, quei referendum cara compagna Camusso, lo vinceremo ugualmente, malgrado te. Gli iscritti e le iscritte Cgil in tasca hanno una tessera ma in testa hanno un cervello.
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