Fonte: blogliberoit
Un nuovo intervento sulle pensioni, oltre a quello di cui già si parla per le donne del settore privato che dovrebbero vedersi alzare l’età pensionabile a 65 anni è previsto per gli uomini che andrebbero in pensione a 67 anni. La notizia, questa mattina viene riportata da repubblica che cita indiscrezioni uscite ieri dal cantiere sulla manovra da 43 miliardi che il governo si appresta a varare tra il 28 e il 29 giugno. Una manovra che come si vede prospetta un nuovo aumento dell’età pensionabile per tutti gli italiani così come prevedono le ricette decise in Europa. Chiamano questo nuovo attacco ai diritti dei lavoratori “adeguamento alla speranza di vita” e dovrà portare l’età di vecchiaia fino a 70 anni nel 2050. Come dire, precari cari, voi in pensione non ci andrete mai! Di fatto dal 2015 l’età pensionabile di anzianità e vecchiaia – così dicono le indiscrezioni – dovrà crescere di circa tre mesi ogni tre anni. Con la riforma ipotizzata per la manovra la partenza del nuovo meccanismo potrebbe venire anticipata di due anni, al 2013. In questo modo si cumulerebbero già da quell’anno l’aumento di tre mesi dovuto alla “speranza di vita” oltre alla cosiddetta “finestra mobile” (in vigore dal 2011) che di fatto allunga per tutti l’età pensionabile di un anno. Riassumendo, se i giornali non riportano il falso, nel 2013 l’età di vecchiaia (per gli uomini) sarebbe di 66 anni e tre mesi e quella di anzianità di 63 anni e tre mesi (per uomini e donne). Già nel 2020 entrambe dovrebbero salire a 67 e 64 anni.
Il fronte della manovra è ormai in grande movimento, ed è difficile trovare un punto di equilibrio data la situazione. Le cifre circolate ieri indicano il totale a 43 miliardi, con un intervento di 3 miliardi quest’anno, di 5 per il 2012 e di 35 per il biennio 2013-2014. Anche su queste cifre però si balla, perchè fattori come la crescita che non c’è e l’aumento della speculazione sul debito pubblico potrebbero aumentare ancora di più l’entità della manovra . Una persona dotata di buon senso, direbbe che a questo punto, si potrebbe introdurre una patrimoniale per colpire in maniera seria le banche che stanno speculando e arricchendosi sulla nostra pelle dato che possiedono oltre il 40% del debito italiano. Macchè, si andrà a cercare da un’altra parte, nelle tasche di chi lavora e di chi il lavoro non ce l’ha. Si parte dalle pensioni con l’aumento della contribuzione per i collaboratori e l’aumento dell’età per le donne del settore privato, inoltre si interverrà anche sulle pensioni più alte riducendo il gettito. Altre risorse si attendono dai tagli ai Comuni (circa 3 miliardi), dai tagli ai ministeri (5-6 miliardi), dalla sanità (5-6 miliardi), dal blocco del turn over e della congelamento degli stipendi pubblici, dalla riduzione dei costi della politica. Le spese militari invece non si tagliano, come le spese inutili come la TAV e grandi opere. Ma non si opererà solo sul fronte pensioni. Indiscrezioni sono circolate sul fronte delle tasse, la cosidetta riforma fiscale. Per la Cgia di Mestre le varie ipotesi dicono che: se sarà confermata l’ipotesi di riforma del fisco circolata in queste ore, “a sorridere saranno soprattutto i contribuenti con redditi superiori ai 40 mila euro”. La Cgia calcola che, con le tre aliquote, chi guadagna sopra 70 mila euro avrà un risparmio di 2.370 euro, mentre chi va sopra i 100 mila risparmierà 3.170 euro. Se però per i redditi medio alti si sorride ciò avviene perché la compensazione avverrà con l’aumento dell’iva. Si avete capito bene, tutti i generi di consumo cresceranno per effetto delle tasse.
23/06/2011
Un nuovo intervento sulle pensioni, oltre a quello di cui già si parla per le donne del settore privato che dovrebbero vedersi alzare l’età pensionabile a 65 anni è previsto per gli uomini che andrebbero in pensione a 67 anni. La notizia, questa mattina viene riportata da repubblica che cita indiscrezioni uscite ieri dal cantiere sulla manovra da 43 miliardi che il governo si appresta a varare tra il 28 e il 29 giugno. Una manovra che come si vede prospetta un nuovo aumento dell’età pensionabile per tutti gli italiani così come prevedono le ricette decise in Europa. Chiamano questo nuovo attacco ai diritti dei lavoratori “adeguamento alla speranza di vita” e dovrà portare l’età di vecchiaia fino a 70 anni nel 2050. Come dire, precari cari, voi in pensione non ci andrete mai! Di fatto dal 2015 l’età pensionabile di anzianità e vecchiaia – così dicono le indiscrezioni – dovrà crescere di circa tre mesi ogni tre anni. Con la riforma ipotizzata per la manovra la partenza del nuovo meccanismo potrebbe venire anticipata di due anni, al 2013. In questo modo si cumulerebbero già da quell’anno l’aumento di tre mesi dovuto alla “speranza di vita” oltre alla cosiddetta “finestra mobile” (in vigore dal 2011) che di fatto allunga per tutti l’età pensionabile di un anno. Riassumendo, se i giornali non riportano il falso, nel 2013 l’età di vecchiaia (per gli uomini) sarebbe di 66 anni e tre mesi e quella di anzianità di 63 anni e tre mesi (per uomini e donne). Già nel 2020 entrambe dovrebbero salire a 67 e 64 anni.
Il fronte della manovra è ormai in grande movimento, ed è difficile trovare un punto di equilibrio data la situazione. Le cifre circolate ieri indicano il totale a 43 miliardi, con un intervento di 3 miliardi quest’anno, di 5 per il 2012 e di 35 per il biennio 2013-2014. Anche su queste cifre però si balla, perchè fattori come la crescita che non c’è e l’aumento della speculazione sul debito pubblico potrebbero aumentare ancora di più l’entità della manovra . Una persona dotata di buon senso, direbbe che a questo punto, si potrebbe introdurre una patrimoniale per colpire in maniera seria le banche che stanno speculando e arricchendosi sulla nostra pelle dato che possiedono oltre il 40% del debito italiano. Macchè, si andrà a cercare da un’altra parte, nelle tasche di chi lavora e di chi il lavoro non ce l’ha. Si parte dalle pensioni con l’aumento della contribuzione per i collaboratori e l’aumento dell’età per le donne del settore privato, inoltre si interverrà anche sulle pensioni più alte riducendo il gettito. Altre risorse si attendono dai tagli ai Comuni (circa 3 miliardi), dai tagli ai ministeri (5-6 miliardi), dalla sanità (5-6 miliardi), dal blocco del turn over e della congelamento degli stipendi pubblici, dalla riduzione dei costi della politica. Le spese militari invece non si tagliano, come le spese inutili come la TAV e grandi opere. Ma non si opererà solo sul fronte pensioni. Indiscrezioni sono circolate sul fronte delle tasse, la cosidetta riforma fiscale. Per la Cgia di Mestre le varie ipotesi dicono che: se sarà confermata l’ipotesi di riforma del fisco circolata in queste ore, “a sorridere saranno soprattutto i contribuenti con redditi superiori ai 40 mila euro”. La Cgia calcola che, con le tre aliquote, chi guadagna sopra 70 mila euro avrà un risparmio di 2.370 euro, mentre chi va sopra i 100 mila risparmierà 3.170 euro. Se però per i redditi medio alti si sorride ciò avviene perché la compensazione avverrà con l’aumento dell’iva. Si avete capito bene, tutti i generi di consumo cresceranno per effetto delle tasse.
23/06/2011
Nessun commento:
Posta un commento