L'ultimo libro di Luciano Gallino sulla finanziarizzazione dei mercati e sulle tremende evoluzioni del capitale.
Fonte: www.liberazione.it + comedonchisciotte
Dopo aver letto questo libro, andrete a letto e non riuscirete a chiudere occhio. Batterete i denti, avrete i brividi - altro che Intervista col vampiro - e anche da svegli continuerete ad avere paura. Va bene così, anzi vi consigliamo vivamente: abbiate paura. Il Mostro evocato da questo libro, e balzato fuori davanti a voi, ha la forza stratosferica di trilioni di trilioni di trilioni di dollari e in pratica nessuno, almeno per ora, sembra in grado di fermarlo, di combatterlo, di ammansirlo, di impedirgli di farci del male. Il Mostro dal nome cacofonico e altisonante che dà il titolo al nuovo libro di Luciano Gallino: "Finanzcapitalismo" (Einaudi, pp. 324, euro 19).
L'autore, che è tra i più importanti sociologi italiani, lo descrive così: «Il finanzcapitalismo è una mega-macchina che è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni allo scopo di massimizzare e accumulare, sotto forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia dal maggior numero possibile di esseri umani, sia dagli ecosistemi». Hannibal the Cannibal: ci mangia vivi, e non c'è sito del pianeta dove si possa fuggire per scamparvi. Perché il Mostro, come Dio, sta in cielo in terra e dovunque; il Mostro è giunto «ad asservire ai propri scopi ogni aspetto come ogni angolo del mondo contemporaneo». Ivi compreso «il sistema politico dominante a livello mondiale». Cioè noi siamo cannibalizzati. Cioè finanzacapitalizzati (da paura, appunto).
Quello che il Mostro di nome Finanzcapitalismo fa, di smisuratamente feroce e cruento - e non a milioni, ma a miliardi di noi umani - Luciano Gallino lo racconta con taglio scientifico, senza aggettivi e senza letteratura. Ma il racconto che ne esce è comunque da romanzo noir. Diciamo agghiacciante di per sé. «Con un Pil globale che, ad onta della crisi, supera i 60 trilioni di dollari, il mondo oggi dispone di mezzi economici, tecnologici e organizzativi che sarebbero largamente sufficienti per assicurare una vita decente all'intera sua popolazione di quasi 7 miliardi. A fronte di tali immensi mezzi, la civiltà-mondo assicura sì una vita decente a 1,5 miliardi di persone abitanti nei paesi più sviluppati, ma al tempo stesso condanna a una vita classificabile come indecente gli altri 5 miliardi». Tipo: persone che nel mondo sopravvivono con un dollaro al giorno, 1,4 miliardi; persone che sopravvivono con due dollari al giorno, 1,3; persone che vivono negli slums (ghetti di tuguri senza acqua, senza elettricità, senza illuminazione, senza servizi igienici), 4 miliardi; persone che soffrono la fame, 840 milioni. Con dentro una gigantesca strage di bambini.
Hannibal the Cannibal, il Finanzcapitalismo. Molto più potente del vecchio capitalismo industriale, la nuova Bestia ha come motore per l'accumulazione di capitale il sistema finanziario. Vuol dire che «il denaro viene impiegato, investito, fatto circolare sui mercati finanziari allo scopo di produrre immediatamente una maggior quantità di denaro». Vuol dire - «condizione essenziale» - che «si deve ricavare dalla produzione di denaro per mezzo di denaro un reddito decisamente più elevato rispetto alla produzione di denaro per mezzo di merci».
Sì avete capito bene. Trattasi di ultra-mega speculazione a livello planetario, si salvi chi può. Purtroppo, non è un thriller di fanta-finanza. Trattasi, spiega il libro di Luciano Gallino a pag. 8, di «una redistribuzione a spese di altre fonti di reddito, realizzata mediante: manipolazione di prezzi a scopi speculativi, salari in flessione, privatizzazione di prestazioni statali, sfruttamento internazionale».
Trilioni di trilioni di trilioni di dollari. Il braccio operativo del Mostro finanzcapitalistico è il sistema finanziario di cui si è dotato: un sistema complesso e onnicomprensivo, dove entrano grandi banche, compagnie di assicurazioni, casse depositi e prestiti, bank holding companies, finanza ombra con le sue montagne di derivati e tossici, investitori istituzionali (per esempio i fondi pensione), e tanto altro. Finanzcapitalismo che in realtà è molto di più, in quanto «è finito per diventare il sistema politico dominante stesso» e come tale il padrone del mondo.
Tutto, dice il libro, iniziò a partire dagli anni 80, quando «il capitalismo imbocca la strada di una finanziarizzazione totalitaria di se stesso e del mondo intero. In sostanza esso rappresenta lo sviluppo di un nuovo regime di produzione capitalistico il cui motore centrale sono i mercati finanziari». E il cui «principio supremo», la sua ragione d'essere, sta nella creazione di denaro per mezzo di denaro, al posto della produzione di merci per mezzo di merci.
Nel 2007 il sistema della finanziarizzazione planetaria spinta al massimo e del tutto fuori controllo, come tutti sappiamo, ha fatto crack; la gigantesca bolla ha oscurato e minacciato di travolgere il mondo con quella Grande Crisi che, iniziata allora, dura tuttora e durerà ancora per molto. Per il salvataggio del finanzcapitalismo e far fronte al disastro delle grandi banche, si sono mossi i governi - Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Belgio e vari altri - impegnando risorse pubbliche. Cifre da capogiro. «In poco più di un anno, la distruzione di valore indotta dalla cosidetta crisi dei subprime arrivò a superare i 25 trilioni di dollari, una somma equivalente a poco meno della metà del Pil 2007 del mondo». Quanto al costo dei salvataggi, secondo un rapporto del Fmi presentato nell'agosto 2009, esso «finirà per toccare entro il 2011, i 12 trilioni di dollari». Sulla nostra pelle. Un dato solo: 50 milioni di disoccupati in più già nel 2009 per effetto della Crisi e altri 200 milioni sospinti verso la povertà estrema.
«Sono in gioco condizioni di lavoro e salari, sicurezza alimentare e sanità, previdenza sociale e diritti umani, istruzione e ricerca, servizi sociali e sostegno al reddito, qualità della vita e rapporti interpersonali, funzioni delle istituzioni e contenuti della democrazia. In altre parole il senso di un'intera civiltà». Civiltà?
Maria R. Calderoni
Fonte: www.liberazione.it
Fonte: www.liberazione.it + comedonchisciotte
Dopo aver letto questo libro, andrete a letto e non riuscirete a chiudere occhio. Batterete i denti, avrete i brividi - altro che Intervista col vampiro - e anche da svegli continuerete ad avere paura. Va bene così, anzi vi consigliamo vivamente: abbiate paura. Il Mostro evocato da questo libro, e balzato fuori davanti a voi, ha la forza stratosferica di trilioni di trilioni di trilioni di dollari e in pratica nessuno, almeno per ora, sembra in grado di fermarlo, di combatterlo, di ammansirlo, di impedirgli di farci del male. Il Mostro dal nome cacofonico e altisonante che dà il titolo al nuovo libro di Luciano Gallino: "Finanzcapitalismo" (Einaudi, pp. 324, euro 19).
L'autore, che è tra i più importanti sociologi italiani, lo descrive così: «Il finanzcapitalismo è una mega-macchina che è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni allo scopo di massimizzare e accumulare, sotto forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia dal maggior numero possibile di esseri umani, sia dagli ecosistemi». Hannibal the Cannibal: ci mangia vivi, e non c'è sito del pianeta dove si possa fuggire per scamparvi. Perché il Mostro, come Dio, sta in cielo in terra e dovunque; il Mostro è giunto «ad asservire ai propri scopi ogni aspetto come ogni angolo del mondo contemporaneo». Ivi compreso «il sistema politico dominante a livello mondiale». Cioè noi siamo cannibalizzati. Cioè finanzacapitalizzati (da paura, appunto).
Quello che il Mostro di nome Finanzcapitalismo fa, di smisuratamente feroce e cruento - e non a milioni, ma a miliardi di noi umani - Luciano Gallino lo racconta con taglio scientifico, senza aggettivi e senza letteratura. Ma il racconto che ne esce è comunque da romanzo noir. Diciamo agghiacciante di per sé. «Con un Pil globale che, ad onta della crisi, supera i 60 trilioni di dollari, il mondo oggi dispone di mezzi economici, tecnologici e organizzativi che sarebbero largamente sufficienti per assicurare una vita decente all'intera sua popolazione di quasi 7 miliardi. A fronte di tali immensi mezzi, la civiltà-mondo assicura sì una vita decente a 1,5 miliardi di persone abitanti nei paesi più sviluppati, ma al tempo stesso condanna a una vita classificabile come indecente gli altri 5 miliardi». Tipo: persone che nel mondo sopravvivono con un dollaro al giorno, 1,4 miliardi; persone che sopravvivono con due dollari al giorno, 1,3; persone che vivono negli slums (ghetti di tuguri senza acqua, senza elettricità, senza illuminazione, senza servizi igienici), 4 miliardi; persone che soffrono la fame, 840 milioni. Con dentro una gigantesca strage di bambini.
Hannibal the Cannibal, il Finanzcapitalismo. Molto più potente del vecchio capitalismo industriale, la nuova Bestia ha come motore per l'accumulazione di capitale il sistema finanziario. Vuol dire che «il denaro viene impiegato, investito, fatto circolare sui mercati finanziari allo scopo di produrre immediatamente una maggior quantità di denaro». Vuol dire - «condizione essenziale» - che «si deve ricavare dalla produzione di denaro per mezzo di denaro un reddito decisamente più elevato rispetto alla produzione di denaro per mezzo di merci».
Sì avete capito bene. Trattasi di ultra-mega speculazione a livello planetario, si salvi chi può. Purtroppo, non è un thriller di fanta-finanza. Trattasi, spiega il libro di Luciano Gallino a pag. 8, di «una redistribuzione a spese di altre fonti di reddito, realizzata mediante: manipolazione di prezzi a scopi speculativi, salari in flessione, privatizzazione di prestazioni statali, sfruttamento internazionale».
Trilioni di trilioni di trilioni di dollari. Il braccio operativo del Mostro finanzcapitalistico è il sistema finanziario di cui si è dotato: un sistema complesso e onnicomprensivo, dove entrano grandi banche, compagnie di assicurazioni, casse depositi e prestiti, bank holding companies, finanza ombra con le sue montagne di derivati e tossici, investitori istituzionali (per esempio i fondi pensione), e tanto altro. Finanzcapitalismo che in realtà è molto di più, in quanto «è finito per diventare il sistema politico dominante stesso» e come tale il padrone del mondo.
Tutto, dice il libro, iniziò a partire dagli anni 80, quando «il capitalismo imbocca la strada di una finanziarizzazione totalitaria di se stesso e del mondo intero. In sostanza esso rappresenta lo sviluppo di un nuovo regime di produzione capitalistico il cui motore centrale sono i mercati finanziari». E il cui «principio supremo», la sua ragione d'essere, sta nella creazione di denaro per mezzo di denaro, al posto della produzione di merci per mezzo di merci.
Nel 2007 il sistema della finanziarizzazione planetaria spinta al massimo e del tutto fuori controllo, come tutti sappiamo, ha fatto crack; la gigantesca bolla ha oscurato e minacciato di travolgere il mondo con quella Grande Crisi che, iniziata allora, dura tuttora e durerà ancora per molto. Per il salvataggio del finanzcapitalismo e far fronte al disastro delle grandi banche, si sono mossi i governi - Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Belgio e vari altri - impegnando risorse pubbliche. Cifre da capogiro. «In poco più di un anno, la distruzione di valore indotta dalla cosidetta crisi dei subprime arrivò a superare i 25 trilioni di dollari, una somma equivalente a poco meno della metà del Pil 2007 del mondo». Quanto al costo dei salvataggi, secondo un rapporto del Fmi presentato nell'agosto 2009, esso «finirà per toccare entro il 2011, i 12 trilioni di dollari». Sulla nostra pelle. Un dato solo: 50 milioni di disoccupati in più già nel 2009 per effetto della Crisi e altri 200 milioni sospinti verso la povertà estrema.
«Sono in gioco condizioni di lavoro e salari, sicurezza alimentare e sanità, previdenza sociale e diritti umani, istruzione e ricerca, servizi sociali e sostegno al reddito, qualità della vita e rapporti interpersonali, funzioni delle istituzioni e contenuti della democrazia. In altre parole il senso di un'intera civiltà». Civiltà?
Maria R. Calderoni
Fonte: www.liberazione.it
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