di checchino antonini - controlacrisi -
C'è vita a sinistra del centrosinistra. E piazza Affari, meta del corteo, non basta a contenerla tutta. Una forma di vita che mescola e ostenta i tratti del vecchio e del nuovo, che deve ancora - probabilmente - assumere una forma più matura. Ma guardandosi sfilare nel centro di Milano in ventimila, forse anche di più, in un sabato pomeriggio primaverile, quello spazio politico comprende di aver vinto la prima sfida, quella di esistere dopo essere restato, come anche altri soggetti, quasi senza voce dopo il disastro politico del 15 ottobre scorso.
E' il rifiuto del ricatto del debito, leva costituente per il neoliberismo, che tiene insieme una pluralità di soggetti politici e sociali, dalla Rete 28 aprile di Giorgio Cremaschi, dai sindacati USB, Cub e Orsa, da San Precario ai collettivi di Atenei in rivolta e mille altre sigle studentesche più l'Unione inquilini e buona parte della lotta per la casa di città come Roma, Napoli, Firenze, Milano. Franco Turigliatto, tanto per citare i nomi più noti della politica, Paolo Ferrero, Vittorio Agnoletto o Luciano Muhlbauer. In mezzo, o più spesso in coda, i partiti con la falce e martello, o quello che di loro resta. Ma l'anima a questo corteo gliela forniscono le pratiche di resistenza e di conflitto, dalla Valsusa ai GAP, esperienza di partito sociale ispirata da Rifondazione, fino a Rivolta il debito, Rid, che prima di sfilare mette in scena, alle spalle di Piazza Duomo, una rapina agli sportelli di Mediobanca con finti banditi camuffati da Monti. "Mediobanca figura tra quelle banche che hanno preso soldi dalla Bce all'1 per cento e stanno speculando sulla crisi", spiega Piero Maestri, uno dei portavoce di Sinistra critica che ha aperto la campagna Rid "a chiunque voglia attraversarla", precisa Paola De Nigris, studentessa di Atenei in rivolta della Sapienza. La "rapina è un pezzo di Sbanca la banca, idea per colpire davvero gli istituti di credito. Paola e i suoi compagni suggeriscono, ad esempio, di sanzionare le banche spostando i propri risparmi verso casseforti meno sanguisughe, come le Poste o la stessa Banca Etica. Altra idea portante della Rid è quella dell'audit, un percorso partecipato che riveli la reale composizione del debito pubblico. "Anche quello dei comuni o delle università", conclude la studentessa.
Un drappo arancione, che vuole alludere ai colori dei nuovi sindaci, dice così, pendendo da un camion: "Meteomilano: nessun cambiamento di vento rilevato". La partecipazione milanese, infatti, è espressione della delusione nei confronti della giunta Pisapia. Quando la banda di suonatori imparruccati si rimescola al corteo, poco dopo Piazza Vetra, ci si accorge che un muretto di foratini è spuntato sul portone di una filiale Paribas. Velocità d'esecuzione, creatività, parole d'ordine senza ambiguità contro il governo Monti.
Preannunciata dal lugubre tam tam del mainstream come la calata dei blackout bloc sulla città, OccupyPiazzAffari é stata invece una forma ibrida di street parate e di corteo politico sindacale, un anticipo di Mayday, il primo maggio degli atipici, e uno scampolo di autunno caldo. Tra le bandiere di Usb e Cub erano riconoscibili quasi tutte le vertenze in corso: Alcoa, Esselunga, Alitalia, i lavoratori dei treni notturni che da 117 giorni occupano tetti di Roma e Milano. In realtà altro non sono che l'altra faccia della battaglia dei No Tav arrivati in massa dal Piemonte. Il debito che ha tagliato il posto ai ferrovieri servirà a pagare l'alta velocità e da questa sarà aumentato in una spirale perversa che solo un'altra politica potrà interrompere. A questo serve lo spazio politico NoDebito dentro il quale ci si interroga su cosa fare da grandi. La polarizzazione potrebbe condensarsi tra chi punterebbe a formare una confederazione di soggetti, un coordinamento permanente, e chi vorrebbe l'espansione del movimento e del conflitto tale da produrre nuove connessioni e magari coinvolgere gli assenti di Piazzaffari (il grosso della Fiom e i Cobas, solo per citare). Next stop, Firenze, alla fine del mese, probabilmente, per una due giorni seminariale. Ma l'agenda dei movimenti è piuttosto articolata. Il clou sarà a Francoforte per la chiamata tedesca nella città simbolo della Bundesbank e della Bce. Accadrà il 17 maggio
C'è vita a sinistra del centrosinistra. E piazza Affari, meta del corteo, non basta a contenerla tutta. Una forma di vita che mescola e ostenta i tratti del vecchio e del nuovo, che deve ancora - probabilmente - assumere una forma più matura. Ma guardandosi sfilare nel centro di Milano in ventimila, forse anche di più, in un sabato pomeriggio primaverile, quello spazio politico comprende di aver vinto la prima sfida, quella di esistere dopo essere restato, come anche altri soggetti, quasi senza voce dopo il disastro politico del 15 ottobre scorso.
E' il rifiuto del ricatto del debito, leva costituente per il neoliberismo, che tiene insieme una pluralità di soggetti politici e sociali, dalla Rete 28 aprile di Giorgio Cremaschi, dai sindacati USB, Cub e Orsa, da San Precario ai collettivi di Atenei in rivolta e mille altre sigle studentesche più l'Unione inquilini e buona parte della lotta per la casa di città come Roma, Napoli, Firenze, Milano. Franco Turigliatto, tanto per citare i nomi più noti della politica, Paolo Ferrero, Vittorio Agnoletto o Luciano Muhlbauer. In mezzo, o più spesso in coda, i partiti con la falce e martello, o quello che di loro resta. Ma l'anima a questo corteo gliela forniscono le pratiche di resistenza e di conflitto, dalla Valsusa ai GAP, esperienza di partito sociale ispirata da Rifondazione, fino a Rivolta il debito, Rid, che prima di sfilare mette in scena, alle spalle di Piazza Duomo, una rapina agli sportelli di Mediobanca con finti banditi camuffati da Monti. "Mediobanca figura tra quelle banche che hanno preso soldi dalla Bce all'1 per cento e stanno speculando sulla crisi", spiega Piero Maestri, uno dei portavoce di Sinistra critica che ha aperto la campagna Rid "a chiunque voglia attraversarla", precisa Paola De Nigris, studentessa di Atenei in rivolta della Sapienza. La "rapina è un pezzo di Sbanca la banca, idea per colpire davvero gli istituti di credito. Paola e i suoi compagni suggeriscono, ad esempio, di sanzionare le banche spostando i propri risparmi verso casseforti meno sanguisughe, come le Poste o la stessa Banca Etica. Altra idea portante della Rid è quella dell'audit, un percorso partecipato che riveli la reale composizione del debito pubblico. "Anche quello dei comuni o delle università", conclude la studentessa.
Un drappo arancione, che vuole alludere ai colori dei nuovi sindaci, dice così, pendendo da un camion: "Meteomilano: nessun cambiamento di vento rilevato". La partecipazione milanese, infatti, è espressione della delusione nei confronti della giunta Pisapia. Quando la banda di suonatori imparruccati si rimescola al corteo, poco dopo Piazza Vetra, ci si accorge che un muretto di foratini è spuntato sul portone di una filiale Paribas. Velocità d'esecuzione, creatività, parole d'ordine senza ambiguità contro il governo Monti.
Preannunciata dal lugubre tam tam del mainstream come la calata dei blackout bloc sulla città, OccupyPiazzAffari é stata invece una forma ibrida di street parate e di corteo politico sindacale, un anticipo di Mayday, il primo maggio degli atipici, e uno scampolo di autunno caldo. Tra le bandiere di Usb e Cub erano riconoscibili quasi tutte le vertenze in corso: Alcoa, Esselunga, Alitalia, i lavoratori dei treni notturni che da 117 giorni occupano tetti di Roma e Milano. In realtà altro non sono che l'altra faccia della battaglia dei No Tav arrivati in massa dal Piemonte. Il debito che ha tagliato il posto ai ferrovieri servirà a pagare l'alta velocità e da questa sarà aumentato in una spirale perversa che solo un'altra politica potrà interrompere. A questo serve lo spazio politico NoDebito dentro il quale ci si interroga su cosa fare da grandi. La polarizzazione potrebbe condensarsi tra chi punterebbe a formare una confederazione di soggetti, un coordinamento permanente, e chi vorrebbe l'espansione del movimento e del conflitto tale da produrre nuove connessioni e magari coinvolgere gli assenti di Piazzaffari (il grosso della Fiom e i Cobas, solo per citare). Next stop, Firenze, alla fine del mese, probabilmente, per una due giorni seminariale. Ma l'agenda dei movimenti è piuttosto articolata. Il clou sarà a Francoforte per la chiamata tedesca nella città simbolo della Bundesbank e della Bce. Accadrà il 17 maggio
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