Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

venerdì 28 dicembre 2012

Ingroia.

Fonte -

Danielle Sansone su lanostravoce.info. “Solo in nome di
questa costituzione che da qui potrà partire la vostra, la nostra
rivoluzione civile. Io ci sto e la vostra risposta la nostra
riscossa civile è alta e se la risposta di tutti sarà alta lo sarà
anche la mia”. Con queste preziose parole, dal sapore autentico di
una rivoluzione dei principi e delle coscienze, è partito l’impegno
politico di Antonio Ingroia. E lo fa in nome della Carta
Fondamentale del nostro paese, che in questi ultimi anni stava
perdendo la sua dignità. La formalizzazione della candidatura non è
avvenuta ma manca ormai poco. L’ex pm della trattativa, in un
comunicato lasciato all’Adnkronos, ha fatto sapere che scioglierà
la riserva “tra il 28 e 29 dicembre” se si concretizzeranno le
condizioni che egli stesso ha posto durante l’assemblea indetta al
Capranica. Di che riserve si parla? Beh, a primo impatto, sono
delle riserve abbastanza sui generis per un neofita della politica.
Chiedere ai politici di fare un passo indietro, avere la capacità
di mettersi in seconda fila, può essere inteso come una smania di
protagonismo di Ingroia. Ma tutto ,invece, rientra nella sua
perfetta filosofia politica. Non si può parlare di rivoluzione
civile, sostiene il magistrato, se si chiede alla politica di stare
davanti. La politica, questa volta, deve avere la bontà di stare in
“seconda fila” se il progetto di rinascita morale deve partire.
Questa volta, deve essere la società civile ad avere la meglio. Ad
avere diritto di parola. L’assemblea convocata qualche giorno fa al
Capranica ha richiamato sostenitori e semplici curiosi che hanno
voluto assistere alla nascita di questo movimento. Il punto di
forza sono i dieci punti del manifesto politico e di cambiamento.
Un manifesto programmatico, che spazia tra lavoro, antimafia,
giustizia ed eguaglianza sociale, di cui lo stesso Ingroia ne è il
primo firmatario. Tutti temi che sono a cuore del magistrato e che
spera possano entrare nel dibattito elettorale diventando
patrimonio spendibile nel confronto con la società civile. Non si
può prescindere da questi, se si deve mettere in moto la macchina
del cambiamento. La lotta alla mafia come punto di forza per una
rinascita non solo morale ma anche economica del nostro paese. La
questione morale, tornata di impatto nel dialogo con la società
civile, quella stessa questione morale che anni prima era stata un
cavallo di battaglia di Berlinguer, consacra Ingroia a nuovo
simbolo di speranza e pulizia morale. E lui, nel suo nuovo ruolo,
dimostra di stare proprio bene. Abbandonata la compostezza della
toga, ha offerto di sé l’immagine di un politico volenteroso di
portare a casa questo progetto. Espressioni determinate e parole
ben scandite, gesticolare di chi ormai ha intrapreso con grinta e
passione un impegno ancor più prestigioso. Dimostra di avere la
stoffa del leader, del trascinatore. Di colui che sa che ora più
che mai la mafia va combattuta dentro il palazzo, mettendo a nudo
le meschinità della classe dirigente che per troppi anni ha
mantenuto rapporti con essa. A differenza di tutti gli altri
esponenti di partito, compassati e molto legati alla logica del
potere, Antonio Ingroia affronta questo nuovo ruolo, portandosi
dietro l’eredità di magistrato attento ai bisogni della polis. Del
resto, chi meglio di un giudice, può diventare cassa di risonanza e
tradurre le istanze della collettività in progetti di legge? Sarà
un’avventura particolare quella che si dischiuderà per il
magistrato siciliano. L’idea di Ingroia è quella di creare una
lista civica nazionale con l’ambizione di raccogliere al suo
interno le migliori forze del paese. Quelle che possono realmente
apportare un contributo per la sua rinascita. Ha chiamato Maurizio
Landini, segretario della FIOM, strenuo difensore dei diritti dei
lavoratori da politiche sociali troppo legate a logiche di salvezza
della parte datoriale, Luigi Ciotti fondatore di Libera la più
importante associazione antimafia impegnata nel recupero dei beni
immobili confiscati alle mafie da destinare ad un riutilizzo
sociale. I giornalisti che hanno subito gravissime censure e che
durante i precedenti governi targati Berlusconi hanno cercato di
diffondere informazioni veritiere su quella che era la reale
situazione politica italiana. Articolo 21, Sandro Ruotolo, Michele
Santoro. “non vi chiedo di candidarvi-dice scherzosamente Ingroia-
ma se volete, ne sarei contento” . Tutte le persone migliori che
l’Italia possiede e che adesso, secondo la “filosofia ingroiana”,
devono farsi avanti. Da ultimo, e non perché meno importante, la
società civile. Quella che io vorrei definire davvero la parte lesa
di questa politica. Che ha conosciuto l’umiliazione di una
tassazione che colpisce i poveri e mai i ricchi, che vede scappare
i suoi migliori ricercatori all’estero per trovare un lavoro e
avere riconoscimenti dalla comunità scientifica. Quelli che sono
stanchi di promesse fantoccio e vogliono risultati concreti. La
società civile della mia generazione, che riesce ancora
sopravvivere perché sorretta da un sogno, una speranza di
cambiamento. Che nelle migliori personalità cerca una speranza di
riscatto. È a lei, che Antonio Ingroia dedica il suo pensiero e la
sua nuova missione. La scelta del magistrato di impegnarsi
attivamente, ricordo che ancora non ha sciolto la riserva sulla sua
candidatura, ha sortito le reazioni più varie tra i colleghi
magistrati e sta riaprendo con vigore il tema dell’opportunità per
un magistrato antimafia che ha affrontato inchieste delicate e
scottanti di scendere in campo. L’accusa è tra le più dure: quella
di aver strumentalizzato gli anni di lavoro per una carriera
politica. Di accuse, Antonio Ingroia ne ha collezionate tante.
Quella del PM politicizzato, del pm comunista,di essere una toga
rossa e adesso, per tenere fede a tutte le variazioni cromatiche
dei colori caldi, di essere una toga arancione… anche questa volta
con tutta la grinta e la determinazione che lo contraddistingue ha
dimostrato di saper smontare questa accusa, con l’arma dell’onestà
e della chiarezza soprattutto. “Il magistrato è un cittadino che ha
diritto di elettorato passivo come tutti gli altri. Quello che
conta è che come magistrato abbia fatto bene il suo dovere e che
sappia dare un contributo anche in politica”. La chiarezza che è
propria di chi sa di aver svolto con passione e serietà il proprio
lavoro. Non solo le istituzioni o gli stessi magistrati, si
interrogano su questo passo. Anche la società civile. Siamo
all’assurdo Un magistrato antimafia che decide di candidarsi, deve
chiedere scusa se lo fa? Deve montare giustificazioni abbastanza
convincenti e ottenere il placet dalla società civile? O perché in
questo caso, solo perché la persona si chiama Antonio Ingroia era
più che doverosa l’autorizzazione collettiva da parte di tutti noi?
Quando nell’ottobre del 2012, Antonio Ingroia si proclamò
partigiano della Costituzione, fece una scelta importante, quella
di servire lo stato avvalorando i principi della carta
fondamentale. Tanti giovani in quel momento, chi più chi meno, si
sono sentiti chiamati in causa perché conoscono il valore fondante
di quelle disposizioni. Ed è proprio questo il punto. Stiamo
attraversando una fase delicata della nostra storia repubblicana.
Io credo sia necessario che venga posto in essere un atto di
responsabilità e che questo atto venga pienamente condiviso
soprattutto dai giovani, dalle nuove generazioni che, al di là dei
partiti, devono stare comunque al fianco di chi della legalità ha
fatto una fonte di ricchezza umana. Credere in quella Carta
significa credere nello Stato di Diritto, per troppo tempo
bistrattata e messa da canto. Condividi in Facebook

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