Oggi a Bologna è stato avviato il percorso di costruzione di un movimento anticapitalista di massa. Sala piena, decine di interventi, niente retorica e molta misura. No ai "perditempo". Per ora si è dato un nome: "Rossa", anzi Ross@.Nelle prossime ore saremo in grado di descrivere e commentare meglio l'assemblea nazionale tenutasi al teatro Galliera di Bologna.
Alcuni dati possono aiutare a capire: 300 posti a sedere tutti pieni e gente in piedi; stavolta poche "teste bianche", una trentina di interventi, rigorosamente a titolo individuale, ma soprattutto niente omaggi alla retorica e ragionamenti cauti, consapevoli delle incertezze di questa sfida e delle macerie accumulate in questi anni.
Con una introduzione di Giorgio Cremaschi che ha argomentato i punti che sono poi diventati il documento conclusivo dell'assemblea, oggi ha mosso il primo passo il percorso di costruzione (e di ricostruzione) di un movimento anticapitalista di massa.
Un percorso che si è dato anche un nome, anzi un acronimo: Rete per l'Organizzazione Sociale, Solidale e... la chiocciolina finale sta a declinare Anticapitalismo, Antifascismo, Antirazzismo, Antisessismo, Ambientalismo. Praticamente tutta la chiameranno "Rossa", anche per rivendicare un colore che nella storia e nell'identità del movimento operaio ha un suo posto speciale e di estrema attualità.
Rigorosamente indipendente dal centro-sinistra (e dal collateralismo do una certa sinistra), Rossa si dichiara sin da oggi alternativa a ogni compatibilità con i trattati europei e i diktat della Troika, il patto corporativo tra CgilCisl uil Ugl e Confindustria e la destrutturazione reazionaria dell'assetto costituzionale messo in agenda dal governo Letta.
Rossa intende quanto prima lasciarsi alle spalle i residui dei riti del politicismo di una sinistra sconfitta e i suoi linguaggi per andare a misurarsi direttamente con le aspettative, le contraddizioni e le esigenze dei settori popolari e dei lavoratori.
Ognuno si assumerà la responsabilità personale della propria adesione e quella collettiva della coerenza del percorso indicato. Tutte e tutti i compagni e le compagne saranno ben accette, tranne - è stato detto con una battuta particolarmente apprezzata mutuata dal mercato - i "perditempo".
Ci si è lasciati con alcune tappe: promozione di riunioni o assemblea regionali in tutte le regioni, raccolte delle adesioni, assemblea costituente nazionale a settembre, una manifestazione nazionale in autunno contro la monarchia presidenziale, il governo di unità nazionale e la troika europea. Intanto, ovunque sarà possibile, giornata di mobilitazione il 2 giugno contro l'affossamento costituzionale prevista dalla convenzione PD-PdL e il militarismo.
Per ora è nata Rossa. Vederla crescere sarà responsabilità e interesse di tutti coloro che vedono ancora il conflitto di classe come terreno di emancipazione.
Alcuni dati possono aiutare a capire: 300 posti a sedere tutti pieni e gente in piedi; stavolta poche "teste bianche", una trentina di interventi, rigorosamente a titolo individuale, ma soprattutto niente omaggi alla retorica e ragionamenti cauti, consapevoli delle incertezze di questa sfida e delle macerie accumulate in questi anni.
Con una introduzione di Giorgio Cremaschi che ha argomentato i punti che sono poi diventati il documento conclusivo dell'assemblea, oggi ha mosso il primo passo il percorso di costruzione (e di ricostruzione) di un movimento anticapitalista di massa.
Un percorso che si è dato anche un nome, anzi un acronimo: Rete per l'Organizzazione Sociale, Solidale e... la chiocciolina finale sta a declinare Anticapitalismo, Antifascismo, Antirazzismo, Antisessismo, Ambientalismo. Praticamente tutta la chiameranno "Rossa", anche per rivendicare un colore che nella storia e nell'identità del movimento operaio ha un suo posto speciale e di estrema attualità.
Rigorosamente indipendente dal centro-sinistra (e dal collateralismo do una certa sinistra), Rossa si dichiara sin da oggi alternativa a ogni compatibilità con i trattati europei e i diktat della Troika, il patto corporativo tra CgilCisl uil Ugl e Confindustria e la destrutturazione reazionaria dell'assetto costituzionale messo in agenda dal governo Letta.
Rossa intende quanto prima lasciarsi alle spalle i residui dei riti del politicismo di una sinistra sconfitta e i suoi linguaggi per andare a misurarsi direttamente con le aspettative, le contraddizioni e le esigenze dei settori popolari e dei lavoratori.
Ognuno si assumerà la responsabilità personale della propria adesione e quella collettiva della coerenza del percorso indicato. Tutte e tutti i compagni e le compagne saranno ben accette, tranne - è stato detto con una battuta particolarmente apprezzata mutuata dal mercato - i "perditempo".
Ci si è lasciati con alcune tappe: promozione di riunioni o assemblea regionali in tutte le regioni, raccolte delle adesioni, assemblea costituente nazionale a settembre, una manifestazione nazionale in autunno contro la monarchia presidenziale, il governo di unità nazionale e la troika europea. Intanto, ovunque sarà possibile, giornata di mobilitazione il 2 giugno contro l'affossamento costituzionale prevista dalla convenzione PD-PdL e il militarismo.
Per ora è nata Rossa. Vederla crescere sarà responsabilità e interesse di tutti coloro che vedono ancora il conflitto di classe come terreno di emancipazione.
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