-
controlacrisi -
Alla fine la lobby delle banche di Wall Street l'ha spuntata. Una delle norme piu' significative della riforma del sistema finanziario americano - quella che pone dei limiti ai rischi che i grandi istituti possono assumere nel settore dei derivati - e' stata annacquata.
A riportarlo è il New York Times, che parla di un accordo raggiunto tra i rappresentanti dei grandi gruppi del settore del credito e quelli delle autorita' di regolamentazione. Le modifiche apportate alla norma - denuncia il quotidiano newyorkese - potrebbero di fatto conferire a poche grandi banche il potere di continuare a controllare il mercato dei derivati, ''il principale colpevole della crisi finanziaria''. Si tratta di un mercato da 700.000 miliardi - si ricorda - un ''business redditizio'' che finora si e' potuto sviluppare nell'ombra, al di fuori delle regole che vigono a Wall Street. E appena cinque banche posseggono oltre il 90% di tutti i prodotti derivati, ''come fosse un club privato''. La preoccupazione ora e' che i trader che si occupano di questi prodotti di finanza speculativa ''possano riprendere le vecchie abitudini'', quelle che hanno portato al disastro del 2007-2009.
A riportarlo è il New York Times, che parla di un accordo raggiunto tra i rappresentanti dei grandi gruppi del settore del credito e quelli delle autorita' di regolamentazione. Le modifiche apportate alla norma - denuncia il quotidiano newyorkese - potrebbero di fatto conferire a poche grandi banche il potere di continuare a controllare il mercato dei derivati, ''il principale colpevole della crisi finanziaria''. Si tratta di un mercato da 700.000 miliardi - si ricorda - un ''business redditizio'' che finora si e' potuto sviluppare nell'ombra, al di fuori delle regole che vigono a Wall Street. E appena cinque banche posseggono oltre il 90% di tutti i prodotti derivati, ''come fosse un club privato''. La preoccupazione ora e' che i trader che si occupano di questi prodotti di finanza speculativa ''possano riprendere le vecchie abitudini'', quelle che hanno portato al disastro del 2007-2009.
Nessun commento:
Posta un commento