Fonte - Rossland -
Entro 3 giorni la Grecia dovrà dare risposta alle richieste avanzate dalla Troika come conditio sine qua non per ottenere la nuova tranche di aiuti.
La maggior parte dei tagli riguarderà dai 4000 ai 7000 dipendenti nel settore pubblico.
Intanto, il Ministro della Salute, Adonis Gheordiadis, conferma ufficialmente la volontà di chiudere gli ospedali del Paese.
La Troika avrebbe poi chiesto di trovare le coperture che mancano ai numeri greci in un ritocco alla normativa sul lavoro, abbassando il salario minimo nel Paese a 350€.
Che non è uno stipendio, ma l'argent de poche concesso al servo volonteroso e fedele.
Leggevo stamattina un pezzo sulla situazione in Grecia, pubblicato il 20 giugno su un sito francese e riportato tradotto su Come Don Chisciotte, dal quale riporto alcuni paragrafi che, se compresi, dovrebbero farci scendere tutti in piazza a sostegno dei greci e contro l'ulteriore proseguimento delle politiche di austerità, ovunque uguali, in Europa:
Al via la cinesizzazione della Grecia. Una piccola Dubai nascerà nell’Egeo
Avevate dubbi?
Riflettevo poco fa che è la paura lo strumento più efficace della terapia a base di Shock and Awe di cui si serve la Troika per ottenere ciò che vuole, esige, comanda, pretende.
Allora, forse dovremmo iniziare a chiederci se non sia la paura, il nostro peggior nemico.
Paura sottile, che mimetizziamo fingendo che sia tutto normale e che si infiltra intanto ovunque.
Paura che paralizza ogni nostra capacità di giudizio, anziché farci urlare di dolore come di norma si fa quando si ha paura.
Che ci fa remissivi anche mentre abbiamo davanti agli occhi la forca che ci impiccherà e neutralizza in noi ogni reazione fin oltre il buon senso (o l'istinto di sopravvivenza nudo e crudo, se volete), anche quando siamo fin troppo consapevoli che quanto ci accade è opera o di folli o di criminali.
Noi non reagiamo più.
Al più twittiamo o commentiamo o scriviamo post (come faccio impotente anch'io, peraltro).
Qualche volta ci uniamo a qualche comitato, a qualche associazione, quasi a farci coraggio nelle nostre intenzioni di ribellione, ma sempre agendo poi con tempi e modi "civili".
Perché l'altra cosa singolare è questa: protestare è consentito solo se la protesta è "civile".
Altrimenti è illegale, cioè i criminali diventiamo noi.
Ciò che succede in Grecia scuote la nostra attenzione ogni volta per quel paio di minuti in cui leggiamo la notizia prima di scordarcela passando alla successiva, come si trattasse di qualcosa che non ci riguarda, che non ci toccherà mai, che ci dispiace ma forse la Grecia "se lo merita" perché, come ci propinano da almeno un paio d'anni, la Grecia ha "vissuto al di sopra delle proprie possibilità".
E noi italiani? E gli spagnoli?
Non sono forse le stesse cose che dicono a noi nell'imporci l'Imu o l'aumento dei ticket o quando riducono i diritti nel mondo del lavoro perché bisogna ridurre il debito ma anche pensare alla ripresa dell'economia?
E che economia si riprende, se non quella a cui siamo nel frattempo stati riadattati?
Dobbiamo imparare a sentire che la Grecia è ognuno di noi, perché inizino a invertirsi quei rapporti di forza che consentono oggi alla Troika di imporre in Grecia salari da 350€ così da poter felicemente consegnarla alla Cina affinché ne faccia una nuova Dubai.
Un paese svenduto chiavi in mano, fornito di schiavi pronti all'uso.
E non mi si venga a dire che non sanno quel che fanno.
Lo sanno.
Shock and Awe funziona perché siamo vittime della paura di aver compreso fin troppo bene, cosa ci stanno facendo.
E funziona perché siamo vittime di un'idea di noi stessi che ci fa allontanare da noi perfino il pensiero, che sia tempo di smetterla con la generosità di giudizio verso chi ci sta spingendo a forza la testa sotto la mannaia.
La maggior parte dei tagli riguarderà dai 4000 ai 7000 dipendenti nel settore pubblico.
Intanto, il Ministro della Salute, Adonis Gheordiadis, conferma ufficialmente la volontà di chiudere gli ospedali del Paese.
La Troika avrebbe poi chiesto di trovare le coperture che mancano ai numeri greci in un ritocco alla normativa sul lavoro, abbassando il salario minimo nel Paese a 350€.
Che non è uno stipendio, ma l'argent de poche concesso al servo volonteroso e fedele.
Leggevo stamattina un pezzo sulla situazione in Grecia, pubblicato il 20 giugno su un sito francese e riportato tradotto su Come Don Chisciotte, dal quale riporto alcuni paragrafi che, se compresi, dovrebbero farci scendere tutti in piazza a sostegno dei greci e contro l'ulteriore proseguimento delle politiche di austerità, ovunque uguali, in Europa:
Benvenuto in Grecia, laboratorio europeo del « capitalismo del disastro» ! Milton Friedman descrive come dei cambiamenti economici improvvisi e di grande ampiezza provochino delle reazioni psicologiche « facilitanti la risoluzione » . Una risoluzione che si traduce per degli attacchi sistematici contro la sfera pubblica. Un approccio simile alla dottrina militare degli Stati Uniti in Irak, Shock and Awe (Choc e spavento), descrive l'autrice canadese Naomi Klein, che aveva lo scopo di « controllare la volontà, le percezioni e la comprensione dell'avversario e di privarlo di ogni capacità di agire e reagire .» Per meglio riuscire, infine, la terapia dello choc economico.
« Non siamo più nel capitalismo, ma nel suo prolungamento, una sorta di meta-capitalismo »prosegue. Il trauma collettivo. Una situazione che ricorda stranamente la strategia dello choc, definita da Milton Friedman, teorico del liberismo economico : « Aspettarsi una crisi su ampia scala, poi, mentre i cittadini sono ancora sotto choc, vendere lo Stato pezzo per pezzo, a degli interessi privati prima di trovare il modo di rendere eterne le « riforme » varate sotto il segno della fretta » (10)
Perché i greci hanno accettato queste misure di austerità in cambio di un piano di salvataggio che non ha risolto niente? « Abbiamo perso un milione di posti di lavoro nel settore privato. E' come se, in Francia, si sopprimessero d'un colpo 6 o 7 milioni di posti di lavoro. Si ricevono più volte al giorno delle cattive notizie. Come può un cervello umano sopportare questa cadenza (ravvicinata di cattive notizie)? » si interroga Panagiotis Grigoriou, storico e etnologo, autore del blog Greek Crisis. « Più di 8000 manifestazioni e scioperi hanno avuto luogo in tre anni, i greci si sono rassegnati. Cosa si può fare di più? Ogni linea del memorandum (lista delle misure di austerità imposte dalla Troika, ndr) è stata votata. Si annullano delle leggi in vigore da decenni. La Costituzione è stata violata. A cosa serve il Parlamento? »Poco fa, su Il Fatto Quotidiano, la notizia che chiarisce, a chi ancora non lo avesse compreso, l'obiettivo della dottrina Shock and Awe applicata ai Pigs, paesi guarda caso sul Mediterraneo, dalla Troika:
Al via la cinesizzazione della Grecia. Una piccola Dubai nascerà nell’Egeo
Avevate dubbi?
Riflettevo poco fa che è la paura lo strumento più efficace della terapia a base di Shock and Awe di cui si serve la Troika per ottenere ciò che vuole, esige, comanda, pretende.
Allora, forse dovremmo iniziare a chiederci se non sia la paura, il nostro peggior nemico.
Paura sottile, che mimetizziamo fingendo che sia tutto normale e che si infiltra intanto ovunque.
Paura che paralizza ogni nostra capacità di giudizio, anziché farci urlare di dolore come di norma si fa quando si ha paura.
Che ci fa remissivi anche mentre abbiamo davanti agli occhi la forca che ci impiccherà e neutralizza in noi ogni reazione fin oltre il buon senso (o l'istinto di sopravvivenza nudo e crudo, se volete), anche quando siamo fin troppo consapevoli che quanto ci accade è opera o di folli o di criminali.
Noi non reagiamo più.
Al più twittiamo o commentiamo o scriviamo post (come faccio impotente anch'io, peraltro).
Qualche volta ci uniamo a qualche comitato, a qualche associazione, quasi a farci coraggio nelle nostre intenzioni di ribellione, ma sempre agendo poi con tempi e modi "civili".
Perché l'altra cosa singolare è questa: protestare è consentito solo se la protesta è "civile".
Altrimenti è illegale, cioè i criminali diventiamo noi.
Ciò che succede in Grecia scuote la nostra attenzione ogni volta per quel paio di minuti in cui leggiamo la notizia prima di scordarcela passando alla successiva, come si trattasse di qualcosa che non ci riguarda, che non ci toccherà mai, che ci dispiace ma forse la Grecia "se lo merita" perché, come ci propinano da almeno un paio d'anni, la Grecia ha "vissuto al di sopra delle proprie possibilità".
E noi italiani? E gli spagnoli?
Non sono forse le stesse cose che dicono a noi nell'imporci l'Imu o l'aumento dei ticket o quando riducono i diritti nel mondo del lavoro perché bisogna ridurre il debito ma anche pensare alla ripresa dell'economia?
E che economia si riprende, se non quella a cui siamo nel frattempo stati riadattati?
Dobbiamo imparare a sentire che la Grecia è ognuno di noi, perché inizino a invertirsi quei rapporti di forza che consentono oggi alla Troika di imporre in Grecia salari da 350€ così da poter felicemente consegnarla alla Cina affinché ne faccia una nuova Dubai.
Un paese svenduto chiavi in mano, fornito di schiavi pronti all'uso.
E non mi si venga a dire che non sanno quel che fanno.
Lo sanno.
Shock and Awe funziona perché siamo vittime della paura di aver compreso fin troppo bene, cosa ci stanno facendo.
E funziona perché siamo vittime di un'idea di noi stessi che ci fa allontanare da noi perfino il pensiero, che sia tempo di smetterla con la generosità di giudizio verso chi ci sta spingendo a forza la testa sotto la mannaia.
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